La maggioranza monocolore del M5s perde un altro consigliere. Il rischio di arrivare al commissariamento è sempre più concreto. Ma l’emergenza Covid spinge le opposizioni a un gesto di responsabilità. E Torino diventa il laboratorio delle sinergie che molti vorrebbero replicare a Roma
- A Torino un altro consigliere comunale ha lasciato il gruppo del Movimento 5 stelle. Ora la maggioranza guidata da Chiara Appendino può contare su 20 voti su 40. Ventuno considerando la sindaca.
- Anche presupponendo che Appendino partecipi a tutte le votazioni da qui alla fine della consiliatura il suo sforzo potrebbe non bastare. Altri consiglieri grillini hanno posizioni critiche nei confronti della sindaca. E all’orizzonte si materializza il rischio del commissario.
- Nel frattempo Torino deve affrontare la seconda ondata di Covid con il governo che ha inserito il Piemonte tra le zone rosse. Anche per questo Pd e Forza Italia sono pronti a sostenere la sindaca.
FOTO
LaPreese FABIOFERRARI
Un solo voto separa la giunta guidata da Chiara Appendino dal rischio di un commissariamento. Ed è quello della sindaca. Il consigliere comunale del M5s, Damiano Carretto, ha infatti abbandonato il proprio gruppo ed è passato al misto. Ora la maggioranza monocolore Cinque stelle, complici anche le altre defezioni che ci sono state dall’inizio del mandato, può contare su 20 consiglieri su 40. Ventuno aggiungendo quello di Appendino che ora, da qui alla fine della consiliatura, non potrà più mancare una votazione se non vuole avere problemi. E il più concreto, per l’appunto, è quello di essere sostituita da un commissario.
Sullo sfondo le elezioni della prossima tarda primavera. Anche se prima Torino dovrà affrontare la seconda ondata di Covid (il governo ha stabilito giusto ieri che il Piemonte diventi zona rossa) con tutti gli strascichi sociali ed economici che l’accompagneranno. Ed è anche per questo che la città potrebbe presto diventare un laboratorio per sperimentare quell’“unità nazionale” che Roma viene spesso evocata.
Infatti nemmeno l’impegno diretto della sindaca sembra essere condizione sufficiente per evitare il commissariamento. Nel M5s altre tre consigliere hanno posizioni opposte a quelle di Appendino su trasformazioni urbane di primo piano che impatteranno sul futuro della città per decenni.
La lontananza tra la sindaca e il mondo della sinistra radicale, in particolare No Tav e comitati ambientalisti, che cinque anni fa le offrì la spinta decisiva per arrivare a palazzo Civico, sembra ormai incolmabile. Da qui le numerose defezioni di chi continua a ribadire la propria irriducibile coerenza con alcuni temi identitari contenuti nel programma di governo.
Soccorso azzurro
L'anello che potrebbe tenere insieme una catena che solo apparentemente pare sul punto di cedere ha un nome: Osvaldo Napoli, già democristiano poi passato nelle file di Forza Italia, con alle spalle un’ultra decennale esperienza politica. Napoli che è anche parlamentare azzurro da tempi non sospetti esprime sincero apprezzamento per l'operato delle sindaca che descrive come “una politica preparata con una squadra non all'altezza”.
“Lavorerò non per far parte di una nuova maggioranza, ci mancherebbe – dice –. Ma per evitare l'arrivo di un commissario a Torino in un momento drammatico. Lavorare per lo sfascio non va bene, quindi assicurerò la mia presenza in aula e magari voterò contro, o mi asterrò, dipende dai temi.”
E aggiunge: “Su alcuni punti darò sicuramente un sostegno, così come ho fatto con le Olimpiadi, quando la sindaca doveva liberarsi dell'ala estrema e provare a dar vita a una nuova maggioranza”.
In altri tempi le parole dell'onorevole Napoli nel M5s sarebbero state mal accolte, ma oggi sono solo una prospettiva come tante.
Più risoluto, ma vagamente meno tranchant che in passato, il candidato sindaco alle primarie del Partito democratico, Stefano Lo Russo: “Noi siamo sempre stati leali agli interessi della città quando era necessario, e lo saremo ancora fino alla fine del mandato. Questo non significa supporto a prescindere alla maggioranza che traballa. In futuro vedremo, il perimetro di centrosinistra per le prossime elezioni è definito, si sta costruendo una proposta politica in grado di intercettare quel voto di rabbia che dal nostro mondo si riversò sul M5s”.
Valentina Sganga, capogruppo del M5s che più volte ha tenuto insieme i diversi mondi della maggioranza, non rinuncia però ad attaccare i suoi prossimi compagni di strada: “Quando il dibattito meritava di essere arricchito da più punti di vista questa possibilità c'è stata, senza che un'opposizione irresponsabile riuscisse mai ad approfittarsene. Il nostro è stato un esercizio di democrazia che le altre forze politiche stentano a capire, cosa scontata essendo prone a interessi di parte e disabituate al confronto con i cittadini”.
Ma poi fa i conti con la realtà: “Certamente questo è un momento storico che richiederà un ulteriore sforzo di maturità per affrontare la gravissima crisi economica e sociale che stiamo vivendo, noi siamo ancora una volta pronti e lo faremo con chi ha a cuore l'idea che da questo momento difficile possa rinascere una società più giusta, sostenibile ed attenta ai bisogni”.
© Riproduzione riservata