I due commercialisti da ieri agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione Lombardia film commission, non sono solo due professionisti al servizio della Lega. Tra i soci del loro studio, che proprio per questo motivo non è stato perquisito dalla Guardia di finanza, c’è il tesoriere del partito, Giulio Centemero (estraneo all’indagine). Che è anche il beneficiario di alcuni bonifici provenienti da una società coinvolta nell’affare
- Da ieri sera due commercialisti al servizio della Lega sono agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine sulla Lombardia film commission. I punti da chiarire sono ancora molti. Gli indagati frequentavano la sede centrale del partito a Milano e sono soci del tesoriere della Lega, Giulio Centemero. Che però non è indagato.
- Proprio la presenza di Centemero all’interno dello studio ha ostacolato eventuali perquisizioni da parte della Guardia di finanza. Gli uffici in uso a un parlamentare, infatti, possono essere perquisiti solo dopo l’autorizzazione della camera di appartenenza.
- Dai documenti emerge il rapporto strutturato tra i commercialisti arrestati e la Lega. Lo stesso Centemero avrebbe ricevuto dei pagamenti da una società coinvolta nell’inchiesta fino a sei mesi prima della compravendita su cui la procura sta indagando.
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Matteo Salvini (LaPresse)
Da ieri sera due commercialisti al servizio della Lega sono agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla Lombardia film commission. Matteo Salvini li ha difesi: «Di loro mi fido». Comprensibile, sono professionisti che il leader ha voluto e ha messo a gestire i conti dei gruppi parlamentari e di società controllate dal partito. Ma i contabili arrestati dalla Guardia di finanza non sono qualcosa di più di semplici professionisti al servizio del partito: Andrea Manzoni è membro del collegio sindacale di Italgas Reti e Alberto Di Rubba di Sin, la struttura del ministero delle Politiche agricole che gestisce il sistema informatico. Entrambi nominati quando Salvini era al governo con i Cinque stelle.
Non solo, sono anche soci d’affari del tesoriere della Lega, Giulio Centemero (non indagato), chiamato a gestire i conti leghisti dopo gli scandali legati all’utilizzo di risorse pubbliche per scopi privati dal fondatore del Carroccio, Umberto Bossi. Centemero, infatti, è partner nello studio professionale, con sede a Bergamo, dei due commercialisti arrestati.
Lo studio di Bergamo
Quello dello studio professionale è un dato rilevante che potrebbe complicare, e non poco, le indagini. Gli uffici in uso a parlamentari, Centemero è deputato, non possono essere perquisiti se non dopo l’autorizzazione della camera di appartenenza. Il tesoriere, però, non è sotto inchiesta. Quindi resta da capire quale stanza dello studio, di cui è azionista, oltre a Centemero, un secondo parlamentare leghista, sia di loro pertinenza. Un nodo difficile da sciogliere nel poco tempo a disposizione degli inquirenti che, proprio per questo, non hanno proceduto a nessuna perquisizione.
Secondo la procura di Milano, Di Rubba e Manzoni sono stati i registi della compravendita gonfiata dell’immobile pagato dalla fondazione Lombardia film commissione il doppio del suo valore. Un acquisto effettuato usando soldi della regione, dunque pubblici. Denaro che poi è finito nelle casse di altre società riconducibili agli stessi commercialisti. Insomma, il solito giro di bonifici finito decine di volte nel mirino dell’autorità antiriciclaggio di Banca d’Italia e che chiama in causa non solo Manzoni e Di Rubba, ma anche altre figure centrali in questa trama finanziaria, sul cui sfondo si staglia il peccato originale del debito con lo stato da 49 milioni che la Lega deve onorare dopo le condanne per truffa sui rimborsi elettorali del suo ex tesoriere, Francesco Belsito, e del fondatore Bossi.
Ma andiamo con ordine. E partiamo dalle carte in mano al procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
L’operazione Cormano
Le stesse accuse rivolte ai commercialisti della Lega Di Rubba e Manzoni, riguardano anche Michele Scillieri, un loro collega presso il cui studio era stata domiciliata la Lega per Salvini premier, il nuovo partito nazionalista fondato da Matteo Salvini con l’obiettivo di rottamare la vecchia Lega nord e i suoi debiti.
Di Rubba, Manzoni e Scillieri sono tutti indagati dalla procura di Milano insieme al “prestanome”, Luca Sostegni, e all’imprenditore, Francesco Barachetti, nell'ambito dell'inchiesta sulla vendita dell'immobile a Cormano (Mi) alla società pubblica Lombardia film commission. insieme agli arresti domiciliari sono scattate anche le perquisizioni della Guardia di Finanza. Gli agenti sono andati nello studio di Scillieri, alla ricerca di prove e riscontri sulle ipotesi di reato più corpose per i quali i tre sono sotto indagine: turbativa della libertà di scelta del contraente e peculato.
L’anno di riferimento è il 2017. È all’epoca che Lombardia film commission, una fondazione a partecipazione pubblica, acquista un immobile da trasformare in cineporto, una spazio attrezzato per la produzione di film e serie tv. Il fabbricato viene individuato a Cormano, area nord di Milano. Film commission, quindi, compra l’immobile dall’immobiliare Andromeda. Un affare da quasi un milione di euro.
I pagamenti al tesoriere
Il pagamento ad Andromeda è avvenuto tramite due bonifici accreditati il 5 dicembre 2017, quando a capo dell’ente pubblico lombardo c’era il commercialista della Lega, Alberto Di Rubba. Immobiliare Andromeda nel giro di dieci mesi ha incassato una plusvalenza di 400mila euro. L’immobiliare, infatti, vende a 800mila euro il fabbricato alla fondazione presieduta da Di Rubba. Fabbricato pagato la metà qualche mese prima. Ottimo colpo per una società che sarà messa in liquidazione poco dopo.
Ma le stranezze non si esauriscono nell’atto di acquisto. Il denaro incassato dalla cessione sosta poco sui conti dell’immobiliare. Finisce rapidamente ad aziende legate alla galassia dei commercialisti della Lega. Tra queste c’è anche la Sdc srl che riceve 178mila euro. Sdc è stata creata nel febbraio del 2018, con capitale sociale versato dallo studio di Di Rubba e Manzoni, ha ricevuto denaro quasi esclusivamente da Radio Padania: 368mila euro. Sdc ha speso i soldi per saldare fatture emesse da Di Rubba, Manzoni e dal tesoriere del partito, Centemero. Solo tra il 2016 e il 2017 gli uomini scelti da Salvini hanno infatti ottenuto dalla Sdc 625mila euro. In particolare Centemero incassa dalla società 61mila euro, l’ultimo bonifico ricevuto risale a sei mesi prima dell’affare Lombardia film commission.
Gli incontri davanti alla sede della Lega
In attesa di capire le prossime mosse degli investigatori, le indagini proseguono per ricostruire tutti i passaggi di denaro intorno alla compravendita di Cormano. E si scopre che il gruppo puntava ad altri affari simili, da concretizzarsi proprio tra i protagonisti di questa indagine, che «beneficiano ancora di incarichi di rilievo tutt'ora ricoperti da alcuni dei loro componenti negli organigrammi di numerose società ed enti», come evidenzia il giudice per le indagini preliminari che ha firmato l’ordinanza di arresto ai domiciliari. È infatti lo stesso giudice che dà rilevanza a un'intercettazione nella quale Scillieri, per «superare il malcontento serpeggiante tra i sodali in conseguenza dei guadagni rivelatasi minori del previsto (dell'immobile di Cormano, ndr)», dice a Di Rubba al cellulare: «Ne faremo altre mille, la prossima volta invece di 50 (mila, ndr) ne prendi 70...».
C’è poi il legame stretto degli indagati con la Lega. La loro familiarità con la sede centrale del partito in via Bellerio a Milano è un altro aspetto sottolineato dagli inquirenti, che fanno riferimento anche alle dichiarazioni rilasciate ai pubblici ministeri da Andrea Manzoni, che si è presentato spontaneamente in procura. Il commercialista ha detto di aver appreso proprio dal suo socio Di Rubba, «in occasione di alcune visite presso la sede della Lega» del finanziamento erogato dalla regione Lombardia finalizzato all'acquisto dell'immobile che sarebbe servito come nuova sede della fondazione. E proprio davanti alla sede di via Bellerio, Luca Sostegni, il primo a essere fermato dagli agenti mentre tentava di fuggire in Brasile, si incontra con Scillieri, Manzoni e Di Rubba. Era «il luogo fissato per l'incontro», come si legge nell’ordinanza di arresto. Luogo troppo sensibile, per questo la truppa di commercialisti decide di cambiare zona, per non dare troppo nell’occhio. Non a caso Scillieri avvertiva il suo sodale di volerli incontrare in futuro in un luogo «meno rischioso…più appartato». Cosa scegliere di meglio, a questo punto, che una anonima tavola calda nelle vicinanze? E infatti è proprio lì che, raccontano gli investigatori, finiscono i quattro per discutere dei propri affari. Un summit fronte Lega.
«Sistema Lega»
Intanto l’opposizione in Consiglio regionale va all’attacco. Il Partito democratico, con il capogruppo, Fabio Pizzul, e la consigliera, Paola Bocci, esige spiegazioni e denuncia: «Che cosa nasconde ancora la Lombardia Film commission? Che cosa nasconde ancora la Lega? La Film commission da anni è inesistente nel sostegno al cinema lombardo, mentre abbonda in consulenze e, al netto di ciò che accerterà la magistratura, è riuscita a compiere un’operazione oggettivamente dubbia e sospetta per 800mila euro, atto definito semplicemente “imprudente” dall’assessore di competenza. Emerge sempre più che in regione Lombardia c’è un sistema Lega che continua da Maroni a Fontana e che coinvolge persone di fiducia di Salvini. La Lega si dice tranquilla ma non lo è, certamente noi non rinunceremo a continuare a chiedere che sia fatta chiarezza. Il primo atto che ci attendiamo è che a Scillieri, ancora oggi a libro paga della Lombardia film commission, venga immediatamente revocato l’incarico».
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