- Nel 2016 Raggi ha vinto le elezioni raccogliendo al ballottaggio anche i voti della destra: prima del voto Giorgia Meloni, che allora era arrivata terza, non aveva dubbi: «Voterei Raggi al ballottaggio».
- In tantissime occasioni le sue prese di posizione ambigue sono servite per non perdere nessuno dei suoi elettori, di ogni appartenenza politica.
- Come nel caso della destra estrema, è accaduto pure per i vaccini: Raggi non è mai stata netta, ha combattuto per riammettere a scuola bambini che non avevano completato il ciclo di inoculazioni obbligatorie e non ha voluto raccomandare il vaccino contro il Covid-19.
Per condannare le manifestazioni violente dello scorso fine settimana Virginia Raggi ha impiegato oltre dodici ore. Nel tweet, seguito da un post su Facebook e dalla notevole assenza alla manifestazione di solidarietà alla Cgil, la sindaca uscente scrive: «Ribadisco chiaramente che Roma è orgogliosamente antifascista e che per Fn non ci può essere spazio nella nostra città».
Negli anni passati la sua posizione non è stata sempre così netta. Nel 2016 Raggi ha vinto le elezioni raccogliendo al ballottaggio anche i voti della destra: prima del voto Giorgia Meloni, che allora era arrivata terza, non aveva dubbi: «Voterei Raggi al ballottaggio». Forte di un appoggio che raccoglieva sostenitori di tutti gli orientamenti politici, Raggi ha continuato a mandare segnali ambigui per non perdere nessuno per strada.
All’inizio del 2017, pochi mesi dopo l’elezione, ha saltato la tradizionale commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine perché era in vacanza «su consiglio medico». Una sgrammaticatura che già allora era stata notata, visto che all’occasione non era mai mancato nemmeno Gianni Alemanno quando era sindaco. Due anni dopo, nel tweet pubblicato in occasione della ricorrenza ha scritto “errori” al posto di “orrori”: «Roma dice addio a Rosetta Stame. Ha dedicato la sua vita a ricordare la tragedia delle Fosse Ardeatine affinché quei terribili errori del passato non si ripetano mai più».
Storia diversa per il Giorno del ricordo, dedicato ai massacri delle Foibe: per tutto il suo mandato, Raggi ha partecipato a iniziative dedicate all’argomento, compresi alcuni viaggi studio di istituti romani. La sindaca ha promesso più volte di sgomberare l’immobile occupato da CasaPound all’Esquilino, ottenendo finora soltanto la rimozione dell’insegna sulla facciata, unico aspetto su cui il Campidoglio può intervenire. L’edificio è di proprietà del demanio, con cui Raggi sta cercando di accordarsi da tempo. Raggi è invece riuscita a sgomberare nel 2017 la storica sede dei movimenti di destra italiani di Colle Oppio.
Lo sfratto è stato completato solo a inizio 2020, a pochi mesi dallo sgombero del Cinema Palazzo, uno spazio occupato nel quartiere di San Lorenzo e restituito alla cittadinanza come luogo di aggregazione. La sindaca si era rallegrata per il ritorno della «legalità», salvo poi fare un passo indietro specificando che «le attività di Forza nuova e l’esperienza positiva del Cinema Palazzo a San Lorenzo non sono neanche lontanamente paragonabili». Risale all’estate 2020 la proposta di un museo sul fascismo, formulata dalla consigliera del M5s Gemma Guerrini. La mozione è stata bloccata all’ultimo dalla sindaca, ma nel frattempo avevano fatto in tempo a indignarsi sia l’opposizione sia l’Anpi, perché la proposta aveva una dimensione “commemorativa” e non intendeva esplicitamente condannare gli orrori del fascismo.
I vaccini
Nel tweet di domenica scorsa non c’è una parola sui No-vax e i criti del green pass. Non sembra una scelta casuale. La prima occasione in cui Raggi si è esposta sull’argomento è stata nel 2018, quando si è opposta all’obbligo vaccinale del decreto Lorenzin chiedendo che tutti gli alunni, anche non vaccinati, potessero continuare a frequentare le lezioni. L’anno scorso è stata contestata la sua scelta di non vaccinarsi contro il Covid-19. È stato il suo medico a raccomandarle di attendere dopo la guarigione, ha spiegato la sindaca.
© Riproduzione riservata