Il giorno dopo il no a Mario Draghi gli esponenti di peso del Movimento cacciati dal capo politico Vito Crimi non hanno intenzione di arrendersi. Lezzi ha deciso di provare a scalare il vertice, Morra ripete: «Nel mio sangue sono un Cinque stelle». Dei no, due sono presidenti di commissione, Morra (Antimafia) e Moronese (Ambiente)
Il day after Draghi non è un buon risveglio per il Movimento 5 stelle. Il capo politico Vito Crimi ha deciso di espellere i senatori che hanno votato no alla fiducia al nuovo governo, in attesa di vedere oggi quanto peserà sulla Camera. Alcuni erano annunciati, ma fino all’ultimo è stata una sorpresa vedere Barbara Lezzi, ex ministra per il Sud, Nicola Morra, presidente della commissione bicamerale antimafia, e Vilma Moronese, presidente della commissione Ambiente, votare no. Alla fine sono stati 15. Il ministero della Transizione ecologica non ha convinto gli scontenti, i big però non hanno intenzione di farsi silenziosamente da parte. Danilo Toninelli, l’ex ministro e altro nome di peso che aveva detto inizialmente no su Rousseau al governo Draghi, alla fine ha deciso di votare sì.
Barbara Lezzi
Lezzi ha fatto campagna contro il governo Draghi sin da subito, chiedendo anche un nuovo voto su Rousseau. Fino a ieri diceva la sua sulla ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma, e dopo il no e l’espulsione continua a combattere. Anzi, questa mattina ha pubblicato un post su Facebook per dire che è pronta a dare la scalata al vertice del Movimento e si candiderà per l’organo direttivo. Dopo la votazione chiusa ieri infatti si passa dal capo politico a cinque dirigenti.
Nicola Morra
Anche Morra è tra i delusi che non mollano. Lui si dice «molto scosso» ma si sente «M5s nel sangue». Ieri sera ha detto che dire di no «gli è costato ma ha ritenuto giusto farlo. Faranno quello vogliono ma ritengo di aver fatto qualcosa che non mi mette a mio agio, ma bisogna anche rimaner soli».
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