L’allarme della preside del liceo Da Vinci: «Il fascismo è nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio lasciata a sé stessa da passanti indifferenti». Il 21 febbraio il Pascoli: «Questa scuola è antifascista sempre». Il presidente dell’associazione dei presidi fa un comunicato generico: «Calpestate le ragioni del dialogo e del confronto civile»
Le scuole toscane reagiscono all’agguato squadrista al liceo Michelangiolo di Firenze e si schierano contro il fascismo. Ieri, sulla rete del liceo scientifico Leonardo Da Vinci, è stata diffusa una circolare contro i «rigurgiti» fascisti, dopo che sabato un gruppo di sei membri di Azione studentesca durante un volantinaggio ha picchiato due ragazzi del liceo appartenenti al collettivo Sum. «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone», si legge nel documento inviato a studenti, docenti e personale Ata.
Il fascismo «è nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. “Odio gli indifferenti” diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee».
In momenti come questi, continua la preside «nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni». Adesso bisogna avere fiducia e condannare le violenze: «Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così».
Il liceo Pascoli
Anche al liceo linguistico Pascoli un gruppo di ragazzi di Azione studentesca era arrivato alle porte dell’istituto pochi giorni fa, e l’istituto ha reso chiaro che non si farà piegare dalle minacce. Il Tirreno ha raccontato che il gruppo era arrivato con delle le cinghie, la situazione sarebbe potuta degenerare, ma l’intervento immediato del corpo docente ha evitato che la spedizione finisse nella violenza. La scuola il 21 febbraio ha pubblicato un messaggio sulla sua home: «Questa scuola è antifascista».
«Contro queste manifestazioni illiberali e violente la nostra comunità educante ribadisce la sua posizione netta e inequivocabile: nessuna motivazione può giustificare la violenza e la negazione della libertà di espressione. La persona è e resta intoccabile, poiché abbiamo eletto il sistema democratico e dobbiamo viverlo e salvaguardarlo sempre. Tutti e tutte, nella scuola e nella società, nella politica e nelle istituzioni, siamo chiamati a farlo e a confermare l’impegno per una cultura del diritto, della libertà, dello scambio d’idee e della pace».
Nei giorni scorsi, anche il liceo scientifico Castelnuovo ha inviato una comunicazione interna all’istituto perché segnalino ogni situazione sospetta, «con l’auspicio che ciò che è occorso non abbia più a ripetersi».
L’associazione dei presidi
Più debole invece l’Associazione nazionale dei presidi (Anp). Antonello Giannelli, Presidente Anp, sui fatti di Firenze preferisce la cautela: «Nell’attesa che siano accertate le responsabilità personali inerenti ai gravi fatti accaduti, da persona di scuola non posso che condannare qualsiasi forma di violenza».
E parla dell’attacco senza specificare che sia accaduto fuori dalla scuola: «La scuola è un luogo di crescita e di confronto e tale deve rimanere. Episodi come quello di Firenze sono tanto più inaccettabili in quanto sono state calpestate le ragioni del dialogo e del confronto civile. I valori della democrazia e del rispetto reciproco devono sempre prevalere, soprattutto in un ambito educativo».
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