Il Movimento Cinque stelle ha trovato la sua posizione su cui adesso dovrà lavorare per arrivare a un accordo con il Pd. Il mediatore sarà il ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola in attesa della conta in Aula quando si dovrà votare la risoluzione dopo l’intervento del premier alla Camera ma soprattutto al Senato
I sessanta parlamentari del Movimento 5 stelle hanno terminato il loro lavoro sul Mes, si intravede «il punto di caduta» che dovrebbe placare l’animo della fronda dei pentastellati. Barbara Lezzi, senatrice del Movimento tra i firmatari della lettera al ministro Luigi Di Maio e al reggente Vito Crimi che ha scosso la maggioranza, con un post su Facebook ha dato segno di voler collaborare in vista del voto di mercoledì che seguirà l’intervento del presidente del consiglio Giuseppe Conte alle camere, anche se il Pd «non potrà porre veti o distinguo». Di Maio ha commentato: «Bene il punto di caduta, prevalga la responsabilità».
Il post di Barbara Lezzi
Lezzi ha scritto su Facebook questa mattina: «Ora si tratta di formulare una risoluzione per il presidente Conte che è chiamato in Europa a dare il via libera alla riforma del Mes». Per questo, ha aggiunto «ho trascorso due intere giornate insieme ad altri 60 parlamentari per mediare le posizioni, per trovare un punto di caduta e per fare in modo di non essere ricordati come coloro che hanno peggiorato uno strumento già pessimo senza aver avuto nulla in cambio a tutela dei cittadini».
Da questo lavoro «è venuta fuori una risoluzione che non è quella ideale ma, almeno, rivendica il ruolo del Parlamento in sede di ratifica e avverte che non sarà disposto al voto finale se non ci sarà l'avanzamento significativo del resto del pacchetto di riforme», inclusa quella sull’Edis riguardante il sistema bancario.
Lezzi ha ringraziato i parlamentari «A tal proposito, superando sterili distinguo, posizioni tese solo a provocare o azioni esterne di chi esalta Conte in pubblico ma mira ad affossarlo, ringrazio tutti i colleghi per questo impegno sentito e aperto di questi due giorni».
Adesso il confronto con il Pd
«Tutto a posto? – ha proseguito – No». Il testo ha ricordato, dovrà essere mediato con il resto delle forze di maggioranza. Fino alle ultime ore i parlamentari del Movimento hanno tentennato su quale sarà la loro posizione definitiva. La senatrice ha avvertito: «Il Partito democratico non potrà porre veti o distinguo. La mia linea rossa è questa e non posso cambiarla».
Il capo politico Crimi già domenica ha assicurato che i voti ci saranno, anche in Senato dove la maggioranza è più ristretta. L’ex leader e ministro degli esteri Luigi Di Maio dopo il post di Lezzi ha chiesto ai suoi di essere responsabili. «È un bene che si stia andando verso un punto di caduta nel Movimento 5 Stelle», a proposito del voto di mercoledì «mi auguro si raggiunga un punto di incontro quanto prima. Era ciò che avevo fortemente auspicato e per cui ho lavorato insieme a tutti gli altri».
Il no all’utilizzo del Mes «resta fermo, ma il voto di domani sarà un voto sul governo, su una risoluzione, sul presidente del Consiglio. Prevalga la responsabilità». Il dossier adesso è seguito dal ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola, che sta lavorando per trovare una posizione che metta d’accordo la maggioranza.
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