- Il capo politico del M5S, Vito Crimi, in un'intervista a La Stampa risponde alle parole di Alessandro di Battista che ha accusato il movimento di aver ostacolato la sua ascesa alla guida dei pentastellati
- «Sono frasi che di per sé creano divisioni. E le vittorie sono effimere quando creano divisioni». E sugli Stati generali specifica «servono a capire “cosa” e chi vogliamo essere»
- Il terzo mandato parlamentare è «una forzatura», aggiunge Crimi, mentre in tema alleanze «è più possibile allearsi con il Pd che con altri. Ma è fondamentale darsi prima un'identità, le eventuali alleanze verranno di conseguenza»
«Sono frasi che di per sé creano divisioni. E le vittorie sono effimere quando creano divisioni. Noi non abbiamo le correnti perché non abbiamo differenze ideologiche. Al massimo diverse sensibilità sugli stessi obiettivi». Così il capo politico del M5S Vito Crimi in un'intervista a La Stampa in merito alle parole di Alessandro di Battista che ha accusato i vertici del movimento di aver fatto tutto per evitare una sua ascesa alla guida dei pentastellati.
Sugli Stati Generali, Crimi specifica che «servono a capire 'cosa' vogliamo e chi vogliamo essere». Sulla questione Rousseau e Casaleggio, il capo politico pentastellato ha precisato che «non c'è una questione Casaleggio. Ma un dibattito su quali strumenti usare per cosa», chiarendo che non è contendibile e che non ci sono altre piattaforme al suo posto.
Il terzo mandato parlamentare è poi «una forzatura», mentre in tema alleanze «se ci sono le condizioni è più possibile allearsi con il Pd che con altri. Ma dipende da cosa vogliamo fare da grandi. Se restare forza di governo oppure no. Ci sono temi che dividono -penso all'immigrazione e alle autonomie - sui quali va trovata un'unità. È fondamentale darsi prima un'identità dai contorni chiari. Le eventuali alleanze verranno di conseguenza», conclude.
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