Lei è la quarta in Europa, un gruppetto sempre più nutrito che va ad aggiungersi alle defezioni alla Camera e al Senato. Dopo che il candidato a Milano ha minacciato di lasciare la campagna, domani Salvini farà una conferenza stampa con il coordinatore lombardo
La doppia personalità della Lega ormai è evidente: Lady Onorato, come si fa chiamare su Twitter Francesca Donato (sposata con Angelo Onorato imprenditore di Palermo), l’europarlamentare accanitamente no green pass, se ne va in polemica con la linea governista caldeggiata dal fronte del nord e capeggiata da Gian Carlo Giorgetti.
Lei è la quarta in Europa, un gruppetto sempre più nutrito che va ad aggiungersi alle defezioni alla Camera e al Senato. Il leader della Lega ha commentato : «Chi va via lo ringrazio, lo saluto e tanti auguri». Ognuno ha i suoi motivi: per qualcuno Salvini è troppo sovranista e no vax, per qualcun altro troppo poco. Giovanni Fava, leghista iscritto alla Lega Nord ma non alla Lega Salvini premier, alle prime avvisaglie aveva decretato: «Salvini non è più in grado di gestire il territorio».
Mentre i nordisti e i presidenti di regione si compattano attorno a Giorgetti, il resto della Lega si sfalda. C’è chi parla addirittura di “scissione”, mentre Salvini, in tour elettorale, cerca di ricucire con tutti.
Lady Onorato
Salvini è «irrilevante», ha detto domenica il segretario del Pd Enrico Letta. Dalle parti della Lega ancora oggi, dopo l’addio di Donato, il presidente del Friuli (e della Conferenza delle regioni) Massimiliano Fedriga ha ribadito la linea contraria quella di Salvini: «Non c’è spazio per i no vax», ha detto, ricordando l’accordo con i presidenti delle regioni che vincola il segretario a seguire la linea governista.
Donato, dopo accese comparsate tv contro il green pass e aver definito «credibile quanto una barzelletta» l’invito della famiglia di un medico morto di Covid-19, ha spiegato che non può più restare: «Nonostante le rassicurazioni e le battaglie interne del nostro leader, sono passati decreti liberticidi e discriminatori che – a mio avviso – sono incompatibili con i principi fondamentali del nostro ordinamento».
Ha dato il sofferto annuncio a Repubblica: «Sa, il segretario si trova in una posizione delicata. Rappresenta un partito con diverse anime, ma c'è una prevalenza della linea dei presidenti di regione e dei ministri, capeggiati da Giorgetti, a favore delle scelte del governo Draghi». Il leader del Carroccio, ha proseguito, «ha cercato di dare forza a quanti come me giudicano che le decisioni sul green pass siano sproporzionate e inadeguate. Salvini ha dovuto mediare, ma a un certo punto si è fermato».
Ed è lei la prima a parlare apertamente di separazione: «C'è un forte dissenso interno che, laddove non sarà composto, non potrà che emergere: potrà verificarsi pure una scissione». Intanto «ci saranno le amministrative». Se andranno male, conclude toccherà ai governatori del nord che si sono ribellati a Salvini fare autocritica.
Donato lascia proprio ora che la Lega in Sicilia aveva mosso i primi passi verso le elezioni dell’anno prossimo insieme al segretario ex forzista Nino Minardo, che l’europarlamentare ringrazia ufficialmente in un post sul suo sito: «Galantuomo con cui ho sempre avuto rapporti di reciproca stima e lealtà». Adesso non smentisce l’apprezzamento per il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia.
Gli altri
Come Donato Vincenzo Sofo non si è sentito più rappresentato dal Salvini di governo, ed era approdato a Fratelli d’Italia. E dire che gli altri europarlamentari se ne erano andati perché si sentivano lontani dalle posizioni troppo sovraniste di Salvini e vicini a Giorgetti. Andrea Caroppo, e Lucia Vuolo avevano valutato la scelta di campo la condanna all’irrilevanza europea. Così si erano avvicinati al Ppe, a cui Caroppo e Vuolo hanno direttamente aderito, con tanto di accoglienza social di Silvio Berlusconi. La salernitana Vuolo aveva detto di Salvini: «C’è una confusione totale di movimenti e comportamenti politici scomposti».
Ma è in Italia che lo stillicidio è partito nel 2019, la prima volta che il segretario ha dato il primo colpo alla sua autorità: lasciando il governo giallo verde. Carmelo Lo Monte, già vicepresidente della Regione Siciliana nella giunta Capodicasa, a settembre è passato al al gruppo misto. A inizio 2021 è entrato addirittura tra i volenterosi a favore di Conte.
Poi è arrivato il sì al governo Draghi. Gianluca Vinci, deputato di Reggio Emilia, ha preferito raggiungere all’opposizione Fratelli d’Italia. «Il mio NO non è stato una scelta, ma un atto dovuto» ha scritto su Facebook. Nei mesi successivi ha supportato il movimento dei ristoranti “IoApro” e proseguito la sua campagna no green pass.
Molti leghisti non sanno più che fare. Lo dimostra Tiziana Piccolo, deputata leghista che non se ne è andata, ma quasi. Il 27 maggio, la Camera registra che è passata a Coraggio Italia, il partito di Toti e Brugnaro, per tornare lo stesso giorno da Salvini. Grandi festeggiamenti: «Era, è, è sarà una valida rappresentante della Lega» ha twittato il leader.
Al Senato gli è andata meglio, anche se una defaillance ha mostrato la confusione del partito. Per 24 ore lo stesso Salvini è uscito dal gruppo, anzi, dal parlamento. Il 30 luglio 2019: il riconteggio gli aveva fatto perdere il suo seggio in Calabria dopo il ricorso della senatrice azzurra Fulvia Caligiuri. Salvini è “tornato a casa” il 31 luglio grazie al seggio del Lazio.
L’unico addio di peso a Palazzo Madama finora è stato Claudio Barbaro, presidente dell’Alleanza sportiva italiana e già membro della giunta del comitato olimpico. Ha lasciato per la riforma dello Sport voluta dall’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio Giorgetti. Da lì è approdato a Fratelli d’Italia.
Nonostante il segretario della Lega descriva le lotte intestine come una «fantasia che va bene per Topolino» per il momento ha deciso che è meglio non tentare le urne: «Non darò a Letta e Conte la soddisfazione di massacrare l'Italia per due anni: noi stiamo qui e combattiamo a nome vostro». A inizio ottobre, però, ci saranno le amministrative.
Domani, dopo che il candidato sindaco Luca Bernardo ha minacciato di abbandonare la campagna elettorale se non arriveranno i fondi dai partiti, il leader della Lega ha deciso di farsi sentire in Lombardia: alle 11 ha in programma una conferenza stampa. All’evento partecipa anche il coordinatore lombardo della Lega, Fabrizio Cecchetti.
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