Il problema non è il terzo mandato. Pedicini: «Faccio presente che per un terzo mandato avrei avuto molte più probabilità nel Movimento se avessi leccato bene qualche fondo schiena ai vertici di partito». Evi: «Il Movimento ha tradito le sue battaglie e la sua identità». Corrao: «Dal rapporto con la Lega nord qualcosa comincia a non funzionare. Salvini acquisisce troppa popolarità»
Quattro europarlamentari lasciano il gruppo del Movimento 5 stelle. La notizia l’ha data in anteprima il sito di informazioni di Bruxelles Euractiv, spiegando che la loro scissione è arrivata dopo l’approvazione della politica Agricola comune, a cui loro hanno votato contro in contrasto con la posizione del Movimento. Si tratta di Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Eleonora Evi e Piernicola Pedicini. Tutti hanno scritto post molto lunghi su Facebook per spiegare che il motivo però non è solo quello.
Per Alessandro Di Battista hanno sbagliato. Lo ha scritto commentando il post di Corrao: «Sei una persona per bene e sei un amico e per me l'amicizia così come la riconoscenza è un grande valore. stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di chilometri insieme a te. Questa vostra scelta mi dispiace e come ti ho detto tante volte per me è un errore. Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo».
Pedicini, è stato il primo a commentare, assicurando che il loro allontanamento dal gruppo non ha niente a che fare con Alessandro Di Battista, nè con l’impossibilità di accedere a un terzo mandato che secondo l’europarlamentare «leccando qualche fondo schiena» avrebbero ottenuto.
«Credo che il Governo Conte vada sostenuto e penso che chiunque decida di intraprendere la stessa nostra strada dovrebbe farlo con l'obiettivo di migliorarlo il governo, non di farlo cadere - dice ancora Pedicini -. Tuttavia una cosa è il sostegno al governo e altra cosa è accettare qualunque decisione provenga dal governo».
A questo ha aggiunto: «Tengo a specificare ai giornalisti che non faccio parte della fronda di Di Battista e di nessuna altra fronda, sono una persona che pensa con la propria testa». Di Battista e le persone a lui vicine «rappresentano la parte migliore del Movimento e gli auguro di riuscire nel loro progetto di ricostruzione e rinascita ma, personalmente, penso che il Movimento non abbia più nessuna possibilità di riprendere quella direzione e nessuna possibilità di rinascere dalle sue ceneri».
A chi pensa che debba dimettersi «perché eletto con il simbolo del Movimento» ricorda di aver incassato «60mila preferenze».
Sul fatto che la mossa derivi dall’obbligo di fermarsi a due mandati «faccio presente che per un terzo mandato avrei avuto molte più probabilità nel Movimento se avessi leccato bene qualche fondo schiena ai vertici di partito - prosegue -. Il problema è che nella mia vita non ho mai leccato il fondoschiena a nessuno e mai lo farò».
Pedicini conferma l'impegno per i punti del programma. «Continuerò - conclude - a combattere contro il dominio dei petrolieri, lo strapotere della finanza, l'ingordigia della grande industria e l'avidità dei potenti».
Allo stesso modo Evi ha deciso di farsi da parte: «Lascio io, prima di essere cacciata per aver tenuto la barra dritta. È una decisione sofferta, maturata nel tempo, che oggi prendo con lucidità e consapevolezza. Non sono cambiata io. È il Movimento ad aver tradito le sue battaglie e la sua identità».
Per Corrao il problema è stato Matteo Salvini: «Nel rapporto con la Lega nord qualcosa comincia a non funzionare. Salvini acquisisce troppa popolarità e incute riverenza in tantissimi esponenti del m5s, che di fatto cominciano ad assecondarlo e inseguirlo. Quello è il primo momento in cui capisco che qualcosa non funziona più, che forse si è rotto irreparabilmente».
D’Amato ha partecipato anche agli Stati generali: «Ho dato tutta me stessa anche nella recente campagna elettorale per le elezioni regionali in Puglia, anche partecipando attivamente e fino alla fine agli inutili #StatiGenerali». Ormai «il Movimento è uno specchio opacizzato impossibilitato a rifletterci per quello che eravamo».
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