Polemiche dopo l’apparizione di Travolta a Sanremo con un paio di scarpe di cui è testimonial. Viale Mazzini si difende, ma c’è anche il caso Trenitalia. E sui trattori non si capisce come finirà
Un passo falso appresso all’altro. Il primo festival di TeleMeloni – definito «noioso» perfino dal presidente del Senato Ignazio La Russa – rischia di restare nella memoria come una lunga serie di gaffe della Rai. A partire da quella che i vertici aziendali hanno definito una «disattenzione».
Mercoledì, durante la seconda serata, John Travolta ha ballato il “Ballo del qua qua”. Fiorello, protagonista della gag, ha detto che è stata «la peggiore della storia della televisione».
Ma è stato il male minore. L’attore indossava infatti un paio di scarpe con il marchio ben visibile: U-Power, azienda di cui è testimonial dall’estate. Non solo, secondo il Corriere della Sera, lo sponsor lo avrebbe pagato un milione di euro per la sua partecipazione al festival mentre Michela Uzzeni, direttrice generale marketing di U-Power, era presente in platea, in prima fila, insieme all’ad Franco Uzzeni.
«Sono andata a Sanremo perché mi ha invitata Oscar, il manager che segue Travolta», dice. «Ha messo le mie scarpe ma doveva essere la Rai a controllare. Non sono io che devo pensare a coprire il logo. Io ero seduta in prima fila e quando John è uscito con le mie scarpe io non potevo far altro che gioire». Il tutto, assicura, «è stato assolutamente casuale».
Anche la Rai, spiega il direttore Intrattenimento Prime Time Marcello Ciannamea, nega qualsiasi «accordo di carattere commerciale» e dice che l’attore ha ricevuto soltanto un rimborso spese. Ma certo la vicenda, dopo meno di 24 ore, è diventata un gran pasticcio.
Secondo Viale Mazzini Travolta avrebbe contattato Amadeus per partecipare alla kermesse mentre si trovava a Montecarlo per impegni personali. Da lì avrebbe raggiunto Sanremo, arrivando all’Ariston solo pochi minuti prima della gag: neanche il tempo di mettere del nastro adesivo a coprire il logo delle scarpe, poi inquadrate più volte durante il ballo.
«Nessuno ha notato le scarpe, la cui marca peraltro non è a noi familiare (il brand in Italia è promosso da Diletta Leotta con spot televisivi frequenti, ndr). È stato commesso l’errore di non oscurare le scarpe, ma l’inquadramento sui piedi è avvenuto perché ballando quella è l’inquadratura» ha detto la vicedirettrice dell’intrattenimento Prime time, Federica Lentini.
Quanta visibilità sia arrivata alla marca «non familiare» emerge bene dalla risposta della coconduttrice della terza serata, Teresa Mannino. In conferenza stampa Amadeus ha chiesto retoricamente chi potesse mai conoscere il brand. E lei ha replicato: «Adesso tutti».
Imparare dagli errori
Amadeus poi, davanti all’insistenza dei cronisti, si è anche spazientito: «Tutto questo dramma su Travolta... non sta succedendo niente, sta andando tutto bene, dove possiamo andare a trovare una stronzata che fa venire voglia di polemizzare?»
Ma il problema è che la vicenda rischia di diventare la fotocopia del caso Instagram-Ferragni dell’anno scorso: solo pochi giorni fa il Tar del Lazio ha confermato la multa comminata all’azienda dall’Agcom per la pubblicità occulta al social network andata in onda nell’edizione del 2023.
La Rai ha deciso di ricorrere in Consiglio di stato, ma i 170mila euro di sanzione sono già stati pagati dall’azienda, quindi dai contribuenti. All’epoca la governance era un’altra: a mettere in piedi il festival era stato Stefano Coletta, l’ad era ancora Carlo Fuortes. Ancora prima, nel 2021, i dirigenti Rai erano incorsi nei richiami dell’authority per le pratiche scorrette in materia di vendita degli spazi pubblicitari.
Il nuovo corso meloniano non sembra aver imparato la lezione e rischia ora di incorrere in un’altra multa, visto che il Codacons ha già presentato un esposto all’Agcom. Intanto la vicenda delle scarpe si va ad aggiungere ad altre due polemiche scoppiate in questi giorni.
In primis quella sul Frecciarossa speciale di Trenitalia che non è andato giù a Matteo Salvini, non informato dell’iniziativa («è costato parecchio» ha detto il ministro).
Anche il tira e molla sulla partecipazione degli agricoltori alla kermesse musicale continua a provocare mal di testa al settimo piano di viale Mazzini in trasferta ligure.
Amadeus dovrebbe leggere dal palco un comunicato «che porterà alla conoscenza del grande pubblico i problemi, le difficoltà, le richieste che provengono dal mondo agricolo» ha comunicato l’azienda. Il testo, in realtà, non esiste ancora: si attende che i diversi movimenti forniscano materiale per confezionare il documento.
Anche se in Rai negano fermamente, si tratterebbe di una soluzione elaborata in prima persona dal direttore generale Giampaolo Rossi e dalla premier Giorgia Meloni. Tra i dirigenti serpeggia un certo risentimento per la situazione delicata che si è venuta a creare da quando Amadeus – mentre erano ancora vive le polemiche per l’ospitata insieme a Fiorello da Fabio Fazio sul Nove – si è detto disposto ad accogliere sul palco gli agricoltori in protesta.
Una delle anime del movimento degli agricoltori, Riscatto agricolo, dopo aver annullato la manifestazione prevista per oggi a Roma, ha ribadito la propria volontà di salire sul palco dell’Ariston, e ha fatto sapere che se questo non succederà potrebbero “invadere” Sanremo.
Sul fronte politico il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per placare gli animi, ha dato il via libera all’intervento sull’Irpef chiesto dai manifestanti. Ma ora è soprattutto il fronte Rai a preoccupare.
Anche perché pure nelle redazioni c’è una certa maretta. A RaiNews la direzione, martedì, ha deciso di far rimuovere dal proprio sito lo spezzone di video in cui Amadeus e Marco Mengoni, in conferenza stampa, si dichiaravano antifascisti e cantavano Bella ciao. La scelta ha provocato la mobilitazione del cdr. Il video è poi ricomparso mercoledì in versione modificata, senza domanda e professione di antifascismo, sono sopravvissuti solo pochi secondi in cui i due accennano il pezzo.
Mercoledì sera l’azienda ha invece annunciato pubblicamente due provvedimenti disciplinari per due giornalisti: una vicenda riguarda un dipendente che si è lasciato andare a un commento sgradevole sulla cantante Big Mama in gara a Sanremo, l’altra invece le posizioni controverse di una redattrice dell’intrattenimento Day time nei confronti delle autorità trentine dopo l’abbattimento dell’orso M90. Non c’è pace per TeleMeloni.
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