Cominciano a circolare sulla stampa le intercettazioni dell’ex eurodeputato socialista arrestato dalla giustizia belga perché considerato il punto di riferimento di lobbisti qatarioti e marocchini: le telefonate per influenzare i voti a favore dei suoi «datori di lavoro»
Ci sono nomi ancora coperti da segreto sui personaggi politici coinvolti nel Qatargate, lo scandalo delle tangenti dell’emirato per comprare la benevolenza del parlamento europeo sui Mondiali di calcio 2022 e non solo. Adesso cominciano a circolare sulla stampa le intercettazioni telefoniche di Antonio Panzeri, l’eurodeputato socialista arrestato dalla giustizia belga perché considerato il punto di riferimento di lobbisti qatarioti e marocchini per intervenire sulle decisioni di Bruxelles.
I testi pubblicati da Repubblica raccontano da una parte come come il gruppo Panzeri si muovesse per raggiungere gli obiettivi dei loro «datori di lavoro», e, secondo il giudice belga Micheal Claise «infiltrare e inquinare la democrazia europea», e dall’altra la vita di lusso che si concedeva l’ex politico di Articolo 1 insieme alla famiglia.
Il Marocco
I rapporti poco trasparenti con il Marocco emergono ancora una volta nei favori concessi. In calendario - dopo il viaggio a Doha in autunno a spese, secondo quello che emerge dall'indagine, del governo del Qatar - otto giorni al Mamounia di Marrakech, un hotel con spa e casinò da 1.800 euro a notte in su, dove la famiglia Panzeri aveva il proposito di passare il Capodanno. Da quanto emerge a carico del Marocco. «A proposito vengono pure mia figlia e il marito», diceva Panzeri all’ambasciatore marocchino a Varsavia, Abderrahim Atmoun. I rapporti sono estremamente informali: «Anche lui!». «E dai sei un rompi scatole», la risposta.
A un certo punto Atmoun chiede a Panzeri notizie di Andrea, loro «amico». Per la procura «è molto probabile che anche questa persona li accompagni durante il soggiorno». L'ex sindacalista risponde «non ancora», ma poi sembra rassicurarlo con altro: «Stasera sono a cena con Maria».
Secondo gli investigatori potrebbe trattarsi di Andrea Cozzolino, l’eurodeputato che ha modificato la risoluzione sul Qatar oggi sospeso dal Pd per salvaguardare l’onorabilità del partito, mentre Maria sia l'eurodeputata socialista belga Maria Arena, con cui Panzeri pianificava investimenti, a conferma, secondo l'accusa, che Atmoun sarebbe ben di più che una semplice conoscenza "mondana” e “diplomatica” per i due europarlamentari italiani.
I parlamentari
Quello che emerge con ancora maggiore chiarezza è come Panzeri pilotasse i lavori parlamentari. Ci sono contatti e telefonate con eurodeputati il cui nome al momento coperti da "omissis". Il circolo sarebbe però soprattutto italiano, spetterà al parlamento decidere se dare il via libera alla procura.
Il 14 novembre, racconta ancora Repubblica, giorno in cui si sono riunite a Bruxelles le commissioni Diritti dell'Uomo e Libertà civili, Giustizia e Affari interni, hanno presenziato in aula diversi ufficiali del Qatar. Francesco Giorgi, l’assistente di Cozzolino e compagno compagno della vicepresidente agli arresti Eva Kaili, anche lui in arresto, tiene aggiornato Panzeri al telefono. Si assicura che ci sia la «ragazza», ovvero Alessandra Moretti.
Panzeri dà indicazioni su cosa dire anche a Marc, ovvero Tarabella altro europarlamentare di cui Giorgi è stato assistente. Per Panzeri Tarabella di intervenire, quando Giorgi dice di averlo fatto, gli suggerisce di dire: «Non vedevo questo interesse quattro anni fa quando c'erano i Mondiali in Russia», e cerca di allontanare l’ipotesi di un’indagine nei confronti della Fifa al Parlamento europeo. Due ore dopo Panzeri si complimenta con una donna riferendo che anche il Qatar è compiaciuto.
La plenaria
Qui torna la plenaria sul tema del Qatar e dei diritti umani. Pochi giorni prima al telefono con un uomo (non identificato) diceva: «Volevo solo parlarti perché nel gruppo si sta formando un certo atteggiamento di spinta per la plenaria riguardante il Qatar, e noi abbiamo risposto che c'è l'evento del 14 novembre... si... appunto abbiamo invitato alti rappresentanti del sindacato, ma oggi nel gruppo eh,... sono i tedeschi? eh... sì, chi spinge un po’ per questa cosa, quindi è pazzo, Dobbiamo trovare un modo per calmare questa dimensione».
L’ipotesi per ammorbidire i politici prima del voto era regalare i biglietti per assistere al mondiale di calcio, ma il capo del partito socialista belga e sindaco di Charleroi, Paul Magnette, riportano i cronisti, «ha vietato a tutti i parlamentari di andare ai Mondiali. Ecco perché Marc ha difficoltà ad andare...».
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