- Pochi politici hanno scritto tanti libri quanto Matteo Renzi, nessuno ha cambiato così tanti editori: come si spiega questo nomadismo editoriale?
- Pochi politici riescono a vendere, anzi quasi nessuno, l’eccezione è Giorgia Meloni che con Io sono Giorgia (Rizzoli, 2021) sta veleggiando ben oltre le 80.000 copie.
- Il penultimo libro di Renzi, La mossa del Cavallo, pubblicato da Marsilio nel 2020, è arrivato a 17.000 copie. Un buon numero, anche se meno di tutti gli altri. Numeri dignitosi. Il problema sembrano essere gli anticipi, troppo elevati.
Pochi politici hanno scritto tanti libri quanto Matteo Renzi, nessuno ha cambiato così tanti editori: come si spiega questo nomadismo editoriale? È appena arrivato in libreria Controcorrente, l’ultimo prodotto (fatica è forse un termine eccessivo in questo caso) del Renzi autore, pubblicato da Piemme, che è un marchio della galassia Mondadori. Ma Renzi ha pubblicato anche per Rizzoli, Mondadori, Feltrinelli, Marsilio…
Di solito un autore cambia editore quando ottiene condizioni migliori, ma sono spesso passaggi da aziende medio-piccole a uno dei grandi gruppi.
Queste mosse di calcio mercato per autori da classifica di solito hanno una storia poco lusinghiera: se l’ultimo libro è stato un flop, l’agente dello scrittore va a bussare ad altra porta promettendo un nuovo capolavoro che rinverdisca i fasti delle origini. Come dicono a Roma: «Magari ci cascano».
Nel caso di Renzi, però, la spiegazione non si applica. Domani ha ricostruito i veri dati di vendita dei saggi politici dell’ex premier. Che sono tutti più che dignitosi, visto che si tratta di saggistica, segmento del mercato nel quale già 5.000 copie sono un buon risultato. Pochi politici riescono a vendere, anzi quasi nessuno, l’eccezione è Giorgia Meloni che con Io sono (Rizzoli, 2021) sta veleggiando ben oltre le 80.000 copie.
Il penultimo libro di Renzi, La mossa del Cavallo , pubblicato da Marsilio nel 2020, è arrivato a 17.000 copie. Un buon numero, anche se meno di tutti gli altri: Fuori, 2011, per Rizzoli, aveva toccato 28.000 copie. La stagione renziana era agli inizi, va bene anche Oltre la rottamazione, 2013, questa volta Mondadori, con 25.000 copie.
Mentre è al potere Renzi non ha tempo di scrivere – o far scrivere – altri libri: non sarebbe opportuno per un premier in carica la formazione potere dell’incarico editoriale, a meno che non si tratti di libri i cui ricavi vanno in beneficenza (una eventualità che Renzi non ha mai preso in considerazione). Il massimo successo editoriale arriva dopo il fallimento politico: Renzi lascia palazzo Chigi per la sconfitta al referendum costituzionale 2016, pochi mesi dopo, nel 2017, pubblica per Feltrinelli: Avanti, Perché l'Italia non si ferma, 41.000 copie.
Questione di sintonia
In quel momento Renzi è ancora segretario del Pd, Feltrinelli è da sempre il punto culturale di riferimento della sinistra italiana che, sia pur riluttante, alla fine vota Pd. Ma dura poco: dopo le elezioni del 2018 e il risultato è disastroso, Renzi deve lasciare la segreteria, arriva Nicola Zingaretti e il Pd inizia il lungo percorso di contro-rottamazione, mai davvero finito, nel tentativo di sanare le lacerazioni lasciate dal renzismo. Feltrinelli lascia Renzi ma, visto che l’autore vende, continua a pubblicarlo con l’etichetta Marsilio della quale ha acquisito il controllo da poco e che è meno politicamente connotato.
E così arrivano in sequenza Un’altra strada: idee per l’Italia di domani nel 2019 e poi La mossa del cavallo nel 2020, rispettivamente 38.000 e 17.000 copie. Adesso Piemme. Perché gli editori si lasciano scappare un autore che vende? L’unica spiegazione è che pretenda anticipi troppo alti: nei contratti editoriali una parte è garantita all’autore, che un certo numero di copie, e poi una remunerazione in percentuale sulle copie comprese.
Il continuo cambio di etichetta sembra indicare che pubblicare Renzi sia un cattivo affare anche se vende, perché evidentemente le somme anticipate equivalgono a un numero di copie superiore a quello pur rilevante che poi viene venduto davvero.
Visto che i contratti non sono pubblici, non abbiamo certezze sui comensi che comunque devono essere ogni volta nell’ordine delle migliaia di migliaia di euro, forse in qualche caso. Un affare ottimo per Renzi, non così buono per gli editori che lo lasciano andare alla concorrenza.
L’epilogo, almeno per ora, è Controcorrente, con Piemme, che ieri era al primo posto su Amazon, nonostante il titolo sia copiato da un libro del 2013 dell’ex nemico Massimo D’Alema. E chissà se l’indagine della procura di Roma su Renzi per finanziamento illecito sarà buona o cattiva pubblicità.
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