In un’intervista a tre quotidiani la premier risponde alle critiche di Forza Italia: «La tassa sugli extraprofitti è una decisione mia, Giorgetti e gli altri d’accordo». Poi la critica alle opposizioni: «Sul salario minimo non sono seri, io ho dato mandato al Cnel»
«Ho rispetto del sistema bancario e non voglio colpire le banche, ma c’era una situazione di squilibrio. Con il prolungato aumento dei tassi da parte della Bce si rischia di penalizzare famiglie e imprese». In tre interviste gemelle a Corriere, Repubblica e Stampa, la premier Giorgia Meloni ha rivendicato la tassa sugli extraprofitti delle banche, voluta dal governo la scorsa settimana, e ha risposto alle critiche di Forza Italia: «Non c’è stato alcun blitz in Consiglio dei ministri, come ha detto Tajani. Può esserci stata una questione di metodo, ma è più facile intervenire su una misura se la notizia non gira troppo».
La premier ha escluso che possa esserci un autunno caldo, con i lavoratori e le opposizioni in piazza. «Quando la Cgil convoca una manifestazione prima che la legge di bilancio sia scritta, sai che non è un tema di merito ma di opposizione pregiudiziale. L’Italia cresce più dei principali paesi europei, si registra il minimo di disoccupazione degli ultimi 14 anni e il record di occupazione femminile», ha detto Meloni dalla Puglia, dove sta passando qualche giorno di vacanza.
Nelle interviste ai tre quotidiani, la presidente del Consiglio ha parlato anche di salario minimo, dopo l’incontro di venerdì con le opposizioni: «La mia impressione è che non si voglia affrontare seriamente la questione. Io ho presentato un piano preciso, dando al Cnel sessanta giorni prima della legge di bilancio per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero. Magari per alcune categorie può prevedere anche il tema del salario minimo».
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