Gli scienziati della longevità sono categorici: siamo alle soglie di una rivoluzione scientifica e medica senza precedenti, destinata a trasformare radicalmente la nostra società.

Uno degli scienziati visionari di questa nuova era medica è Marco Quarta, che dall'avamposto di Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley, ha previsto un futuro prossimo in cui farmaci rivoluzionari potrebbero prolungare la vita di chi li assume anche di vent’anni. Quarta, fondatore di due start-up la Rubedo Life Sciences e la Turn Bio, ha abbracciato la tecnologia dell'mRNA, la stessa usata per molti vaccini contro il Covid-19, per sperimentare farmaci – alcuni già nella fase di clinical trial, ovvero sperimentazione sull’uomo, che stimolano specifiche risposte del corpo umano contro le malattie croniche e il deterioramento legato all'età.

Questa innovazione si basa sull'epigenoma, ovvero la rete di componenti chimiche e proteine che influenzano l'attivazione dei geni, permettendo loro di recuperare funzioni perse con l'avanzare dell'età.

Nel frattempo, nell’ultimo secolo l’aspettativa di vita si è praticamente già raddoppiata. Le persone mediamente - il nostro paese è nei primi posti delle classifiche - vivono più a lungo. Il progredire dell’età è dovuto certamente a migliori condizioni igieniche ma soprattutto ai farmaci che consentono di contrastare le tipiche patologie associate all’invecchiamento: malattie cardiache, metaboliche, tumorali, degenerative e cognitive che sono un po' alla volta diventate parte integrante della vita quotidiana di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Ci siamo cioè abituati a pensare che negli ultimi decenni della nostra vita, ricorreremo alla farmacologia per contrastare le inevitabili malattie della vecchiaia, per tenerci in vita.

Curare la senescenza

La rivoluzione scientifica in corso, promette una via d'uscita da questo scenario apparentemente ineluttabile. Il caso del texano Bryan Johnson che investe il suo patrimonio nel tentativo di sperimentare ogni metodo, compreso lo scambio di plasma con quello di suo figlio, ha fatto il giro del mondo, ed è solo l’emblema dell’enorme pressione che in tutto il mondo si sta facendo per arrivare alla “cura” dell’anzianità.

Anche se la scienza non può ancora sconfiggere la morte, sta imparando a ritardarla notevolmente, garantendo al contempo una migliore salute. Secondo le proiezioni, spostare di un solo anno l'incidenza delle malattie legate all'invecchiamento potrebbe far risparmiare 37 trilioni di dollari solo negli Stati Uniti. Una misura che indica quanto le malattie croniche impattino, anche nel nostro paese, sul nostro sistema sanitario.

Un altro grande scienziato italiano, il professor Luigi Fontana, noto esperto nel campo della nutrizione e della longevità, offre da subito una possibile soluzione. Si è concentrato sulla restrizione calorica e il suo impatto sull'invecchiamento e sulla prevenzione delle malattie legate all'età. La sua ricerca pionieristica ha dimostrato che alcune pratiche alimentari, come la restrizione calorica, il digiuno e una dieta a base soprattutto vegetariana, possono contribuire in modo significativo alla prevenzione delle malattie croniche legate all'età e garantire una sana vecchiaia.

Il professor Fontana, direttore di ricerca al Charles Perkins Centre di Sydney, sostiene che per migliorare la salute umana e l'ambiente, è necessaria però una profonda trasformazione nel modo in cui viviamo e nell'approccio industriale ed economico che adottiamo. Questa trasformazione dovrebbe promuovere la salute fisica e psicologica, la qualità della vita e la salute dell'ambiente.

Prevenire, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla cura delle malattie. La recente riscoperta dei benefici della restrizione calorica suggerisce che il nostro corpo trae vantaggio dalla moderazione piuttosto che dall'eccesso di alimentazione. La cosiddetta restrizione calorica imposta dal digiuno intermittente sembra in sintonia con questa scoperta e ha dimostrato di avere ottimi risultati alla portata di tutti.

Alle voci che abbiamo interpellato nel corso della nostra inchiesta di Petrolio non poteva mancare Silvio Garattini, oncologo, farmacologo e fondatore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri". Con i suoi 95 anni, Garattini ha sperimentato personalmente i benefici dell'attività fisica e della restrizione calorica del rallentamento dello stress cellulare legato all'invecchiamento.

Il mito degli integratori

In attesa dei farmaci antisenescenza, non ci sono molte scorciatoie possibili: meno cibo, meno prodotti alimentari “processati”, attività fisica continua. Invece il marketing degli integratori ha convinto gli italiani che ci siano facili scorciatoie: siamo il paese in Europa che consuma più integratori e almeno un ‘italiano su tre ne fa uso quotidiano.

Silvio Garattini e l’immunologa Alessandra Viola spiegano come gli integratori vitaminici sono entrati dagli anni Ottanta in poi nelle case degli italiani, grazie alla convinzione che l'assunzione di vitamine e vari composti vegetali potesse di per sé portare a una vita più lunga e più sana.

Nuove scoperte scientifiche stanno mettendo in discussione questa convinzione. La teoria dei radicali liberi, avanzata dal professor Denham Harman negli anni Ottanta ha influenzato fortemente la percezione delle vitamine e degli antiossidanti. Harman sosteneva che l'accumulo di radicali liberi nel corpo potesse causare malattie cardiache, Alzheimer e persino tumori, spingendo molte persone a cercare integratori antiossidanti per combatterli.

Le nuove ricerche dimostrano invece che i radicali liberi a livelli appropriati possono avere effetti benefici sul nostro corpo, agendo come una sorta di vaccinazione che induce una risposta immunitaria.

L’uso eccessivo di integratori antiossidanti potrebbe interferire con questo processo naturale. Uno degli esempi più emblematici dei rischi nell’uso improprio di integratori è Jim McCants, un americano che ha subito gravi danni epatici a causa dell'assunzione eccessiva di integratori a base di tè verde. Questo caso sottolinea la necessità di regolamentare meglio gli integratori alimentari e di etichettarli chiaramente.

Cambiamento epocale

In conclusione, la prospettiva di una vita più lunga e più sana è realistica e affascinante, ma richiede una riflessione profonda sulla nostra società, sul nostro stile di vita e sulla gestione delle risorse. Se non adottiamo un approccio equilibrato e sostenibile alla ricerca sulla longevità e alla salute, il prolungamento della vita potrebbe diventare un incubo anziché un dono.

Stefano Massini ricorda come il Conte Cagliostro inventò un intruglio che fece sperare di aver trovato un elisir di lunga vita. Oggi dobbiamo invece sfuggire alla disinformazione alimentata dall’industria degli integratori che, classificati come alimenti, sfuggono a una seria regolamentazione delle quantità e della qualità dei principi attivi.

In attesa dei nuovi farmaci antisenescenza, l’educazione alimentare e dello stile di vita, sin dalla tenera età, e una seria regolamentazione del marketing degli integratori sono, forse più di ogni altra cosa, l’elemento chiave per guardare con fiducia ad una vita lunga, ma soprattutto in buone condizioni di salute.

Duilio Giammaria è autore e conduttore dello speciale di Petrolio sulla Longevità, disponibile su RaiPlay

 

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