L’ex di Terza Posizione era stato assunto dal governatore della Regione Lazio Rocca come capo delle relazioni istituzionali. In un mese ha difeso i terroristi condannati per la strage di Bologna, assunto il fratello della compagna, inneggiato a Himmler
Marcello De Angelis si dimette da responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Lo ha comunicato ieri con una lettera al “suo” presidente ed ex camerata Francesco Rocca. Fra due giorni, il primo settembre, un consiglio regionale chiesto dalle opposizioni avrebbe riaperto il suo caso. E sarebbe stato devastante per il partito di Giorgia Meloni.
L’ex Terza posizione aveva scatenato le polemiche per un post in cui aveva sostenuto «che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: lo so con assoluta certezza». La presidente Meloni si era cucita la bocca: fra i suoi quella linea incomprensibile è condivisa. Rocca resiste alla richiesta di dimissioni da parte di tutte le opposizioni. De Angelis si esibisce in mezze scuse e ritrattazioni pasticciate, che lasciano aperto un interrogativo: Meloni non vuole o non può rimuoverlo?
Le dimissioni ineluttabili
Il nostro giornale anticipa che le dimissioni sarebbero comunque arrivate. Perché spuntano altre questioni opache: sempre Domani scopre che alla regione ha assunto il fratello della compagna, Edoardo Di Rocco.
Una scelta familistica di cui Rocca non sapeva nulla. L’ex parlamentare Pd Lele Fiano ricorda poi un post nazista e antisemita scritto da De Angelis lo scorso dicembre, un omaggio dal criminale Heinrich Himmler. Pochi giorni prima era salta fuori una canzone antisemita: dove De Angelis dice che gli ebrei sono «una razza di mercanti».
È l’unica cosa di cui si pente, scrive ieri, per il resto si dichiara vittima della macchina del fango. Per Rocca difenderlo ad oltranza diventa proibitivo: sarebbe la prova che né lui né Meloni sono liberi di cacciarlo. Il suo curriculum era noto al momento della nomina. E anche ai tempi della sua elezione a parlamentare di An e poi Pdl, come sottolinea Rocca: non si rende conto che si tratta di un’altra ammissione imbarazzante. Il futuro ora è incerto, ma c’è chi crede che De Angelis planerà su una poltrona della fondazione An o in una lista (di Alemanno) alle europee.
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