I tre sono accusati di danneggiamento aggravato e per ora sono tornati a piede libero: il processo riprenderà il 12 maggio
I tre attivisti di Ultima generazione fermati dopo aver imbrattato il Senato sono stati liberati dopo il processo per direttissima che si è tenuto nei loro confronti martedì mattina. L’arresto di Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini è stato convalidato e il procedimento dei tre, accusati di danneggiamento aggravato, proseguirà il prossimo 12 maggio, ma non è stata prevista nessuna misura cautelativa nei loro confronti.
Per esprimere solidarietà Ultima generazione aveva organizzato un presidio a piazzale Clodio, di fronte al tribunale di Roma, poi annullato.
Gli ecologisti hanno fatto sapere di aver scelto di annullare l’evento dopo che uno di loro, Simone Ficicchia, già in attesa di un’udienza per l’imposizione della sorveglianza speciale fissata per il prossimo dieci gennaio, è stato fermato dalla polizia mentre si dirigeva a Saxa Rubra per partecipare alla trasmissione di Rai3 Agorà.
Durante la trasmissione, l’attivista che lo ha sostituito, Michele Giuli, ha spiegato la vicenda: «Non dovrei neanche essere qui. Doveva venire Simone Ficicchia, un altro ragazzo che sta venendo posto, probabilmente, sotto sorveglianza speciale, che è una misura che andrebbe applicata ai mafiosi e ai terroristi. Stamattina è stato portato via dall’hotel in cui stava dormendo perché doveva venire qua, in questo studio». Agorà ha anche mostrato l’immagine di Ficicchia che veniva portato via di peso da tre agenti della polizia.
La denuncia di Ultima generazione
In un video, gli ambientalisti spiegano che «la protesta è stata, come sempre, pacifica e non violenta, non avrebbe mai potuto né voluto portare il minimo danno alle persone. Il semplice imbrattamento è considerato punibile dal codice penale con un reato specifico».
Ma, per Ultima generazione, i dettami della legge sono stati disattesi: «Nonostante la previsione di legge e nonostante gli attivisti siano rimasti sul posto in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine, nel pieno rispetto dei principi della non violenza sono stati trattenuti e verranno processati per direttissima con l’accusa ben più grave di reato di danneggiamento».
L’accusa, in ogni caso, secondo Ultima generazione è fuorviante.
«Il reato di danneggiamento, oltre a non essere stato commesso, trattandosi di semplice imbrattamento, comunque non prevede l’arresto in flagranza, ma la semplice denuncia a piede libero. Siamo quindi di fronte all’ennesimo abuso, a un’azione volta a intimorire e criminalizzare chi sta cercando di portando l’attenzione sul vero crimine che questo governo sta commettendo».
I fatti
Ieri alcuni attivisti climatici del gruppo poco prima delle otto di mattina, hanno imbrattato la facciata del palazzo del Senato con vernice arancione per protesta contro la riapertura delle centrali a carbone e il progetto di nuove trivellazioni petrolifere. Tutte le forze politiche si sono schierate compatte contro l’azione come di fronte a un attacco terroristico.
«Sono vicina al presidente del Senato e a tutti i senatori e condanno il gesto oltraggioso, incompatibile con qualsiasi civile protesta», ha fatto sapere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
«Alla base del gesto – ha scritto il gruppo in un comunicato pubblicato poco dopo l’azione al Senato – la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio nella storia dell’umanità».
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