- Il comico rilancia sulla sua battuta sulle “brigate di cittadinanza” con una foto in passamontagna.
- Critiche dalla destra e dal terzo polo, ma anche nel Pd si alzano voci che criticano la riapertura del dialogo da parte di Schlein, come quella di Alessandro D’Amato.
- La direzione rischia di essere dominata dalla questione, su cui Schlein non ha ancora preso posizione.
La decisione di partecipare alla manifestazione del Movimento 5 stelle rischia di creare a Elly Schlein un numero di problemi superiore a quello che doveva risolvere. Il clamore intorno alle parole di Beppe Grillo, che ha rilanciato la sua proposta di costituire le “brigate di cittadinanza” con una fotografia condivisa sui social, si preannuncia la prima questione all’ordine del giorno della direzione, in programma per oggi.
Già il fatto di non essere consultati prima della scelta della segretaria aveva fatto storcere il naso ad alcuni dirigenti, ma la piega che ha preso la giornata al termine del corteo con l’intervento del comico e quello di Moni Ovadia, che ha usato il suo tempo per attaccare la Nato e Israele, ha fatto il resto.
L’appello di Grillo a indossare il passamontagna ha già provocato la sua prima conseguenza di peso, l’addio di Alessandro D’Amato, ex assessore alla Sanità della giunta Zingaretti, all'assemblea del Pd.
«È stato un errore partecipare a una manifestazione che si è connotata con parole d'ordine inaccettabili: brigate, passamontagna. Anche no. Sono parole inaccettabili per chi arriva da una cultura riformista e di sinistra, che ha sempre combattuto queste forme di violenza verbale» ha detto D’Amato in un'intervista. «Ancora più grave è il mancato ed immediato pubblico dissenso da Grillo e Ovadia».
Tensioni in vista della direzione
Gli animi si sono scaldati già sabato sera. Il leader di Base riformista, Lorenzo Guerini, non vuole avere niente a che vedere con chi non sostiene Kiev, ma anche la vicepresidente del parlamento europeo Pina Picierno ha usato parole forti: «Unire le opposizioni è fondamentale. Ma intorno a cosa ci uniamo? Alle parole aberranti di Moni Ovadia sull’Ucraina o alle farneticazioni di Beppe Grillo sui passamontagna?». L’ex deputato Stefano Ceccanti ha scritto che «non si può usare un linguaggio che allude alla giustificazione della violenza neanche per scherzo», mentre l’ex capogruppo alla Camera Debora Serracchiani ha detto che la battuta «non fa ridere».
La miccia che riaccende i malumori dei riformisti è stata alimentata da Italia viva. Matteo Renzi si è rivolto direttamente ai riformisti: «Delirio dei 5Stelle ieri sul palco di Roma: aver mandato a casa Conte per portare Mario Draghi a Chigi è stata un’operazione difficile e rischiosa ma ne andremo fieri per sempre. Poi vedo Elly Schlein rincorrere il corteo grillino e domando ai riformisti del Pd: ma davvero volete finire così la vostra esperienza politica?» ha scritto su Twitter.
Il rilancio di Grillo
Poco da fare per i Cinque stelle, che nelle ore successive all’intervento hanno difeso il fondatore, etichettando l’attenzione alle sue parole come tentativo di non prendere in considerazione la loro manifestazione. Il comico stesso, che sabato non aveva risparmiato frecciate a Conte, domenica mattina ha pubblicato sui suoi account social una foto di sé stesso con il passamontagna e un cartello che recita “brigate di cittadinanza, reparto d’assalto”.
Anche l’ex premier ha provato, senza successo, a mettere un punto alla polemica. «Il messaggio della piazza di ieri è stato fortissimo. Lo dimostra il fatto, e lo considero un segnale positivo, che molti giornali ed esponenti della maggioranza si siano dedicati a una formula assolutamente strumentalizzata come quella delle “brigate di cittadinanza”. Il paradosso evocato da Grillo è che oggi se vuoi pulire un parco devi farlo clandestinamente. Ma mai ha parlato di azioni violente» ha detto Conte, che è poi passato ad attaccare “Renzi d’Arabia”, come l’ha chiamato dal palco della sua manifestazione: «Colpiscono le critiche da chi dovrebbe fare l’opposizione. Ma penso che il tema di fondo sia il conflitto russo-ucraino».
Ma la più danneggiata resta la segretaria, esposta anche alle provocazioni della Lega. «Stupisce il silenzio di Elly Schlein che era nella stessa piazza del fondatore dei Cinque Stelle. Dica se Grillo è un compagno che sbaglia» scrive il partito di Salvini.
Il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli insiste: «Ieri mi ero domandato se Beppe Grillo avesse parlato da comico o da politico invocando le Brigate e il passamontagna, oggi lo ribadisce pertanto non ci sono dubbi che non parlasse da comico. Il Movimento 5 Stelle condivide le posizioni del suo fondatore ma i loro possibili alleati a sinistra? È questo che vogliono? Attenzione che qui si sta giocando con il fuoco…»
Dura anche la dichiarazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto: «Era scomparso, fuori dai radar. Ha poco da dire e di nulla gli importa. Ma deve guadagnarsi il “vitalizio” di partito. Allora si inventa brigate e passamontagna».
La deputata meloniana Augusta Montaruli, invece, dice che «Grillo sta facendo una parabola da comico a Joker. Alla fine però vincono i bravi ed è per questo che gli italiani hanno abbandonato i Cinque stelle». Resta da vedere se anche gli aspiranti del Pd decideranno di farlo.
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