Prima l’intervento dell’ex leader Luigi Di Maio che ha chiesto di non indebolire il premier Giuseppe Conte. Si cerca la quadra sul testo della risoluzione. Crimi specifica: «Da stamattina i capigruppo di commissione stanno lavorando per trovare la quadra, sono circa sessanta persone per mettere giù una risoluzione». In questo modo «tutto andrà come deve andare»
Mercoledì finirà il patema di maggioranza sul meccanismo europeo di stabilità: «Sono convinto che non ci saranno problemi di voto, se qualcuno dovesse decidere diversamente, per il Movimento 5 stelle o il Pd, se ne assumerà la responsabilità». Lo ha detto a Mezz’ora in più su Rai3 il reggente del Movimento 5 stelle Vito Crimi ribadendo in diretta Tv quello che è emerso dall’incontro su Zoom tra i parlamentari del Movimento venerdì. Ovvero che una mediazione va fatta. Quello che si sono detti i Cinque stelle tra loro è che la scelta per ora è quella di non indebolire il premier Giuseppe Conte, come ha chiesto Luigi Di Maio ai “frondisti” e ai parlamentari del M5s tutti. E Crimi ha reso pubblica la linea: «Il presidente del Consiglio deve andare in Europa a portare la voce del Paese, non di una forza politica. Se poi questo creerà delle frizioni interne, le affronteremo. Ma nella sede parlamentare tutto andrà come deve andare» subito dopo che Conte avrà riferito in vista del consiglio europeo. Dovrebbe spegnersi così il sommovimento dei 58 grillini partito con una lettera firmata anche dal sottosegretario del ministero dell’Economia Alessio Villarosa.
Un lavoro di 60 capigruppo
Il lavoro però non è semplice. Il capo politico Crimi ha detto che sono coinvolti ben sessanta parlamentari per arrivare al testo della risoluzione di maggioranza che dovrà essere approvata: «Da stamattina – ha spiegato - i capigruppo di commissione stanno lavorando per trovare la quadra, sono circa sessanta persone per mettere giù una risoluzione». Il capo politico ha comunque tenuto a ribadire che «qualunque risoluzione è superabile da un'altra risoluzione ma ho una certezza: questo parlamento, a maggioranza assoluta e abbondante, è contraria al Mes». In realtà, ha specificato Crimi, il Movimento 5 stelle non è soddisfato neanche così: «Non ci piace la riforma del Mes non ci piace, ma mentre prima potevano fare un ragionamento, dopo un anno siamo in una crisi pandemica che ha colpito tutta Europa». Ma questa riforma, ha concluso, «serve a chiudere un capitolo e guarda oltre».
Anche il Movimento adesso cerca di guardare oltre questa settimana, che ha visto lo shock del Mes e la fuoriuscita di quattro europarlamentari. Si pensa al nuovo vertice: «La settimana prossima voteremo altri passaggi e nell'arco di un mese avremo le elezioni del nuovo organo» ha spiegato Crimi, a quel punto «non ci sarà il capo politico ma un organo collegiale». La giornalista Rai gli ha mostrato i sondaggi che li vedono scendere: «Sono più che convinto che il primo motivo sia perché non riusciamo a essere compatti e uniti, al di là delle differenze di opinione, che ci devono essere». Intanto assicura che la pressione per un rimpasto di governo non c’è, anzi, «non la sento».
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