Il deputato della commissione vigilanza Rai chiede l’intervento della Corte dei conti e dell’Agcom sul documentario prodotto dai francesi invece che dalla Rai e minaccia di muoversi in parlamento se la tv di stato non darà spiegazioni sul mancato accordo: «Violazione di contratto di servizio, se non smentiscono Domani sarò costretto a fare interrogazione»
«Si tratta di una violazione del contratto di servizio Rai, se non smentiscono Domani sarò costretto a fare un’interrogazione parlamentare in commissione di vigilanza Rai all’indirizzo dell’amministratore delegato Fabrizio Salini». A partire all’attacco di Salini è il deputato Michele Anzaldi (Iv) dopo che è emerso il caso del documentario su Pompei andato in onda su Rai 2. Salini dovrà rispondere entro 15 giorni da quando gli verranno chieste delucidazioni. Se la risposta dell’a.d. non sarà soddisfacente «chiederemo chiarimenti al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri».
Come ricostruito da Domani Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico di Pompei e alla guida della Direzione dei musei dei ministero dei beni culturali, ha a lungo trattato con la Rai per un documentario su Pompei, ma alla fine la tv di stato si è sfilata. La Francia ha così prodotto il documentario sugli scavi che ha di recente visto l’annuncio della nuova scoperta di un termopolio. Gli esiti si sono visti su Rai2 il 27 dicembre con un ottimo successo di pubblico.
Osanna ha detto: «Non è nel mio costume mettermi di traverso, abbiamo fatto collaborazioni con tutti, la Rai non ha fatto alcuna proposta scritta. Non ho memoria di incontri, ma non è arrivata alcuna richiesta a cui non abbiamo dato seguito».
La reazione
La denuncia del direttore dei musei Italiani ed ex direttore del parco archeologico di Pompei, ha scritto su Facebook Anzaldi, è gravissima: «Alla Rai era stato offerto di produrlo e realizzarlo, ma il servizio pubblico avrebbe rifiutato e la produzione è stata quindi affidata ai francesi. È davvero andata così? La Corte dei Conti e l’Agcom aprano subito un’istruttoria, saremmo di fronte ad una violazione serissima del Contratto di Servizio: se la Rai non realizza prodotti del genere, i due miliardi di canone a che servono? Chi ha deciso di regalare ai francesi una produzione venduta in tutto il mondo?». Pagando inoltre i diritti per trasmetterlo.
Se viale Mazzini avesse realmente rifiutato la disponibilità avanzata dal soprintendente Osanna, al quale il servizio pubblico avrebbe risposto «di “non avere gli strumenti” per un prodotto di qualità sugli scavi», l’amministratore delegato Fabrizio Salini e il Cda «dovrebbero dare immediate spiegazioni, prima che arrivi la magistratura contabile».
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