La segretaria Pd al Senato presenta gli emendamenti delle opposizioni alla manovra: ci sono 40 milioni di euro per misure a favore delle donne vittime di violenza. Si tratta della cifra destinata alle opposizioni dal Fondo parlamento. La maggioranza ha detto no
Sul Mes «il governo rischia di far tornare il paese alla rigida austerità dei parametri quantitativi. Germania e Francia si sono accordate e l’Italia prende atto a testa bassa. Tragicamente è così che sta andando». Per Elly Schlein il compromesso raggiunto dalla Commissione europea è «dannoso per l’Italia»; e lo stesso giudizio severo lo formula sul patto Ue sui migranti e sull’asilo. La segretaria si presenta alla conferenza stampa del Pd del senato dove si presentano le mosse dei dem sulla manovra che dopo poche ore arriverà nell’aula di palazzo Madama. Ma poi si concede alle domande a tutto campo. Risponde a tutte, anche a chi prova a farle dire il perché lei non reagisce agli attacchi di Giuseppe Conte: perché resta «massimamente unitaria sui temi», dice lei, «non è una formula di rito», «il mio avversario è Giorgia Meloni».
Fondi contro la violenza
Anche perché il vero oggetto della conferenza stampa à l’annuncio di un’iniziativa unitaria delle opposizioni, un emendamento alla finanziaria, che mette 40 milioni di euro di parte corrente per una serie di misure per le donne vittime di violenza. Si tratta della cifra destinata alle opposizioni dal Fondo parlamento (100 milioni). Soldi che dovrebbero servire a incrementare il «reddito di libertà» per garantirne l'indipendenza economica; incrementare il Fondo per le politiche di pari opportunità; per i centri per il recupero degli uomini autori di violenza; per la realizzazione di centri antiviolenza; per la formazione degli operatori; per l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali per i datori di lavoro privati che assumono donne disoccupate vittime di violenza. La destra non ha voluto aderire all’iniziativa: quindi di fatto i soldi che vanno sul capitolo «lotta alla violenza contro le donne» verranno solo dalle minoranze.
Per la destra prima il golf
Schlein attacca: «Avevamo proposto di rinunciare alle mancette elettorali. Ci sono state piazze piene il 25 novembre, dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, solo ieri ci sono stati altri due femminicidi. Davanti a una emergenza quotidiana quella mobilitazione del Paese ci dovrebbe dire qualcosa. Abbiamo chiesto alla maggioranza di fare qualcosa. Non c’è stato niente. C’è stato invece un milione e mezzo al golf club di Asiago». L’elenco delle «mance» (copyright Daniele Manca) delle destre è divertente: un contributo per la costruzione «del nuovo blocco spogliatoi a servizio del campo multifunzionale di calcio e rugby esistente a Possano (Cuneo); un contributo per i lavori allo stadio e per l’acquisto di una tribunetta per la pista atletica di Montecatini; un aiutino ai bagni pubblici del campo sportivo di Spilimbergo (Pordenone); per due campi da baseball a Piacenza. Per non parlare del contributo alla riqualificazione e ristrutturazione del canile e gattile regionale della Valle d'Aosta».
In generale per il Pd la manovra «non è prudente ma scritta sull’acqua, con un piano di privatizzazione da 20 miliardi, mai vista nel nostro paese» (Francesco Boccia, presidente dei senatori). E per la segretaria è «iniqua», «di austerità», «di tagli alla sanità pubblica». Conclusione: «Con la destra l’Italia frena. Hanno perso tempo, a cominciare dal Pnrr. I sindaci ancora non hanno capito con quali risorse il governo intenda sopperire a quelle tolte dai progetti già deliberati. Questa manovra sovrastima la crescita, ed è già un problema. Ma non genera crescita: è iniqua e manca di visione. L’unico investimento è sul progetto anacronistico sul Ponte di Messina di Salvini. E sono riusciti a ricevere critiche sia da Confindustria sia dai sindacati: ci vuole del talento».
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