- Dopo il via libera della Camera al decreto missioni che rifinanzia la cooperazione tra l’Italia e la Guardia costiera libica, Camps (Open Arms) boccia la «mediazione» del Pd: «È l’ennesimo compromesso, il tentativo di scaricare la responsabilità delle scelte ad altri».
- Lo scrittore Sandro Veronesi sui pochi che si sono opposti: «Il problema è che non hanno potere. Uno come Orfini ad esempio di potere ne ha avuto poco, però ha avuto coraggio». Ma il coraggio di alcuni non basta: «Ho votato per il Pd, ma in questo momento non lo voterei».
- L’esame del decreto Missioni passa ora al Senato, e sono tutti pronti a ricominciare la battaglia. Questa volta, però, il testo avrà anche un relatore dem, Vito Vattuone.
Sembrano passati secoli dalla foto di Enrico Letta con Oscar Camps, il fondatore della ong Open Arms. Dopo il via libera della Camera al decreto missioni che rifinanzia la cooperazione tra l’Italia e la Guardia costiera libica, Camps boccia la «mediazione» del Pd: «È l’ennesimo compromesso, il tentativo di scaricare la responsabilità delle scelte ad altri. Che sia l’Italia o l’Europa, la verità è che si dovrebbe dire chiaramente che non si fanno accordi con chi viola diritti umani, con chi uccide e tortura».
E se gli si chiede se ci sia rimasto male risponde: «Il sentimento è di delusione per tutte le morti insensate che si contano a migliaia ogni anno».
Anche lui come altri esponenti delle ong e del mondo della cultura, non accetta il via libera senza condizioni al rifinanziamento delle missioni di supporto alla Guardia costiera libica. Una scelta che, però, non sorprende lo scrittore due volte premio Strega Sandro Veronesi: «Sui salvataggi in mare dei migranti il Pd non c’è mai stato».
Tutto il gruppo del Pd alla Camera – tranne una manciata di deputati che insieme ai colleghi di M5s, Leu e del gruppo misto, in tutto una quarantina, hanno cercato di bloccarlo – ha votato a favore del rifinanziamento.
Ma il partito ha comunque cantato vittoria per essere riuscito a inserire nella risoluzione di maggioranza l’invito al governo a «verificare» la possibilità di superare la missione l’anno prossimo. Passando però gli stessi compiti all’Europa.
La foto con Oscar Camps
Eppure la foto di Letta insieme a Camps, continua Veronesi, «mi aveva fatto sperare che cambiasse l’aria». Lo scrittore a novembre ha promosso insieme ad altri intellettuali il Comitato per il diritto al soccorso per sostenere l’attività di salvataggio in mare, e negli anni passati è sempre stato al fianco delle ong.
«La foto però se l’è fatta solo Letta. Io sono stato un anno e mezzo sul campo, ma il Pd non se ne occupava. Solo dopo, Matteo Orfini». Orfini ha firmato la contro-risoluzione presentata da Erasmo Palazzotto (Leu) che ha tentato di bloccare il rifinanziamento.
Lo scrittore ricorda di aver sentito l’appoggio di entrambi, ma anche di Riccardo Magi (+Europa), Rossella Muroni (FacciamoEco) e Nicola Fratoianni (Sinistra italiana). Tutti nomi che compaiono tra i firmatari del documento. Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty international, ha voluto ringraziarli: «Vanno ringraziati perché oggi hanno votato sì a una mozione che chiedeva di non rifinanziare la missione in Libia. Grazie per aver difeso i diritti umani!».
Mentre la scrittrice Valeria Parrella (due volte finalista al premio Strega) ha condannato con un tweet chi ha detto sì: «Hanno nome, cognome e partito i deputati che hanno rinnovato gli accordi con la Libia. Li disprezzo a uno a uno».
Veronesi vuole comunque dare del tempo al segretario del Pd prima di decidere se la sua foto sia pura forma o anche sostanza. E se le cose non sono cambiate non è per forza colpa di Letta: «Non riesce a portare da questa parte il suo partito. È arrivato troppo facilmente alla testa del partito, lo hanno voluto anche i suoi nemici». Dentro al Pd «c’è una parte pesantemente compromessa». E conclude: «Non mi risulta che Marco Minniti, che nel 2017 ha voluto gli accordi con la Libia (allora era ministro dell’Interno, ndr), abbia cambiato partito».
La posizione delle ong
Il giorno prima che i parlamentari votassero, le ong si sono radunate in piazza Montecitorio bendandosi gli occhi: riferimento esplicito alla politica che non vuole vedere. Claudia Lodesani, presidente di Medici senza frontiere, era in piazza. «La proposta del Pd – commenta dopo il voto – vuole spostare le responsabilità all’Europa ma non cambia nulla nella sostanza: gli accordi con la Guardia costiera libica continueranno e di conseguenza le loro tragiche conseguenze».
Adesso, dice Camps, «continueremo con le iniziative di protesta ma il nostro modo di protestare è tornare in mare il prima possibile con tutte le risorse disponibili, e sostenere tutte le organizzazioni umanitarie che stanno rischiando in prima persona per accendere i riflettori dove vogliono che ci sia il buio».
L’esame del decreto Missioni passa ora al Senato, e sono tutti pronti a ricominciare la battaglia. Questa volta, però, il testo avrà anche un relatore dem, Vito Vattuone, mentre correlatore sarà Manuel Vescovi della Lega. Il rifinanziamento, visto anche quello che è accaduto alla Camera dove Fratelli d’Italia, che è all’opposizione, ha votato con la maggioranza, dovrebbe passare ancora sostenuto da una larghissima maggioranza.
Al Senato
Gli unici due membri del Pd che si preparerebbero a prendere le distanze dalla linea del partito sono Francesco Verducci e Tommaso Nannicini, della corrente di Orfini dei “Giovani Turchi”. Ma la loro opposizione viene ridimensionata. «È facile essere contro quando sai che, comunque vada, il provvedimento passerà» commentano alcuni colleghi di partito.
Veronesi non è così negativo: «Il problema è che non hanno potere. Uno come Orfini ad esempio di potere ne ha avuto poco, però ha avuto coraggio». Ma il coraggio di alcuni non basta: «Ho votato per il Pd, ma in questo momento non lo voterei».
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