- Alcuni candidati che hanno fallito l’approdo in Parlamento possono ottenere una consolazione con un incarico governativo. Tanti, soprattutto in Forza Italia, attendono l’evoluzione delle trattative per il governo.
- Il sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles, escluso dalle liste, è tra coloro che potrebbero conservare il ruolo nel passaggio di consegne con il nuovo governo. Matteo Salvini può spingere per Armando Siri.
- Vittorio Sgarbi, sconfitto nel collegio uninominale, ha ammesso l’attesa di una chiamata per un ruolo nell’esecutivo. «Ministro della cultura? Sono fiducioso».
Perso un seggio per la mancata candidatura o, peggio, per la fallita elezione, c’è sempre una possibilità di essere ripescati con un incarico di governo. Nel centrodestra, chi non ce l’ha fatta a entrare in parlamento, cerca di capire cosa accadrà, tenendo vivi i contatti con i vertici dei partiti, nella consapevolezza che prima occorre fare il governo e solo dopo si potrà completare il mosaico dei sottosegretari. Vittorio Sgarbi, sconfitto nel collegio uninominale, non ha comunque avuto remore ad ammettere l’attesa di una chiamata. «Ministro della cultura? Sono fiducioso», ha detto, puntando in alto, non a una poltrona di sottogoverno. La fila degli interessati è invece piuttosto lunga per diventare sottosegretari, soprattutto all’interno di Forza Italia, che può rivendicare un risultato elettorale al di sopra delle aspettative. E tanti candidati sconfitti.
Scontro sportivo
Il sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles, è tra coloro che potrebbero conservare il ruolo nel passaggio di consegne con il nuovo governo. Non è stato inserito nelle liste di FI, ma da commissario in Basilicata ha lavorato all’elezione della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ottenendo il nove per cento.
La fiducia di Silvio Berlusconi nei suoi confronti è nota, tanto che gli ha affidato una delega molto cara nel governo Draghi. Tra i rumors che circolano, la stessa possibilità viene attribuita a Valentina Vezzali, che nell’esecutivo Draghi è sottosegretaria alla Sport, candidata con gli azzurri nelle Marche e in Trentino-Alto Adige, senza riuscire a conquistare lo scranno a Montecitorio.
A suo favore giocano anche i buoni uffici con Giancarlo Giorgetti: l’attuale capo dipartimento di Vezzali è Michele Sciscioli, uomo di fiducia del dirigente leghista. Sempre nell’ambito sportivo, l’ex capitano della nazionale di pallavolo, Luigi Mastrangelo, non è stato eletto con la Lega.
Adesso potrebbe beneficiare della fiducia del leader del partito, Matteo Salvini, che lo aveva fortemente voluto in lista. L’ipotesi della ricompensa è alimentata dal fatto che c’è stata una seconda delusione, a stretto giro, per Mastrangelo: a giugno ha fallito l’approdo al consiglio comunale di Cuneo. Un duello Vezzali-Mastrangelo non è da escludere per lo Sport.
La Lega ha un altro nome pesante da ricollocare: Armando Siri, storico consigliere economico di Salvini. Già durante il primo governo Conte, l’allora ministro dell’Interno stava per rompere l’alleanza pur di difendere il suo fedelissimo.
Visto il curriculum, Siri può ambire a un incarico da sottosegretario in vari ministeri, da quelli più economici alle Infrastrutture. Per i trasporti si profila la candidatura di Angelo Biasotti, in quota Toti, sconfitto a sorpresa nell’uninominale di Genova. Ora può rientrare nei giochi governativi, perché a quel dicastero tradizionalmente un incarico viene attribuito a un ligure, vista la centralità della regione in materia di infrastrutture.
I fedelissimi di Berlusconi
Un eccellente non eletto è il vicepresidente della Camera uscente, il forzista Andrea Mandelli, attuale numero uno alla Federazione ordini farmacisti italiani (Fofi), sconfitto nel collegio di Milano Loreto. Per lui si possono spalancare le porte del ministero della Salute, almeno come sottosegretario.
Altro storico collaboratore di Berlusconi a non trovare spazio in parlamento, è Valentino Valentini, l’uomo dei rapporti con l’estero degli azzurri. Resta da vedere gli incastri dei ministeri, ma la possibilità che finisca alla Farnesina, in quota FI, è un’opzione che non viene scartata a priori.
Così come Sestino Giacomoni, fedelissimo al leader, può vedere ripagato l’impegno in campagna elettorale, che non è stato premiato con lo scranno a Montecitorio. La decisione spetta al fondatore di FI.
Stesso destino per l’ex ministra Stefania Prestigiacomo, a cui è stata sbarrata la strada verso il Senato dopo il veto di Fratelli d’Italia alla sua candidatura per le regionali in Sicilia.
Più problematica, invece, una ricollocazione governativa per Annagrazia Calabria e Renata Polverini. In particolare l’ex leader dell’Ugl è finita nell’elenco dei cattivi per aver dialogato con il centrosinistra sullo ius scholae.
I nomi di FdI
Chi non ha troppi problemi di non eletti da piazzare è Fratelli d’Italia, che ha fatto il pieno. Eppure qualche delusione è arrivata, come per Alessia Ardesi, giornalista ed ex donna della comunicazione di Berlusconi. Il posto in lista era buono, ma nella giostra del Rosatellum il seggio non è scattato. Ma per un incarico da sottosegretaria, chissà che non si trovi uno spazio adatto.
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