Conte lancia il testo, già calendarizzato per il 29, per costringere il governo a condividere con il parlamento la linea sul conflitto ucraino e spingere per una strategia che guardi più alla diplomazia che alle armi. Una manovra che rischia di mettere in difficoltà soprattutto il Pd, che finora ha sempre votato a favore degli invii ma ultimamente ha partecipato anche alla marcia della pace con Conte
Il Movimento 5 stelle è riuscito a far calendarizzare a Montecitorio la discussione di una mozione che chiede al governo di tornare a riferire in aula sulle strategie da seguire nel conflitto ucraino. Nel documento, che esprime un atto d’indirizzo al governo nel caso in cui viene approvato, i Cinque stelle chiedono un maggiore sforzo verso una soluzione diplomatica al conflitto per «evitare un’escalation militare».
Il testo sarà discusso alla Camera il prossimo 29 novembre, anche se la calendarizzazione della discussione non garantisce automaticamente un voto, che potrebbe essere rinviato.
La mozione
«Oggi il Movimento 5 stelle ha depositato una mozione a prima firma Giuseppe Conte che chiede ancora una volta al Governo di venire in aula per illustrare al parlamento e discutere con tutte le forze politiche la strategia da perseguire nel conflitto Russia-Ucraina, al fine di promuovere iniziative che vedano il nostro paese farsi interprete e protagonista di una nuova fase negoziale per fermare l’escalation militare. La Conferenza dei capigruppo ha accolto la nostra richiesta, calendarizzando per martedì 29 novembre la discussione della mozione» ha detto il presidente del M5s Conte.
Conte chiede che il governo condivida con le aule «l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi di carattere internazionale riguardanti il conflitto Russia-Ucraina, compreso quello concernente l’eventuale invio di forniture militari» e di «promuovere azioni in cui il nostro paese si faccia interprete e protagonista di una nuova fase di sforzi diplomatici affinché sia scongiurato il rischio di una ulteriore escalation militare».
Le posizioni dei partiti
La proposta è in linea con la strategia che il Movimento ha tenuto finora sulla guerra, contraria a ulteriori invii di armi all’esercito ucraino e che spinge per la ricerca di una soluzione diplomatica. Nei fatti, la richiesta dei Cinque stelle mette però in difficoltà il Pd, che invece ha sempre sostenuto la fornitura di armi alla resistenza ucraina. Si è però andata fortificando negli ultimi tempi anche la frangia del partito che guarda con una certa disponibilità alla via diplomatica proposta da Conte, tanto che il partito ha preso parte alla marcia per la pace dello scorso 5 novembre.
La posizione dei dem si fa ancora più difficile per il travagliato rapporto tra Pd e M5s, che sono in rotta rispetto a una loro possibile alleanza alle regionali della prossima primavera.
Andranno guardate da vicino anche Lega e Forza Italia, che non hanno nascosto in passato la loro vicinanza a Mosca, e che per questo hanno già messo in imbarazzo Giorgia Meloni nelle prime settimane della sua premiership. Durante il governo Draghi, in ogni caso, avevano votato a favore degli invii di armi in Ucraina.
Nei giorni scorsi, in un’intervista, il ministro della Difesa Guido Crosetto in realtà aveva smentito la notizia di star preparando un nuovo decreto per l’invio delle armi, anche se da Bali Meloni, durante il bilaterale con Joe Biden, ha confermato il sostegno senza esitazioni alla resistenza ucraina.
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