- La prima scadenza è fissata il 19 ottobre quando si chiuderanno i termini per la candidatura al ruolo di direttore dell’Agea. Se il governo dovesse nascere in tempi rapidi, potrebbe gestire il dossier.
- Già in passato l’agenzia per le erogazioni in agricoltura è stata al centro di un caso: l’allora ministro leghista Centinaio fece un blitz, con il governo caduto, per nominare un profilo gradito.
- Il Mipaaf è un fortino principalmente affidato ai renziani, grazie all’azione di Bellanova durante il Conte bis. Patuanelli è riuscito a incidere molto meno, indicando solo il presidente dell’Ismea.
Il ministero dell’Agricoltura è un centro di potere decisivo per mettere le mani su un settore dell’economia che muove decine di miliardi di euro.
Sono quasi 5 miliardi solo quelli messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, a cui si sommano le risorse annuali previste sia sul piano europeo che su quello nazionale.
Il ministero è ancora più desiderato in questa fase, visto che sarà al centro di nomine fondamentali già tra fine ottobre e inizio novembre, con la prospettiva di rinnovare tutti i vertici degli organismi presenti nell’alveo del dicastero di via XX Settembre.
Finora è stato un fortino principalmente affidato ai renziani, grazie all’azione di Teresa Bellanova durante il Conte II, e solo in parte al Movimento 5 stelle: Stefano Patuanelli ha riempito solo la casella dell’Ismea con un profilo gradito.
Così adesso è la Lega che punta a prendere le leve di comando dell’agricoltura. Che sia direttamente Matteo Salvini, come è stato ipotizzato, o un altro leghista, l’intenzione è di gestire il settore.
Macchina agricola di soldi
La prima scadenza, la più importante, è fissata il 19 ottobre, quando si chiuderanno i termini per la candidatura al ruolo di direttore dell’agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), incarico attualmente ricoperto da Gabriele Papa Pagliardini, voluto proprio da Bellanova nel 2019.
Il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli ha presentato un’interrogazione alla Camera contestando l’avvio della procedura per l’individuazione del nuovo direttore.
Un tentativo di allungare i tempi che si è scontrato con un dato oggettivo: il mandato di Papa Pagliardini termina ufficialmente il 27 ottobre.
Stando alla tempistica del bando, comunque, è possibile che l’indicazione del prossimo direttore dell’agenzia spetti al nuovo governo. Se effettivamente la formazione della squadra dei ministri dovesse andare avanti con ritmi serrati, l’erede di Patuanelli al Mipaaf avrebbe la possibilità di gestire il dossier.
Finanziamenti Ue
Tanta attenzione è più che comprensibile, perché l’Agea è chiamata a vigilare e controllare sull’impiego dei contributi e l’individuazione dei premi.
È infatti una struttura che, secondo l’ultima relazione della Corte dei conti, ha elargito finanziamenti in qualità di ente pagatore, previsti dalla Commissione europea, pari a 2 miliardi e 200 milioni di euro.
E in totale, comprendendo quindi l’insieme delle risorse statali, la cifra va oltre i 10 miliardi di euro per il settore agricolo e agroalimentare. Un’attività che non ha conosciuto sosta nemmeno durante la pandemia: l’agenzia ha destinato, nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria, oltre 6 miliardi di euro alle aziende del settore.
Di fronte a queste cifre, diventa chiara la ragione per cui sia importante avere alla direzione un profilo che vada d’accordo con il ministro.
Non a caso l’Agea è stata anche oggetto di una contesa, proprio nel 2019: l’allora ministro uscente, Gian Marco Centinaio, nominò alla guida dell’ente Andrea Comacchio il 14 agosto, quando il primo governo Conte era già caduto e si profilava la nascita di un nuovo esecutivo.
Il blitz fu portato a termine nonostante le proteste del centrosinistra. Tuttavia, con la formazione del Conte II, appena insediatasi al Mipaaf, Bellanova revocò la nomina di Comacchio, puntando su Papa Pagliardini, che in precedenza era stato direttore dell’area politiche sviluppo rurale della regione Puglia, terra d’elezione di Bellanova.
Nel frattempo l’Agea ha modificato lo statuto e il direttore è quindi diventato sempre più una figura centrale dell'agenzia. Di conseguenza è un player fondamentale per la tenuta del comparto agricolo, che si regge sul sistema di finanziamenti pubblici.
Braccio renziano
Il braccio operativo dell’Agea è la Sin spa, in mano a un altro fedelissimo di Matteo Renzi. Si tratta dell’ex deputato toscano Edoardo Fanucci, non rieletto già nel 2018, che lo scorso 25 settembre era candidato nel collegio uninominale di Prato per il terzo polo, arrivando quarto con il 9,8 per cento.
Fanucci dal novembre 2020 è al comando (con un compenso di 60mila euro annui) della Sin, che svolge appunto una serie di attività di supporto per l’Agea. Su tutti è tenuta «alle verifiche istruttorie, contabili e tecniche nell’agroalimentare» e alla «cooperazione finalizzata all’efficientamento dei processi di erogazione di servizi nell'ambito dell'agricoltura e della pesca».
L’incarico di Fanucci era in realtà scaduto con l’approvazione del bilancio del 2021, ma lo scorso giugno c’è stato un rinnovo per un altro anno in seguito a una riunione del consiglio di amministrazione: il presidente (e amministratore delegato) resterà in carica fino al via libera del nuovo consuntivo, verosimilmente per tutta la primavera del 2023, salvo l’attuazione della riforma che dovrebbe portare la società a essere in house del ministero.
E non solo. I poteri attribuiti dal cda sono significativi, visto che è stata conferita anche la possibilità di stipulare e attivare contratti fino alla soglia del milione di euro.
A completare il tris di nomine risalenti alla stagione di Bellanova al Mipaaf c’è il presidente del Crea, acronimo di consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, le cui funzioni sono connesse alla ricerca. Il docente dell’università La Sapienza, Carlo Gaudio, ha assunto la guida dell’organismo nel dicembre del 2020: nonostante le tensioni politiche nel Conte bis, con Renzi che preparava la crisi di governo, Bellanova portò in consiglio dei ministri la proposta di nomina di Gaudio, approvata a larga maggioranza, anche per chiudere la fase della stagione commissariale.
Negli anni al ministero, Patuanelli è riuscito solo a indicare il nuovo presidente dell’Ismea, Angelo Frascarelli, molto stimato dal ministro vicino a Giuseppe Conte.
L’Ismea è un altro veicolo di sostegno per centinaia di milioni di euro, attraverso vari bandi o forme di agevolazioni. Tra le funzioni previste c’è quella relativa ai servizi informativi e assicurativi, ma anche creditizi e finanziari riguardanti il mercato agricolo e alimentare.
Tra tutti i ruoli rientranti nell’orbita del Ministero è quello più recente: Frascarelli è entrato in carica ad agosto 2021 e il mandato scadrà nel 2024. E se il futuro governo fosse così longevo potrebbe così prendersi la guida di ogni ente nel mondo dell’agricoltura.
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