- Il capo politico reggente del M5S, Vito Crimi, intervistato dal Corriere della Sera commenta il congresso appena portato a termine dal Movimento. Sull’intervento di Alessandro Di Battista: «Lo trovo molto offensivo».
- Di Battista ha preso il triplo delle preferenze di Di Maio? «Si votavano i relatori. Qualcuno può averlo votato per ascoltare le sue opinioni, non per averlo come capo politico». Così anche Roberta Lombardi, esponente del comitato di garanzia del M5S: «Di Battista egoista, pensa ai suoi voti e non alla base».
- E sulla piattaforma Rousseau Crimi sottolinea: «Alcuni servizi dovranno essere regolamentati».
«È necessario che chi ha ruoli di responsabilità o la capacità di muovere consensi si metta in gioco ed entri nel nuovo organo collegiale». Così Vito Crimi, capo politico reggente del M5S, dopo la due giorni degli Stati generali del Movimento, in un'intervista al Corriere della Sera.
Di Battista ha preso il triplo delle preferenze di Di Maio? «Forse è una convinzione di Alessandro, neanche io so il risultato. Le cifre non sono note. E le spiego perché: perché non si votava il capo politico ma i relatori. Qualcuno può aver votato Di Battista per ascoltare le sue opinioni, ma non è detto che lo voterebbe come capo», risponde Crimi.
Che sbotta sull'intervento di Di Battista: «Lo trovo molto offensivo nei confronti del Movimento. Non ci siamo mai genuflessi a nessuno e non mi risulta sia stato denigrato».
Così anche Roberta Lombardi, esponente del comitato di garanzia del M5S, che commenta con Repubblica: «Sono mortificata per Alessandro Di Battista, perché anziché dare il giusto riconoscimento al lavoro di una comunità che ha passato un mese a riprogettarsi sul dopo-Covid, la prima al mondo a farlo, pensa solo a quanti voti ha preso lui per intervenire. Sta oscurando il lavoro del noi, del gruppo, perché deve portare avanti l'io. Il suo io».
Alla domanda se teme ci possa essere una scissione, Lombardi replica così: «Se ti senti parte di una comunità non resti solo se prevale la tua idea. Se il resto della squadra decide di giocare a un altro gioco, non è che prendi la palla e te la porti via».
Il futuro del Movimento? «La democrazia diretta è e rimane uno dei princìpi cardine identitari di oggi e di domani. I tavoli che hanno lavorato su questo hanno stabilito che gli strumenti per attuarla devono essere in mano al Movimento. Comunque decideranno gli iscritti», sottolinea.
E Vito Crimi sull’associazione Rousseau precisa: «Credo che alcune funzioni, come la certificazione di liste e candidati, e la comunicazione debbano essere internalizzate. Altri servizi della piattaforma dovranno essere regolamentati», sottolinea.
Crimi si ritiene comunque soddisfatto: «Sono contento della grande partecipazione. Siamo spesso stati accusati di reprimere il dissenso, invece abbiamo dato dimostrazione di democrazia, facendo parlare tutti e in ordine alfabetico. Abbiamo fatto un tagliando al Movimento. Il documento di sintesi lo farò io con l'aiuto dei 34 facilitatori. Ci vorrà qualche giorno. Dovremo decidere se fare un voto unico o per parti o per singoli quesiti».
L'organo collegiale «si voterà subito dopo. Sarà un organo rappresentativo, quindi con singoli candidati».
A Beppe Grillo non piaceva l'aria da 'partito' di questo congresso? «No, Beppe ci è sempre vicino, vede la sua creatura che cresce. Nel mio discorso ci sono anche spunti tratti dalle sue idee», replica il capo reggente del Movimento.
E sull'assenza di Casaleggio risponde: «Mi dispiace non abbia colto l'importanza dell'evento. La scaletta l'abbiamo fatta nelle ultime 48 ore. Io l'avevo invitato solo per un saluto, come ho fatto con il premier e Bonafede. Le decisioni le prenderà il nuovo organo collegiale. Poi se Casaleggio vorrà dare un'opinione ben venga. Lui è parte della storia del Movimento e questo non si può rinnegare».
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