Renzi crede invece che per sopravvivere lui deve trasformarsi in un Ghino di Tacco, con pochi voti ma decisivi. «Una scommessa difficile. Ma non impossibile, fidatevi di me», dice ai suoi
È l’ultima soluzione a disposizione di Matteo Renzi, l’unica per provare a garantirsi un futuro politico: lo svuotamento di Forza Italia, entrata in una spirale di crisi senza sbocchi, e l’aggancio dei moderati per influenzare centrodestra e centrosinistra, a seconda delle convenienze. Ma oggi lo sguardo renziano è rivolto a destra: Fratelli d’Italia è saldamente il primo partito nei sondaggi e l’ex premier prevede la tenuta di Giorgia Meloni, al netto delle turbolenze che scuotono i partiti della maggioranza.
Il leader di Italia viva sta quindi pianificando una nuova, ennesima strategia per diventare il baricentro della politica italiana. Vuole piazzarsi al Centro (così, secondo il Corriere, si potrebbe chiamare la lista renziana) del sistema politico, per garantire la vita o decretare l’eventuale fine dei governi con i parlamentari a disposizione.
La morte del Terzo Polo e il divorzio con Carlo Calenda si è già consumato, bisogna solo stabilire le modalità con la grana dei gruppi parlamentari da risolvere nel miglior modo possibile. Renzi ha già raccomandato ai suoi di non cedere più alle polemiche, ma magari di dialogare con qualche scontento di Azione e strapparlo all’ex alleato. Poi bisogna compiere il passo più importante: l’attacco a Forza Italia per provare a intestarsi l’eredità politica di Berlusconi.
Elogio a Silvio
È un azzardo che qualcuno definisce, anche dentro il suo partito, «disperato». Certamente quello più spericolato di una carriera da rottamatore ricca di colpi di scena, che lo hanno rivitalizzato quando sembrava a un passo dal baratro. Alle politiche si è salvato grazie a Calenda, che ha imbarcato Iv che aveva percentuali da prefisso telefonico. Nell’estate del 2019 Renzi è invece tornato alla ribalta con la mossa del cavallo che garantì la nascita del Conte bis, relegando Matteo Salvini all’angolo mentre invocava i «pieni poteri».
Ora non ci sono più zattere politiche a cui aggrapparsi o strategie a sorpresa da fare nel palazzo. Lo spettro delle opzioni è ridotto a un’unica strada: prendere i voti alle Europee del 2024. Così l'ex premier ha iniziato a corteggiare gli elettori di Forza Italia. Come? Diventando alfiere delle battaglie garantiste e liberali. E questo spiega la presa di distanza dalla braccio di ferro avviato sul salario minimo dalle forze di opposizione.
La mappa per comprendere la strategia è la lettura del Riformista, quotidiano edito da Alfredo Romeo di cui Renzi è direttore editoriale. Dopo la morte di Berlusconi, il giornale titolava “Come te non c’è nessuno.” Parole degne di un house organ di partito. Appena ieri, la copertina era dedicata a "Forse Italia”, e metteva nel mirino la leadership del ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Dunque, più di una carezza agli elettori orfani della guida berlusconiana e una sberla a chi è chiamato a raccogliere l’eredità del Cav. Renzi ha quindi marcato il territorio dei moderati per accreditarsi come baluardo dei voti liberali, a rischio libera uscita con la scomparsa di Berlusconi. Il leader di Italia viva lo ripete spesso ai fedelissimi, secondo lui non ci sono altre opzioni: occorre accaparrarsi i consensi azzurri. Ma la scalata si annuncia faticosa, se non impossibile. Nonostante la simpatia umana nei suoi confronti da parte degli elettori forzisti, non gli viene perdonato il fatto di essere stato comunque il segretario di un partito come il Pd
Pochi interlocutori
Un travaso massiccio di voti è perciò impensabile. Può esserci qualche ex berlusconiano che qua o là dà credito a Renzi, ma sono casi isolati. Anche perché deve fare i conti con una sgradita realtà: resta uno dei leader meno attrattivi e più divisivi. I sondaggi danno Italia viva tra il 2 e il 3 per cento, un dato insufficiente a far eleggere rappresentanti nell’Europarlamento alle elezioni del giugno 2024. Anche in caso di abbassamento della soglia di sbarramento, Iv sarebbe sul filo. I potenziali interlocutori per stipulare un patto elettorale sono sempre di meno. Renzi non ispira molta fiducia. Ci sarebbe il sindaco di Taormina, il vulcanico Cateno De Luca, che però bada al sodo: vuole alleati con i voti per un matrimonio di interessi. E al momento Calenda, sta sta virando verso un’alleanza verso il Pd, potrebbe offrire qualche garanzia in più su questo punto.
C’è infine da considerare un altro aspetto: lo spostamento a destra sta provocando qualche malessere all’interno di Iv. Non è un mistero che l’ex ministra Elena Bonetti sia contraria all’abbandono del campo di centrosinistra: per questo si vocifera di un suo passaggio in Azione. Renzi crede invece che per sopravvivere lui deve trasformarsi in un Ghino di Tacco, con pochi voti ma decisivi. «Una scommessa difficile. Ma non impossibile, fidatevi di me», dice ai suoi. Chissà in quanti lo seguiranno nella nuova avventura.
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