Avanti popolo di Nunzia De Girolamo andrà in onda così come previsto, inclusa l’ospitata di Fabrizio Corona. Anche perché i vertici Rai non hanno ricevuto proteste formali: i consiglieri d’amministrazione di area dem e M5s avevano annunciato di voler prendere posizione sull’opportunità di ospitare per la terza volta su una rete del servizio pubblico il re dei paparazzi, condannato anche in via definitiva e che ha appena finito di scontare la sua pena. Ma per il momento non sono arrivati messaggi ufficiali. Nessun motivo dunque di intervenire sulla scaletta. 

Almeno per ora, visto che la prossima riunione del consiglio d’amministrazione è convocata per il 25 ottobre, l’unico a esporsi è stato Angelo Bonelli dei Verdi, che in commissione Vigilanza Rai ha presentato un’interrogazione in cui chiede «se è in linea con il contratto di servizio Rai promuovere la presenza a pagamento, in diversi talk show, di una persona condannata definitivamente dalla Cassazione e che ha pendenti diversi altri processi» e «a quanto ammontano i compensi finora concessi dalla Rai a Fabrizio Corona». Il deputato insiste anche sull’opportunità di invitare chi gestisce canali Telegram dove vengono pubblicizzate scommesse calcistiche e chiede di riflettere sulla conferma dell’ospitata: è impossibile però che l’interrogazione riesca a bloccare la messa in onda, visto che non sono previste riunioni della commissione nella giornata di martedì, quindi la richiesta verrà esaminata ex post. 

Le perplessità

Resta anche il fatto che almeno una delle fonti a cui si è rivolto Corona ha ammesso di aver nominato il calciatore della Roma Nicola Zalewski senza ragione dopo che il fotografo gli aveva offerto 20mila euro. Sebbene altri calciatori abbiano ammesso le proprie colpe e confermato le notizie di Corona, questo fatto e il curriculum personale e penale del fotografo non contribuiscono a renderlo più credibile.

Ovviamente la vicenda è in divenire, ma che Corona abbia ricevuto compensi dalla Rai – lui stesso dice superiori ai 10mila euro che avevano rivelato fonti stampa – per essere ospitato a Belve, Domenica in e Avanti popolo solleva una serie di interrogativi sulla missione del servizio pubblico. In maggioranza ci si aspetta un grosso successo di share per la puntata di martedì sera dopo che il programma dell’ex ministra era partito con grande fatica non andando oltre il 3,6 per cento. 

Nella prima puntata De Girolamo e la sua squadra si sono giocati l’intervista con il marito capogruppo dem al Senato Francesco Boccia per poi dedicare il secondo blocco al settore del porno con ospite Malena. In quella di martedì 17, oltre a Corona sarà ospite il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, intervistato dalla conduttrice nel suo studio d’Oltretevere. Resta da vedere se l’inedita combinazione di ospiti riesca a sfondare contro la concorrenza di De Girolamo: quella interna con Italia-Inghilterra e Belve sugli altri due canali Rai e quella privata con È sempre Cartabianca di Rete4 e DiMartedì su La7. Nel dubbio, il fotografo ha già provveduto a condividere parecchio materiale sui suoi profili Instagram, dove ha pubblicato anche uno scatto che ritrae una riunione con la sua squadra e la conduttrice. Più timidi i social media manager della Rai, che si sono limitati a utilizzare una card per promuovere l’intervista sui canali di Raitre. 

Anche dalla destra si sono alzate voci perplesse, come quella del ministro dello Sport Andrea Abodi. «È paradossale che un personaggio come Fabrizio Corona diventi un portavoce di istituzioni, non capisco come possa essere nata una cosa del genere, il segreto istruttorio va preservato, questo caso è clamoroso, siamo andati oltre». Maurizio Gasparri auspica poi che «Corona, fonte di notizie giudicate interessanti, e si spera fondate, potrebbe essere esibito senza riempire le sue tasche di soldi dei cittadini. Ricordiamo le regole dello “spettacolo”, ma anche il pessimo curriculum di Corona, non certo un esempio per talk o peggio ancora per spazi festivi familiari».

A differenza di Avs, M5s e Pd restano attendisti, spiegando di voler aspettare di vedere la trasmissione prima di prendere iniziative concrete. Una circostanza ricorrente per i Cinque stelle, che non sono intervenuti in maniera drastica neanche sul caso Facci o sull’allontanamento di Roberto Saviano dal servizio pubblico: per i maliziosi, un modo di offrire una sponda ai nuovi vertici in cambio di direzioni e incarichi nelle testate. E un rischio di imbarazzo per il Pd, che si è mostrato decisamente più attivo in altre circostanze.

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