- Agenda fitta di impegni in vista dell’elezione del 24 gennaio. Oggi parla Mario Draghi, domani si riuscono la segreteria del Pd e l’assemblea dei 5 Stelle. Venerdì tocca al centro destra. Mr B. sempre in pista.
- Dall’estero piovono consigli sulla scelta che i grandi elettori devono fare: si sono pronunciati Emmanuel Macron, gli analisti della Goldman Sachs e il capo del partito popolare europeo Antonio Lopez.
- Continua il toto-nomi, non solo di candidati donne. Oggi sui giornali spunta la candidatura di Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio e già ministro ai tempi del governo Monti.
Mancano due settimane al voto per il nuovo presidente della Repubblica. E quella che si apre oggi è un’agenda già tutta piena di appuntamenti. Nel pomeriggio di oggi parla alla stampa il premier Mario Draghi. È vero: la conferenza stampa riguarda le ultime misure anti Covid, ma ci sono attese anche sulla vicenda Quirinale. Anche se non toccherà l’argomento, farà notizia. Augusto Minzolini sul Giornale spera che Draghi annunci il “passo indietro”. Vedremo.
Domani inizia intanto il Partito Democratico che riunisce la segreteria e, giovedì, la direzione con i gruppi parlamentari. L’intenzione di Enrico Letta è arrivare ad una linea condivisa con tutte le anime del partito. Matteo Orfini ha rilanciato la strategia del Mattarella bis. Mentre nei giornali del fine settimana è emersa l’ipotesi di Paolo Gentiloni a palazzo Chigi come continuatore del governo, in caso di elezione di Draghi al Quirinale.
Sempre domani, ma di sera, ci sarà l’assemblea del gruppo dei 5 Stelle a Montecitorio, con il capo Giuseppe Conte che ha annunciato la ricerca di una donna di alto profilo. E una parte dei parlamentari che insistono per il secondo mandato a Mattarella. C’è anche una polemica su quanto debba essere condivisa con la base del Movimento la discussione sulla linea da tenere. Infine fra giovedì e venerdì il centro destra dovrebbe pronunciarsi in modo ufficiale: Silvio Berlusconi vorrebbe essere l’«unico candidato». Oggi al Corriere torna a dirlo Maurizio Lupi di Noi con l’Italia. Possibile che ci sia l’investitura definitiva. Anche se la ricerca di soluzioni subordinate non sembra affatto tramontata.
CONSIGLI (INTERESSATI) DALL’ESTERO
Qui a Monte Cavallo abbiamo già parlato delle preferenze degli Usa nei confronti del prossimo inquilino del Colle. Ma negli ultimi giorni si sono moltiplicati i suggerimenti stranieri. Segno che la salita al Colle è considerata questione strategica non solo in Italia. Il presidente francese Emmanuel Macron ha voluto lodare pubblicamente la “strana coppia” (copyright Rino Formica per Domani) Mario Draghi-Sergio Mattarella, sostenendo che sono una “fortuna”: “Oggi abbiamo molta fortuna ad avere un presidente della Repubblica e un presidente del consiglio italiani cosi coraggiosi, europeisti ed amici della Francia.
È una opportunità per la Francia e per tutti noi”. Gli analisti della Goldman Sachs hanno preso in prestito una famosa canzone dei Clash, Should I Stay or Should I Go?, per sostenere, in un rapporto per gli investitori, che sarebbe meglio che Draghi restasse a Palazzo Chigi. Mentre ieri, in una intervista sul Giornale, il segretario del Ppe, Antonio Lopez ha appoggiato il Cav, pur non dimenticando Supermario: «Una presidenza di Silvio Berlusconi con un capo di governo come Draghi», ha detto, «sarebbe imbattibile e promuoverebbe l'Italia ancora più della già alta posizione di cui gode. Berlusconi e Draghi hanno entrambi questo vantaggio, che surclassa ogni altro politico italiano: sono gli unici veramente noti e apprezzati come leader in Europa». Oggi a Roma arriva la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Scommettiamo che, accanto a Luigi Di Maio, dirà qualcosa sul Quirinale?
SANT’EGIDIO SUL COLLE PIÙ ALTO?
Anche se non in modo tradizionale, sui giornali si continua nel gioco del toto-nomi. Nomi di donne e non solo. Oggi Antonio Polito nel suo Fantacolle per il Corriere della Sera tira fuori il nome del professor Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, già ministro nel governo Monti, che sarebbe stato proposto a Matteo Salvini. Polito lo presenta come “un indipendente di credenziali impeccabili e stimato ovunque anche molto in alto”. Tecnicamente anche la Santa Sede è uno stato straniero…
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