Dopo che i Cinque stelle non hanno partecipato al voto finale sul provvedimento alla Camera, il presidente del Consiglio ha raggiunto Mattarella, dicono fonti di governo
Aggiornamento 18.55
Dopo l’assenza dei deputati del Movimento 5 stelle durante il voto sul decreto Aiuti alla Camera e Forza Italia ha chiesto una verifica di maggioranza, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha raggiunto il Quirinale per un incontro con il presidente Sergio Mattarella, fanno sapere fonti di governo.
I deputati del Movimento 5 stelle non hanno partecipato al voto finale sul decreto Aiuti in programma per questo pomeriggio alla Camera. L’indicazione è arrivata poco prima della votazione e ha confermato la linea di stallo che Giuseppe Conte ha inaugurato la settimana scorsa proponendo al governo una serie di richieste su cui i Cinque stelle ora aspettano risposte dal governo.
A non rispettare l’indicazione di partito è stato soltanto un deputato Cinque stelle, Francesco Berti, della commissione Esteri. Il testo è comunque stato approvato con 266 voti a favore e 47 contrari.
Durante il dibattito, Forza Italia ha anche chiesto ufficialmente una verifica della maggioranza. «Mi domando se non sia il caso che non ci sia una profonda verifica per stabilire chi veramente sostiene il presidente Draghi e il suo governo, quali sono le condizioni che gli altri partiti devono accettare per andare avanti: a quel momento saranno chiare le intenzioni di tutti» ha detto in aula il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli.
La Lega ha subito appoggiato la richiesta di Forza Italia. «Bene la richiesta di chiarimento sull’attività del governo, a cui aggiungiamo la necessità di stoppare le leggi su droga libera e cittadinanza facile. Non è questo che si aspettano gli italiani da questa maggioranza» spiegano dal Carroccio, da giorni sul piede di guerra per gli argomenti di cui sta discutendo Montecitorio.
Il testo
Il provvedimento in esame contiene una serie di norme che il Movimento vede come provocazioni: ritocchi al superbonus e al reddito di cittadinanza, due misure di bandiera dei grillini, oltre all’assegnazione dei poteri speciali al sindaco di Roma per la realizzazione di un termovalorizzatore.
I deputati hanno dato battaglia a lungo e la settimana scorsa hanno deciso di votare la fiducia al governo e non votare il provvedimento nel merito. Il voto inaugura una settimana cruciale per il governo, in cui il provvedimento passerà al Senato.
La settimana al Senato
A palazzo Madama, le regole non prevedono due voti, ma uno solo, che condensa fiducia e merito. Di conseguenza, è possibile che il Movimento voti la fiducia in un ramo del parlamento per fare l’opposto nell’altro: Conte vuole inviare un messaggio politico, soprattutto nel caso in cui Mario Draghi non faccia seguito alle nove richieste dei grillini.
Il governo ha tutti i numeri per sopravvivere, ma Draghi ha già spiegato più volte che senza i Cinque stelle il suo esecutivo «non esiste» e ha fatto capire che, nel caso in cui venga aperta la crisi, salirà al Quirinale per discutere la situazione con il Capo dello Stato.
L’alternativa in discussione in queste ore al Senato è quella di mandare un segnale con una serie di assenze mirate, senza far mancare totalmente il voto del gruppo Cinque stelle. La strategia del Movimento diventerà evidente nelle prossime ore: i vertici grillini sperano infatti in un messaggio da palazzo Chigi tra oggi e domani.
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