- Dopo l’accordo tra i governi dei paesi membri, l’adesione dei paesi va ratificata da ogni paese singolarmente: in Italia nell’ultimo caso simile, quello della Macedonia del Nord, tra l’approvazione del Consiglio dei ministri della ratifica e la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale dopo il via libera del parlamento sono passati nove mesi.
- Tra l’altro, tra dieci mesi si vota e la campagna elettorale, oltre alla pausa di agosto, potrebbe rallentare ulteriormente l’iter.
- Matteo Salvini si è già dichiarato contrario all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato: «L’oggi non è l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato»
Ora che Svezia e Finlandia hanno deciso di presentare la domanda d’adesione alla Nato, inizia il lungo processo che porterà i due paesi a entrare nell’Alleanza euroatlantica, inciampi di percorso permettendo. Il processo di ingresso è molto articolato e prevede diversi passaggi. La durata complessiva può variare, nell’ultimo caso di adesione, quello della Macedonia del Nord, Skopje è diventata il trentesimo paese dell’alleanza nel giro di poco più di un anno. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha promesso tempi accelerati per Finlandia e Svezia, ma senza dettagliare la traduzione pratica di questa intenzione.
Prima di tutto, c’è infatti da risolvere il problema dell’ostilità della Turchia all’ingresso dei due paesi scandinavi. E resta da vedere come, una volta superato questo ostacolo, la procedura di ratifica possa essere accelerata dai singoli stati: essendo richiesto l’avallo dei parlamenti le tempistiche si allungano, per non parlare dei potenziali dibattiti politici sul tema.
La procedura
Dopo la richiesta d’adesione, il paese candidato deve ricevere un invito formale contenuto in un protocollo, il primo documento che viene discusso e approvato dall’Alleanza, che va ratificato da tutti i paesi membri, ciascuno secondo la procedura che ha stabilito. Tornando al caso della Macedonia del Nord, l’incoraggiamento a iniziare i lavori per l’adesione arriva dagli stati membri già a luglio 2018, mentre andava in porto l’accordo con la Grecia per il riconoscimento del nome del paese, oggetto di una lunga disputa negli anni precedenti.
Il protocollo che conteneva l’invito al nuovo paese portava la data del 6 febbraio 2019 e regolava tempi e modalità d’adesione. Dopo l’invito la procedura ha previsto la verifica di ogni problema politico o giuridico, oltre alla definizione di un calendario dell’attuazione di eventuali riforme necessarie. A quel punto, il documento è stato inoltrato a tutti i paesi membri.
In Italia, il disegno di legge di ratifica è stato messo a punto dal ministro degli Esteri e approvato dal Consiglio dei ministri. Nel caso della Macedonia del Nord, l’approvazione da parte del governo è arrivata a fine febbraio. Nel periodo di ratifica il paese candidato ha potuto partecipare alle riunioni Nato in qualità di paese osservatore.
La ratifica in Italia
Il dossier è stato poi assegnato alla commissione Esteri della Camera l’11 marzo 2019 per iniziare l’iter di conversione. La trattazione è terminata l’8 maggio, ma per l’approvazione in aula è passato un altro mese e mezzo: la ratifica è stata accettata solo il 25 giugno. A leggere il resoconto delle discussioni, sembra che sia i membri delle commissioni sia la discussione in aula non è stata accompagnata da particolare passione per la materia in discussione.
Il testo è quindi passato al Senato, dove è arrivato in commissione Esteri il 6 agosto, poco prima della pausa estiva. L’inoltro del testo all’aula è arrivato solo il 2 ottobre 2019 e il via libera definitivo dell’assemblea il 22 ottobre, quando avevano ratificato il protocollo già 22 paesi su 29.
L’atto è stato inserito in una legge promulgata il 24 ottobre e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 6 novembre. Anche a palazzo Madama, la discussione è stata breve e senza particolari intoppi e quasi nessun intervento dei singoli partiti.
Una volta ultimata la ratifica, è il governo degli Stati Uniti, depositario del Trattato istitutivo della Nato, a notificare agli altri paesi membri l’entrata in vigore dell’adesione. Per la Macedonia del Nord l’ammissione è avvenuta il 27 marzo 2020.
Il caso degli scandinavi
Non è detto che per l’adesione di Svezia e Finlandia lo schema rimanga lo stesso. Le parole di Stoltenberg fanno immaginare una raccomandazione ai paesi membri perché riducano i tempi di approvazione.
Se si considera che i parlamentari italiani non hanno avuto troppo da discutere sulla Macedonia del Nord, e hanno comunque impiegato nove mesi per il via libero definitivo, è difficile immaginare che i tempi possano essere tanto inferiori. Tra l’altro, tra dieci mesi si vota e la campagna elettorale, oltre alla pausa di agosto, potrebbe rallentare ulteriormente l’iter.
Certo, c’è la possibilità di intervenire sulla calendarizzazione dei provvedimenti da trattare e recuperare qualche settimana, ma anche in quel caso è sempre possibile che un caso politico come quello dell’adesione di Svezia e Finlandia sollevi qualche polemica, nonostante la dichiarazione di sostegno all’iniziativa degli scandinavi da parte di Mario Draghi.
Era successo qualcosa di simile per la ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità, che aveva causato criticità importanti nella maggioranza di governo. Molte erano state le polemiche di Cinque stelle e Lega sull’opportunità di votare a favore e accettare le regole che imponeva il nuovo sistema di Bruxelles. Il dissenso di una parte del Movimento aveva quasi causato la crisi del governo giallorosso.
Matteo Salvini si è già dichiarato contrario all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato: «Allargare i confini della Nato ai confini della Russia avvicina o allontana la pace? Lascio a voi giudicare. Io sono concentrato sull’oggi. E l’oggi non è l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato», ha detto il segretario della Lega alla convention di partito di sabato scorso.
Contro l’allargamento anche Alternativa, il gruppo degli ex grillini, che chiede di «opporsi a questo allargamento», mentre il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte si è dichiarato ieri favorevole all’ingresso: «Francamente non possiamo dire di no e quindi diciamo di sì», ha detto. Nei giorni scorsi aveva però sottolineato anch
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