A Casal di Principe, il primo cittadino amico di don Peppe Diana – parroco assassinato dal clan dei casalesi – continua a combattere l’illegalità e la pandemia. «Se non riusciremo a organizzarci in tempi rapidi la camorra arriverà prima di noi». Inizia con la sua storia la rubrica dell’associazione Avviso Pubblico ospitata sul nostro sito
- «Il sistema, così com’è organizzato, non funziona». Il primo cittadino di Casal di Principe lancia una proposta per fronteggiare il Covid-19. «Attraverso un’adeguata programmazione coordinata da una centrale operativa regionale, si potrebbe riuscire ad assumere decisioni più efficienti».
- Amico di don Peppe Diana – prete assassinato dalla camorra – , il sindaco campano combatte contro l’illegalità e contro il virus. In passato ha subito minacce e intimidazioni, ma non si è fermato.
- «Se non riusciremo ad organizzarci in tempi rapidi – ammonisce con forza Natale – la camorra arriverà prima di noi, colmando quei vuoti lasciati dallo stato e facendosi capofila dei disagi sociali».
Inizia con la storia di Renato Natale la rubrica “Politica resiliente” curata da Avviso Pubblico, l’associazione nata nel 1996 per riunire gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica.
Ospedali pieni, centinaia di cittadini arrabbiati e in difficoltà, problemi per curare ed assistere a domicilio tanti sintomatici gravi. È questa la drammatica situazione che molti sindaci, in particolare al Sud, si trovano a dover gestire in questo momento.
«A volte ti prende lo sconforto, la sensazione di impotenza, ma bisogna perseverare, trovare soluzioni e resistere, lottando in tutti i modi». Così il Sindaco di Casal di Principe, Renato Natale affronta la nuova e drammatica sfida rappresentata dal Covid-19. Anche lui ha contratto il virus mentre si trovava in Lombardia. E lo ha sconfitto.
Era un medico
Natale è un combattente nato. Questo medico prestato alla politica, che da poco ha compiuto 70 anni, lotta da una vita per i più deboli, gli indifesi, gli immigrati. Di fronte ai camorristi non ha mai abbassato la testa. Anche oggi, forte di questo suo carattere, del suo rigore e delle sue convinzioni, con forza e intelligenza, Renato Natale avanza delle proposte per ridurre i tempi di attesa dei tamponi, per spiegare ai suoi cittadini l’importanza di seguire i comportamenti imposti per evitare la diffusione dell’epidemia.
«Da subito ci siamo attivati per organizzare servizi comunali di assistenza che potessero lavorare a supporto delle strutture sanitarie presenti sul territorio», spiega Natale. «Abbiamo proposto, insieme alla Croce Rossa, di costituire un gruppo di volontari per assistere telefonicamente i positivi. Abbiamo offerto la possibilità di mettere a disposizione un’autista che accompagni il personale sanitario impegnato ad eseguire i tamponi, presso le abitazioni di coloro che devono essere dichiarati guariti alla fine della quarantena». Queste ed altre proposte sono state scritte ed inviate al direttore dell’Asl di Caserta e al presidente della Giunta regionale della Campania. Ad oggi, tuttavia, nessun ha risposto al Sindaco di Casal di Principe.
Il virus esiste
Natale non è un uomo che si scoraggia facilmente, né è abituato a tacere di fronte ai problemi. Il sindaco lancia un grido d’allarme. «Bisogna smetterla di negare l’evidenza. Il virus esiste e circola. La situazione è molto delicata e grave. Non possiamo non riuscire a garantire ai nostri concittadini l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno. Il sistema, così com’è organizzato, non funziona». Il primo cittadino di Casal di Principe lancia una proposta. «Attraverso un’adeguata programmazione, auspicabilmente coordinata da una centrale operativa regionale, si potrebbe riuscire ad assumere decisioni più efficienti. Se non riusciremo ad organizzarci in tempi rapidi – ammonisce con forza Natale – la camorra arriverà prima di noi, colmando quei vuoti lasciati dallo Stato e facendosi capofila dei disagi sociali».
Sarebbe una vera sconfitta dopo più di quarant’anni di battaglie che Renato Natale ha combattuto prima come medico e attivista – tra le altre cose ha contribuito a fondare l’associazione Jerry Essan Masslo che fornisce gratuitamente assistenza medica agli immigrati – e poi come amministratore locale, schierandosi in prima fila contro la camorra, facendosi paladino della legalità e della trasparenza pubblica.
La storia del sindaco
Una storia politica, quella di Natale, iniziata alla fine degli anni settanta, che si incontra e si scontra sin da subito con la sopraffazione dei clan. «Venni eletto per la prima volta segretario della sezione del PCI nel 1979. Sono gli anni in cui la camorra iniziava a prendersi il controllo delle Istituzioni, oltre che della nostra economia. I numerosi documenti di denuncia inviati alle massime istituzioni locali e nazionali sulla presenza, nel territorio casalese e dei comuni limitrofi, di tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi scaricati nelle cave risalgono a quel periodo. E già allora c’era chi aveva proposto la mia eliminazione, non accettata dai capi mafiosi che pensavano che un atto simile li avrebbe danneggiati».
Nel 1993 Renato Natale, appena quarantenne, viene eletto primo cittadino di Casal di Principe, comune sciolto per mafia appena due anni prima. L’omonima cosca camorristica non tarda a far sentire il suo potere. Minacce, intimidazioni verbali, un camion di letame scaricato davanti al portone del municipio e, come se non bastasse, una lunga scia di omicidi. Tra le diverse vittime innocenti, nel 1994 viene assassinato il suo caro amico don Peppe Diana, da anni una spina nel fianco dei mafiosi casalesi. Anche Renato Natale doveva morire.
«Nel giro di un anno, per liberarsi di me, si comprarono diversi consiglieri comunali e fecero cadere la giunta. E mi andò pure bene, perché il piano b dei camorristi prevedeva la mia eliminazione fisica. A Tonino Cangiano, all’epoca sindaco di Casapesenna, spararono alle gambe e restò paralizzato».
Le sue parole sono confermate dai racconti di diversi collaboratori di giustizia, tra cui Nicola Schiavone – primogenito di Sandokan, boss dei casalesi – che riferisce, nel processo Jambo, che «quando veniva eletto un sindaco che non faceva parte del sistema, non potevamo andare subito da lui e dire dimettiti, quindi facevamo passare un po’ di tempo e poi trovavamo il pretesto per destituirlo. A Casal di Principe l’unico sindaco che stava contro di noi era Renato Natale» e di Luigi Diana che ha rivelato che «l’attentato a Renato Natale doveva sembrare un incidente stradale».
Nonostante l’amara conclusione della sua prima esperienza, Renato Natale ha continuato per vent’anni a portare avanti i suoi valori e la sua passione mettendosi come sempre al fianco dei più deboli e degli emarginati.
Nel 2014 è ritornato ad occupare il ruolo di Sindaco di Casal di Principe, nel frattempo sciolto per infiltrazione mafiosa altre due volte.
La legalità a Casal di Pricipe
Da sei anni trasparenza e legalità a Casal di Principe abitano nelle istituzioni. Tra le prime iniziative che Renato Natale ha messo in atto spiccano l’adesione ad Avviso Pubblico – associazione degli Enti locali antimafia, di cui oggi ne è vicepresidente –; la realizzazione, insieme alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dell’esposizione pittorica “La luce vince l’ombra”, che ha ospitato presso Casa don Diana, villa confiscata alla camorra, migliaia di persone; la creazione di una biblioteca comunale, unica sul territorio, chiamata “Il Grillo Parlante”; la piattaforma telematica “Traspare” per l’espletamento delle procedure di gara; il recupero e il riutilizzo di decine di beni confiscati, grazie al quale ne hanno giovato sia i cittadini che le casse comunali.
Un paradosso si sta verificando in questi giorni drammatici a Casal di Principe. Tanti soldi che il Comune potrebbe utilizzare per assistere e curare i malati, sostenere famiglie e imprese in difficoltà, devono essere impiegati per pagare un mutuo di 1,3 milioni di euro per abbattere alcune case abusive. L’ordine è giunto dal tribunale.
«Io sono per il rispetto della legge, ci mancherebbe – afferma Natale – Tuttavia, mi domando, e chiedo alle istituzioni del territorio, come faccio a spiegare ai miei concittadini alle prese con i gravi problemi derivanti dall’epidemia che ho dovuto impegnare milioni di euro del bilancio comunale per abbattere abitazioni?».
Una domanda fondata che, considerata la delicatezza del territorio e l’esperienza di Renato Natale, richiede una rapida risposta.
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