Il ciclone Brigitte sta portando esondazioni, frane e allagamenti soprattutto in Piemonte e Liguria, ma stanno soffrendo anche la Val d’Aosta, parte di Emilia-Romagna e Lombardia, con danni che ancora devono essere quantificati. Di fronte all’ennesimo disastro bisogna chiedersi dove sono gli investimenti per il dissesto idrogeologico annunciati dal Piano Italia Sicura nel 2014 e rilanciati dai governi Conte I e Conte II. Nel 2017 il ministero dell’Economia aveva firmato un contratto di finanziamento con la Banca europea per gli investimenti, ma il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, lo ha fatto decadere. Il problema, spiega, non sarebbero i soldi ma la mancanza di progetti da parte dei comuni: «Non hanno nè le competenze nè le risorse», ha detto ieri alla Stampa. Il governo però ha ricominciato a trattare con la banca.

L’emergenza

In alcune aree del nord ovest sono caduti negli scorsi giorni quantitativi di pioggia che di solito vengono registrati in 6 mesi. Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, ha chiesto lo stato di calamità naturale. L’emergenza è compito della Protezione civile, mentre della prevenzione si devono occupare i comuni presentando i progetti, le regioni che li vagliano e infine li passano al ministero dell’Ambiente che li finanzia.

Nel 2017 la Bei aveva siglato un primo contratto con il ministero dell’Economia per un finanziamento di 800 milioni di euro, di cui la prima tranche, pari a 400 milioni, era già stata sottoscritta il 17 dicembre. Il credito avrebbe dovuto sostenere 150 interventi per il rafforzamento degli argini dei fiumi a rischio esondazione, la risistemazione dei corsi d’acqua e dei canali di collegamento, le casse di espansione lungo fiumi e torrenti, interventi per prevenire erosioni costiere o frane. A patto però che il ministero dell’Ambiente avesse firmato un contratto di progetto per il monitoraggio dello stato di avanzamento degli interventi.

Prestito cancellato

Quei fondi, secondo il ministero dell’Ambiente, erano per progetti già presentati precedentemente per cui erano già stati previsti stanziamenti di bilancio. Da allora alcuni lavori sono già partiti, ma molto a rilento, visto che ottenere la cantierabilità è sempre un procedimento lungo. Così il ministero dell’Ambiente non ha mai perfezionato il contratto e il prestito è stato cancellato. Il governo però, fa sapere la Bei, ha riaperto un dialogo con la banca «perché sia comunque possibile implementare una nuova operazione, vista la strategicità della difesa del territorio in termini di vite umane e costi, sociali e finanziari».

Mancano i progetti

Questo nuovo intervento da un miliardo sarebbe in pratica già pronto: «sarà possibile anche in tempi rapidi, a patto che ci sia collaborazione da parte di tutte le amministrazioni interessate».

Il ministro Costa, attaccato per le sue parole contro i comuni, ha replicato con un lungo post su Facebook: «Un dato di fatto è che i comuni, soprattutto quelli più piccoli, non riescano a realizzare progetti cantierabili, per la tutela del territorio. Ma – chiaramente – non è cattiva volontà: spesso hanno un geometra a scavalco con altri comuni, risorse esigue, uffici tecnici senza geologi».

Per velocizzare il ministero interverrà sulla progettazione: «con delibera Cipe, abbiamo permesso ai Comuni che non riescono ad affrontare questa mole di lavoro, di avvalersi di società in house del ministero, Sogesid e Invitalia».

La legge di Bilancio

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha twittato in italiano: «Solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti dal maltempo nel Nord Italia. È stato attivato il satellite europeo Copernicus. Siamo pronti a fornire ulteriore assistenza in questo momento difficile. L’Italia può contare sul nostro pieno appoggio».

Per il Mef reperire risorse grazie ai prestiti Bei a tassi molto bassi significa risparmiare cifre significative evidentemente necessarie sugli interessi rispetto all’emissione di titoli pubblici. Gli altri aiuti europei del fondo Next Generation Eu per il Recovery Fund non arriveranno prima dell’anno prossimo. Gli investimenti contro il dissesto idrogeologico hanno dalla loro due vantaggi: aiuterebbero a mettere in sicurezza il paese e sono ad alta intensità di manodopera, un ottimo modo per far ripartire il lavoro, anche se in costanza di pandemia. Bei o no bisogna che partano.

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