La portavoce di Davide Faraone, il capogruppo di Italia viva al Senato, dice a Domani: «18 sono e 18 restano, nessuno va via». Nencini, contattato, dice che le ipotesi di smembramento sono «fake news». E su Conte non risponde
Un brevissimo messaggio: «Fake news». Due parole per dire che il gruppo di Riccardo Nencini con Italia viva al Senato composto da 18 senatori, che stanno mettendo a rischio il Conte bis, resta in vita. Che ne sarà di questa unione a Palazzo Madama è ancora presto per dirlo, ma l’ipotesi di appoggio di Nencini a Giuseppe Conte per ora non prevede l’uscita dalla truppa Psi-Italia Viva. «Non lascio proprio nulla», dice Nencini a Domani riferendosi al gruppo.
Il senatore del Psi ha permesso a Matteo Renzi di farsi la sua compagine a Palazzo Madama poche settimane dopo la nascita del Conte 2, offrendo il simbolo presentato alle elezioni, quello del Psi, per costituire l’unione Iv-Psi. Un peso in parlamento che adesso l’ex sindaco di Firenze sta sfruttando in tutti i modi. La portavoce di Davide Faraone, il capogruppo di Italia viva al Senato, dice a Domani: «18 sono e 18 restano, nessuno va via». Per Italia viva quelli di Nencini sono ragionamenti più ampi.
Il comunicato
Giovedì la rottura con Renzi sembrava fatta: «Chi ha maggiori responsabilità è chiamato ad esercitarle fuoriuscendo dalla logica dei duellanti e tenendo fermo il richiamo del presidente della Repubblica. Spetta al presidente del Consiglio indicare la strada per una rinnovata coesione di tutta la maggioranza», si leggeva nel comunicato di Nencini siglato con il segretario del Psi Enzo Maraio.
«La crisi di governo c’è e va affrontata con decisione e senza mettere tempo in mezzo. Sono queste le ore dei costruttori», avevano aggiunto, «avessimo un centro destra a trazione berlusconiana, l’ideale sarebbe un esecutivo di rinascita da oggi a fine legislatura. Gettare le fondamenta della nuova Italia, come avvenne tra il 1944 e il 1947, per affidarsi poi alla sfida elettorale. Non è così, non con Salvini e Meloni che inneggiano a Trump e ritengono l’Europa un pericoloso accidente».
Oggi alla domanda «voterà la fiducia a Giuseppe Conte?», il sentore del Psi, che solo ieri ha lanciato l’amo del “costruttore”, per ora preferisce non rispondere.
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