Domani è un giornale politico, nel senso che proviamo per la nostra parte a dare un contributo al progresso del paese. E in questa estate infernale di campagna elettorale improvvisa e improvvisata, di crisi economica e climatica, abbiamo deciso di provare a stilare un nostro programma. Per dirla con la abusata citazione del Marco Polo di Italo Calvino avevamo due modi per non soffrire: «accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più», oppure «cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio». Abbiamo scelto la seconda e chiesto a nostri collaboratori, ad accademici, a personalità autorevoli della società civile, di fare i conti con cosa non è inferno, con cosa manca nell’offerta politica e con cosa serve al paese. Il risultato sono dieci proposte realizzabili, orientate ad aumentare sostenibilità ed equità e pronte per essere discusse. Da qui al voto proveremo a dare loro spazio chiedendo ai partiti di prendere posizione.
Cosa proponiamo?
Smetterla con misure regressive come il Superbonus. Portare ai più alti standard energetici (vicino alle zero emissioni) i 300mila alloggi popolari più degradati, dove vive la parte di popolazione che più soffre la crescita delle bollette, utilizzando l’apporto del solare per l’autoproduzione o per la condivisione di elettricità attraverso comunità energetiche. In più il Pnrr prevede la costruzione e il recupero di altri 200 mila nuovi alloggi all’interno del piano sulle periferie. Gli interventi devono essere pensati in una logica di progettazione di quartiere e di risparmio del consumo di suolo.
Cosa proponiamo?
Legalizzare coltivazione, trasporto, vendita, consumo di cannabis, con ferme limitazioni ai minorenni come per alcool e tabacco.
Cosa proponiamo?
Una legge del 2012 mai applicata prevedeva che i contributi pubblici fossero erogati per una quota a titolo di co-finanziamento rispetto a ciò che i partiti avevano ricevuto dai privati, così da premiare quelli che hanno un radicamento nella società, e in parte come rimborso per chi ottiene un certo consenso. Bisogna ripartire da lì.
Cosa proponiamo?
Non abbiamo più un sistema legale di gestione delle immigrazioni. Va introdotto il visto di ingresso per ricerca di lavoro di durata annuale e possibilità di sua trasformazione in permesso per lavoro o di rientro volontario nel paese di origine tramite un programma di supporto. Anche sulla scorta dell’esperienza, l’unica che più o meno funziona in Italia, dei lavoratori stagionali.
Cosa proponiamo?
Per alcuni contribuenti la riscossione delle imposte avviene mediante ritenute alla fonte a titolo di imposta o d'acconto, effettuate da una parte "terza" senza la possibilità di evasione. Noi proponiamo semplicemente di generalizzare il meccanismo della ritenuta alla fonte per tutti i contribuenti, quindi anche per i redditi da lavoro autonomo, facendo in modo che l’azienda che compra prodotti da un’altra diventi la sua parte terza che può effettuare la ritenuta d’acconto.
Cosa proponiamo?
Un congedo genitoriale paritario, di cinque mesi, retribuito al 100 per cento per tutte le famiglie di neo-genitori, anche adottivi e affidatari. I cinque mesi della madre rimarrebbero usufruibili dai due mesi precedenti alla nascita fino ai cinque mesi successivi. Quelli del padre fino ai dodici mesi, con la possibilità del massimo di un mese di sovrapposizione tra i due genitori e di usufruirne in maniera non continuativa. L’Inps dovrebbe anticipare le indennità per le piccole e medie imprese.
Cosa proponiamo?
Subito la riforma del catasto perché quello attuale non aggiornato avvantaggia i ricchi. Ma bisogna anche assoggettare la prima casa a Imu e Tasi, prevedendo una detrazione che escluda la metà delle abitazioni. Aumentare la cedolare sui redditi da affitto, ridistribuendo il carico fiscale dal lavoro alla rendita.
Cosa proponiamo?
Chi sbaglia, in nome e con la divisa dello stato, non può rimanere impunito. Proponiamo la cosa più semplice: rispondere alle richieste del parlamento europeo, alle decine di migliaia di cittadini che hanno chiesto di intervenire, e portare a compimento le proposte di legge che si sono sommate negli anni in parlamento e non sono mai state approvate.
Cosa proponiamo?
Una pensione di garanzia a tutela di lavoratori giovani, precari, poveri. Si può fissare il suo importo a 14mila euro annui lordi in caso di ritiro a 66 anni e 42 di anzianità. L’importo verrebbe ridotto o aumentato proporzionalmente in base agli anni di contribuzione, alle diverse aliquote di versamento, l’orario di lavoro e nell’anzianità si potrebbero computare anche periodi disoccupazione non indennizzata, o di cura o formazione.
10. Contro la discriminazione delle donne serve la formazione alla parità
Cosa proponiamo?
Gli interventi da fare per smetterla con un paese a misura di uomini sono noti, si concentrano nel campo del lavoro, della salute e della formazione, ed è proprio quest’ultima a fare la differenza. La formazione alla parità si basa sul contrasto agli stereotipi di genere che sono la base dei persistenti divari nella vita sociale ed economica (ad esempio nell’istruzione e nelle scelte scolastiche, nel mercato del lavoro, nella rappresentanza politica e nella divisione del lavoro nelle famiglie). Serve quindi un piano di formazione alla parità che coinvolga in primis i decisori politici come succede negli altri paesi europei.
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