È stato socio di Campagnoli, oggi in Visibilia, la società fondata da Santanché di cui faceva parte Ruffino, imprenditore morto suicida: «Non so niente degli affari di Santanchè e Ruffino. Sulla ministra deciderà Meloni». Da presidente della commissione Finanze, Osnato parla di decreto omnibus e finanziaria: «Ci saranno modifiche sugli extraprofitti delle banche e per la finanziaria interverremo sulla sanità». Ipotesi di accisa mobile e bonus
Per Fratelli d’Italia oggi è un giorno movimentato. In attesa di ascoltare la relazione della presidente Giorgia Meloni nell’auditorium vicino a Piazza di Spagna a Roma, c’erano tutti i delegati dell’assemblea nazionale e i membri di diritto, tra di loro troviamo Marco Osnato.
I suoi ruoli ormai non si contano più: deputato, presidente della Commissione Finanze della Camera, responsabile economia di FdI. La sua storia personale si intreccia a quella di altri big del partito. Tra le altre cose infatti è genero del fratello di Ignazio La Russa, Romano. Il primo è presidente del Senato, il secondo è assessore regionale alla Sicurezza della Lombardia.
Al di là dei legami familiari, c’è il capitolo degli affari che conduce alle inchieste sulla galassia societaria di Visibilia nelle quali è indagata la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Per esempio, Osnato è socio di Alberto Campagnoli, entrato a luglio nel consiglio di amministrazione di Visibilia editore. E conosceva Luca Ruffino, il manager morto suicida quest’estate, azionista di maggioranza di Visibilia, la società fondata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè per cui oggi è indagata.
Osnato, lei è stato tra i primi ad accreditare l’ipotesi che Ruffino fosse malato e avesse perciò deciso di morire. Alla fine dall’autopsia è emerso che non è così.
Io sono uno di quelli che ha riproposto una notizia che era circolata. Poi ripeto è un lutto molto grave, di una persona che io ho conosciuto che non vedevo purtroppo da molti anni per questioni personali, contingenti, sono molto scosso da quello che è successo.
Le indagini in corso potrebbero essere un problema per la ministra Santanchè?
Non conosco né le indagini, né i rapporti societari, né quello che stava facendo a livello professionale Ruffino negli ultimi anni. Inoltre non conosco la situazione tra loro due.
Riguardo la audizione di Santanchè e quanto uscito sui giornali finora invece cosa ne pensa?
Ho sentito quello che ha detto, ho visto che l’Agenzia delle entrate ha accettato il piano di rientro. Per il resto vedremo quello che succederà.
Fratelli d’Italia si fregia di essere un partito attento alla legalità. Cosa farete se verrà richiesto il rinvio a giudizio da parte della procura?
Teniamo alla legalità e siamo anche una forza garantista. Sulla ministra la presidente Meloni saprà agire nel migliore dei modi possibile.
Oggi c’è il debutto di Arianna Meloni come capo della segreteria, sorella della premier e moglie del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Il suo partito è accusato di familismo. Nello specifico anche lei viste le sue relazioni personali.
Guardi, io mi sono candidato per la prima volta nel 2006, ho sempre preso preferenze. Sono felice di fare parte di una famiglia autorevole nel mondo della destra, così immagino altri. Mi pare che ci si concentri molto su FdI e non quando si tratta di mogli del centrosinistra. Non ci nascondiamo o ci vergogniamo, ma a studiare l’anagrafe l’accusa sarebbe diffusa.
Anche nel suo partito ci sarebbero mugugni.
L’assemblea è partecipata, mi sembra che la gente sia entusiasta e i risultati sono positivi. Mi pare una ricostruzione infondata.
Sui temi che più la riguardano come presidente della commissione Finanze c’è la sessione di bilancio. I soldi sono pochi, è una situazione che vi preoccupa?
Sicuramente è una situazione che ci preoccupa nel momento in cui si decidono le sorti delle famiglie italiane e delle imprese, però siamo anche ottimisti di poter fare il meglio possibile in una congiuntura non facilissima. Oggi c’è un po’ di rallentamento, soprattutto dovuto alla crisi dei produttiva tedesca, di cui noi siamo i principali fornitori. Però speriamo di poter invertire questa tendenza.
Quali sono le misure che pensate di portare avanti a parte il taglio del cuneo fiscale?
Questa è quella più importante. Ma oltre a famiglie e imprese, speriamo invece di fare un aumento ancora più sostanzioso di stanziamenti sulla sanità.
La flat tax remerebbe contro le assunzioni dei medici e degli infermieri.
Che i medici contestino la flat tax è legittimo, ma mi lascia un pelino sorpreso. Sappiamo che hanno avuto momenti difficili, sappiamo che c’è una carenza strutturali con elementi attrattivi all’estero, quindi sicuramente bisogna fare di più. Non è sovrapponibile la discussione fiscale con lo status della sanità. Non c’entra la flat tax.
In parlamento si discute il prelievo degli extraprofitti delle banche. Rispetto alle prime promesse già risulta ridimensionato, proporrete modifiche che lo restringeranno ancora?
Noi riteniamo che gli extraprofitti generati da situazioni anche critiche sia giusto tassarli, soprattutto se la tassazione va a dare aiuto alla spesa sociale. Poi siccome non siamo contro nessuno, non eravamo contro i petrolieri quando Draghi prelevava da lì gli extraprofitti, che tra l’altro non ha funzionato tantissimo, e non siamo contro le banche. Probabilmente proveremo a rendere la misura nella globalità più praticabile, senza creare scompensi a nessuno.
Il prezzo della benzina continua a salire. Cosa farete?
Il ministro Urso ha incontrato l’Antitrust sull’ipotesi di bonus. Noi come commissione Finanze abbiamo fatto partire un’indagine conoscitiva per le truffe sulle accise, c’è anche un tema di criminalità organizzata. Nessuno se la prende col singolo distributore, ma c’è da riordinare il settore, lo dice anche Assopetroli. Vedremo se riusciremo a trovare un sollievo sul costo della benzina, altrimenti ci sarà la possibilità di usare l’accisa mobile.
Quindi accisa mobile, col taglio finanziato dall’extragettito, o bonus?
Si valuterà rispetto anche alla puntualità del supporto e a chi è diretto. Noi abbiamo contestato il taglio delle accise di Draghi perché costava molti e andava a tutti dal più ricco al più povero: se si fa uno sgravio si fa per chi produce e chi è in difficoltà.
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