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La conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, “Libertà, indipendenza, crescita” è l’ultimo passo verso l’egemonia anche culturale il centrodestra: da Pera a Tremonti, tutti alla corte di Meloni in vista del voto.
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Il percorso di Fratelli d’Italia è sempre più autonomo rispetto al centrodestra e corre in una direzione precisa: palazzo Chigi. I prossimi tre giorni sono fondamentali per mettere le basi.
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Archiviata la stagione sovranista ed euroscettica, lasciata alla Lega e considerata ormai in declino, la chiave politica di Fratelli d’Italia è quella di appropriarsi dello spazio conservatore: a livello italiano, con il baluardo della tutela dell’indipendenza nazionale; a livello europeo, con l’idea della nuova Europa confederale in cui tutelare le singole istanze nazionali.
Il percorso di Fratelli d’Italia è sempre più autonomo rispetto al centrodestra e corre in una direzione precisa: palazzo Chigi. I prossimi tre giorni sono fondamentali per mettere le basi e mostrare la forza del progetto e in quest’ottica è stata costruita la convention di Milano, in cui si radunano tutte le energie sia interne che contigue al partito.
Il titolo è “Libertà, indipendenza, crescita”: nove tavoli tematici, 4600 delegati da tutta italia e intellettuali d’area ad animare il dibattito, con l’obiettivo di scrivere il «programma conservatore», si legge sul manifesto. Ovvero, il programma che fisserà le direttrici dell’azione politica dei prossimi mesi, in cui inevitabilmente inizierà la campagna elettorale in vista del 2023. Già i titoli dei tavoli sono di fatto un primo catalogo tematico e danno il tenore anche lessicale: si va da “L’Europa o è confederale o non è” a “La Terra dei Padri”, fino a “Indipendenza nazionale, garanzia di benessere”, “Famiglia, cuore d’Italia” e “Ambiente e futuro”.
La parola che torna più spesso è “conservatori”, nome del gruppo europeo di cui Giorgia Meloni è presidente e vero orizzonte culturale verso cui il partito si è mosso in questi mesi. Archiviata la stagione sovranista ed euroscettica, lasciata alla Lega e considerata ormai in declino, la chiave politica di Fratelli d’Italia è quella di appropriarsi dello spazio conservatore: a livello italiano, con il baluardo della tutela dell’indipendenza nazionale, del cattolicesimo e della famiglia; a livello europeo, con un profilo europeista ma orientato all’idea di una nuova Europa confederale in cui tutelare le singole istanze nazionali. Proprio questa chiave permette, secondo chi lavora al progetto, di istituzionalizzare il profilo di Meloni per renderlo “digeribile” a livello internazionale, anche per palazzo Chigi.
I sondaggi sempre in crescita, poi, danno la spinta alle velleità egemoniche di Meloni su tutto il bacino di centrodestra. FdI, infatti, sta attirando nella sua orbita non solo nuovi iscritti (in molte amministrazioni locali è in corso una diaspora di eletti in Lega e Forza Italia passati in FdI) ma anche gli intellettuali d’area di centrodestra. Così alla convention interverranno, tra gli altri, l’economista ex azzurro Giulio Tremonti, il filosofo ed ex senatore Marcello Pera, il sociologo Luca Ricolfi e l’ex magistrato Carlo Nordio. Un’operazione, questa, che serve a costruire il nuovo pantheon culturale di un partito che punta ad essere il vero nuovo polo alternativo al centrosinistra: «FdI vuole allargare il campo ad altre scuole, da quella cattolica a quella liberale a quella popolare, che però incarnano valori ascrivibili alla destra. Per governare, infatti, bisogna costruire una proposta ampia di stampo conservatore, in cui la politica sia sostenuta da un solido retroterra culturale e valoriale», spiega Francesco Giubilei, editore che sarà presente a Milano e considerato tra gli intellettuali vicini a Meloni.
Nessun accenno all’Ucraina
A mancare, nel manifesto programmatico, è qualsiasi accenno al conflitto militare in corso. Nell’agenda di FdI, che pure ha preso posizione netta a sostegno dell’Ucraina e anche sull’aumento delle spese militari, la guerra non trova spazio. Certo, si fa notare, «nei tavoli in cui si parlerà di energia e di Unione Europea il tema emergerà di sicuro». Il tema, però, non fa parte dell’agenda ed è il segno che non sarà su questo che FdI intende orientare la campagna elettorale, pur se proprio le posizioni anti-russe potrebbero essere una buona chiave per differenziarsi dalla Lega. La ragione potrebbe venire dai sondaggi, nei quali emerge che l’elettorato è diviso sia sulla necessità di inviare armi che sul timore che il conflitto si estenda oltre l’Ucraina. Meglio, allora, lasciare il tema sullo sfondo e concentrarsi sulle conseguenze: politiche energetiche, economia e posizione in Europa.
Il ritorno di Fidanza
Spulciando nel programma, infine, si ritrovano indizi anche dei sommovimenti politici locali: dal palco interverrà anche il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, su cui si è consumata la rottura di FdI -decisa a ricandidarlo - con Lega e FI. Proprio in questi giorni avrebbe dovuto svolgersi un vertice di centrodestra per provare a risolvere lo scontro, ma di rinvio in rinvio il tempo sembra ormai scaduto e FdI correrà da sola alle comunali di Palermo.
A spiccare, poi, è anche il ritorno dell’europarlamentare Carlo Fidanza, indicato tra gli organizzatori del panel “Essere conservatori in Europa”, che precede l’intervento conclusivo di Meloni del 1 maggio. Dopo l’inchiesta di Fanpage sulla “lobby nera” (su presunti finanziamenti in nero oggetto di indagine della procura e i filmati di apologia del fascismo), Fidanza si era autosospeso dal gruppo. Meloni stessa era intervenuta per condannare i fatti, ma da subito era apparso che l’autosospensione fosse più che altro formale e Fidanza fosse rimasto il volto di FdI in Europa. Ora, con la presenza nel cartellone di Milano, la riabilitazione dell’europarlamentare – che è rimasto uno degli interlocutori più fidati per la segretaria – sembra essere completata.
Le altre convention
Il grande evento di Milano di FdI apre la stagione di ripartenza della politica, in vista delle prossime politiche. Serve a scaldare gli animi degli elettori, a mostrare l’attivismo del partito e a collocarlo nello scacchiere sia italiano che internazionale. Lo stesso farà anche Forza Italia, che sta lentamente ritrovando uno spazio autonomo rispetto alla Lega: il 20 e 21 maggio a Napoli si svogerà la convention nazionale con oltre 4000 delegati e con un attesissimo intervento dal vivo anche di Silvio Berlusconi.
Lo stesso attivismo, invece, sta mancando alla Lega che appare sempre più in rincorsa. Forse anche per questo Matteo Salvini ha annunciato l’idea di organizzare di nuovo lo storico raduno di Pontida. Momento simbolo della Lega, per due anni l’evento è rimasto sospeso a causa Covid ma anche per una silente volontà di Salvini di reinventare l’immagine della Lega. La scelta di rianimarlo, però, non sarà utile nell’immediato per rispondere ad alleati ed ex alleati: l’evento dovrebbe tenersi, infatti, il 17 e 18 settembre. Ora e per i prossimi mesi, quindi, lo spazio politico a destra è tutto per Meloni.
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