Ha scelto Giorgia Meloni, e ha scelto tagliando corto, visto che gli alleati si erano infilati a capofitto in un ginepraio di veti incrociati, di nomi che filtravano sui giornali e venivano subito impallinati: alla fine il candidato presidente in Liguria sarà Marco Bucci, sindaco di Genova. Per la destra è un usato sicuro: alle regionali, chi vince a Genova vince il banco. E Bucci ha già vinto due volte, la seconda al primo turno con oltre il 55 per cento.

Chi anche da destra pensava all’opportunità di una qualche discontinuità con il passato, leggasi Giovanni Toti, il presidente arrestato e tenuto ai domiciliari per 80 giorni poi dimessosi e quindi liberato, viene clamorosamente smentito: Toti e Bucci sono una coppia di fatto, politicamente parlando.

Il nome di Bucci è in decine di intercettazioni dell’inchiesta che coinvolge Toti, ma «finora la Procura ha sempre escluso ogni suo coinvolgimento, non credo che questa cosa possa e debba cambiare ora che si candida», spiega il sottosegretario Edoardo Rixi, leghista e capo della Lega in Liguria.

Il Pd: Bucci è Toti

Per la sinistra il tema non è l’inchiesta, spiega Davide Natale, segretario ligure del Pd, ma la politica: «Chi vuole continuare ad avere una sanità allo sfascio con liste d’attesa infinite, nessun nuovo ospedale e carenza di personale e servizi territoriali; chi vuole che i giovani liguri continuino a cercare il loro futuro altrove o chi si accontenta di annunci di nuove infrastrutture senza vederne la realizzazione, o pensa che il posizionamento del rigassificatore a Vado-Savona sia una scelta strategica per il futuro energetico della Regione o che le imprese liguri debbano continuare a soffrire per mancanza di politiche industriali, in Bucci ha il candidato perfetto. Bucci non ha mai preso le distanze dall’ex presidente della Regione, e ne ha sempre rivendicato la completa sintonia e vicinanza politica».

Andrea Orlando, il candidato del centrosinistra, per ora non parla. Ma ai suoi si confida: «Sono scappati tutti, sono stati costretti a cercare Bucci per la candidatura». Bucci «è stato investito da Roma. Non hanno voluto fare un torto a Toti, si capisce anche da come tutti i leader nazionali del centrodestra abbiano sottolineato il tema della continuità. Segnale che giochiamo la partita in vantaggio».

Scelta obbligata

La scelta di Bucci ormai era praticamente obbligata, lo si è capito dagli ultimi giorni. Rixi aveva bruciato l’altra socia politica di Toti, la deputata centrista Ilaria Cavo; poi il civico leghista Pietro Picciocchi, vice di Bucci, non era abbastanza civico da non impegnare la Lega (che spera ancora di non dover cedere a Fdi la candidatura in Veneto, il prossimo anno); e via via erano saltate anche le seconde e le terze file. Lo stesso Rixi era recentemente tornato in auge ma a condizione – di Matteo Salvini – che fosse «indicato da tutta la coalizione».

Bucci invece è un candidato “naturale”, aveva ricevuto pressanti richieste di candidarsi, ma aveva declinato: non è un mistero che si sta curando da mesi: pochi giorni fa lui stesso ha postato la foto della sua ultima radioterapia, un apprezzabile gesto di trasparenza per un amministratore.

Giorgia Meloni ha tagliato corto. E ha scelto, d’accordo con Salvini, un nome su cui nessuno a destra poteva aprire bocca: un protagonista «di quel ‘modello Genova’ che ha consentito in tempi record di ricucire la ferita del ponte Morandi e costruire il nuovo Ponte San Giorgio», hanno scritto in un comunicato congiunto i leader nazionali. Tutta la destra esulta e si complimenta.

Missione centristi

Bucci ha anche, forse soprattutto, un jolly: la possibilità di pescare nel centro del centrosinistra. Italia viva è nella sua maggioranza a Palazzo Tursi, con l’assessore Mauro Avvenente e due consiglieri, eletti nella lista del candidato sindaco. Nelle ultime ore la scelta di Matteo Renzi di schierarsi a sinistra con Orlando aveva terremotato i dirigenti; anche perché il Pd mette una condizione per l’imbarco in coalizione: lasciare la giunta Bucci, indicazione che Renzi si appresta a impartire.

«Siamo pronti a fare le nostre scelte dopo che sarà chiaro il quadro delle proposte e delle richieste del Pd, per ora non lo è», ha detto ai suoi nelle scorse ore. Questo perché invece da M5s e sinistra le condizioni sono anche altre: correre senza simbolo di Iv, e nessun volto noto camuffato in eventuali liste moderate. Ora, viene assicurato, la scelta di Iv resta quella del centrosinistra. Ma certo Bucci spariglia in quella fettina di elettorato.

«Ed era meglio che il centrosinistra avesse chiuso l’accordo prima», è la considerazione che viene fatta. In serata Renzi chiude la partita: «Bucci è stato un bravo sindaco di Genova» ma «stavolta noi non lo appoggeremo. Noi abbiamo scelto due mesi fa di aderire all0appello di Elly Schlein per costruire un nuovo centrosinistra. Bisogna essere coerenti anche quando si paga un prezzo».

Per Natale, segretario del Pd, la scelta di Bucci «è un ripiego a cui neanche il centrodestra sarebbe voluto arrivare». E forse neanche Bucci. Negli scorsi mesi più volte si è sottratto con lodevoli motivazioni: voleva restare a fare il sindaco.

Di recente, lo scorso 31 agosto, in un’intervista a Libero aveva ribadito il suo no alla corsa: «Per due ragioni: ho preso un impegno con i genovesi fino al 2027 e sarebbe un tradimento non rispettarlo. E poi non godo di ottima salute e non potrei garantire il mio impegno assoluto per i prossimi cinque anni. Candidarsi pertanto avrebbe significato prendere in giro gli elettori».

Con auguri sinceri di guarigione, è così che lui ha definito la sua candidatura. In serata davanti ai cronisti ammette: «Ho parlato con i medici, non sarà una passeggiata ma lo sapevo già. C’è però la volontà di andare avanti: se mi comporto bene, non penso che ci saranno conseguenze. Il tono delle urla sarà più basso, pazienza, ma quando ce ne sarà bisogno continuerò a urlare».

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