Il premier presenta il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per Draghi il documento punta a «colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali»
- Il premier presenta il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le opposizioni hanno chiesto di rinviare il dibattito per studiare il documento, ma si è deciso di proseguire. Il documento deve essere consegnato a Bruxelles entro il 30 aprile.
- Per Draghi il documento punta a «colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali».
- Per il Sud «stimiamo che l’incremento complessivo del Pil del Mezzogiorno negli anni 2021-2026 sarà pari a quasi 1,5 volte l’aumento del Pil nazionale». Sì alla proroga del Superbonus in Legge di bilancio, ma dopo una verifica.
Mario Draghi ha presentato il Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato sabato in Consiglio dei ministri, alla Camera. Il piano che utilizzerà i fondi del Recovery Plan per introdurre riforme strutturali nel nostro paese dopo il Covid-19 e che va presentato, entro il 30 aprile, alla Commissione europea per l’approvazione.
Dopo l'intervento di Draghi, si passerà alla discussione generale. Domattina alle 11 è attesa la replica del premier e il voto dell'aula, mentre alle 15 il premier sarà a Palazzo Madama per informare anche i senatori. Le opposizioni, formate da Fratelli d’Italia e voci singole del gruppo misto hanno chiesto di avere più tempo e rinviare il dibattito per avere più tempo, al termine delle comunicazioni di Draghi c’è stata una conferenza dei capigruppo ma alla fine si è optato per proseguire il dibattito.
Valori civili
Per Draghi non è solo una questione di reddito «ma di valori civili».
Ha quindi voluto citare Alcide De Gasperi: «Vero è che il funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune». Per questo, ha concluso: «A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani».
Serve «un dialogo aperto e costruttivo». Draghi ha quindi elencato i dati della crisi pandemica: «Il crollo delle ore lavorate è sceso dell’11 per cento, giovani e donne hanno sofferto un calo di occupazione superiore alla media».
Non si tratterà solo di investimenti: «L’accento sulle riforme è fondamentale». Ci saranno sei missioni, come ha anticipato nelle scorse settimane, «e tutto sarà controllabile» anche tramite una piattaforma elettronica.
«Quella che gli altri chiamano governance»
Draghi ha ricordato che regioni e comuni avranno un ruolo fondamentale nel governo del piano «quella che gli altri chiamano governance» ha scherzato. «L’attuazione delle iniziative e delle riforme, nonché la gestione delle risorse finanziarie, sono responsabilità dei Ministeri e le autorità locali, che sono chiamati a uno straordinario impegno in termini di organizzazione, programmazione e gestione». Ci sarà il monitoraggio del ministero dell’Economia, infine, «è prevista una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, con il compito tra l’altro di interloquire con le amministrazioni responsabili in caso di riscontrate criticità nell’attuazione del Piano».
Donne, giovani e Mezzogiorno
A più riprese Draghi ha sottolineato l’importanza di arrivare alle categorie del paese: «Si tratta di colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali» ha detto subito e ha aggiunto: «Vogliamo permettere alle donne imprenditrici di realizzare i loro progetti». Ci sarà inoltre un sistema di certificazione della parità di genere per incentivare le aziende in questo senso. Il sud sarà centrale perché «se cresce il sud, cresce l’Italia» ha detto raccogliendo gli applausi della Camera. Dotazione infrastrutturale e transizione ecologica porteranno una crescita economica decisa al Sud: «Stimiamo che l’incremento complessivo del Pil del Mezzogiorno negli anni 2021-2026 sarà pari a quasi 1,5 volte l’aumento del Pil nazionale».
Superbonus
Per quanto riguarda il superbonus al 110 per cento per l'efficientamento energetico degli edifici, un tema caro al Movimento 5 stelle ma rilanciato anche da Pd e Forza Italia, sono previsti, tra Pnrr e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, «le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio».
«La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp). È un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l’ambiente».
Per il futuro, il governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 «una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici».
La fiducia negli italiani
Draghi ha detto di avere «fiducia negli italiani, nel mio popolo», per questo «sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti».
I punti più controversi del piano
Sono diversi i temi sui quali negli ultimi giorni si è consumato uno scontro in seno al governo, al punto che l’approvazione in sede di Cdm è stata rinviata più volte alla fine della scorsa settimana. Dal Superbonus, sulla cui proroga al 2023 M5s e Forza Italia hanno spinto moltissimo su Draghi ottenendo poi garanzie per il suo inserimento nel documento finale, ad alcune riforme legate a fisco e concorrenza.
Il documento era stato già inviato informalmente agli uffici Ue per un allineamento dei paletti e degli obiettivi previsti dall’erogazione dei fondi. L’opposizione – ma anche alcune forze di governo come la Lega – hanno criticato inoltre l’esecutivo per il poco tempo a disposizione per poter valutare con pienezza il documento su cui, hanno fatto notare, non c’è stato tempo per un dibattito pubblico.
Palazzo Chigi: «Intervento epocale post-crisi»
«Il Piano prevede un ambizioso programma di riforme e avrà un impatto significativo sulla crescita economica e della produttività», ha fatto sapere l’esecutivo dopo il Cdm di sabato. «Si tratta di un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell'economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e contribuisce in modo sostanziale a favorire l'inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali. Il Piano prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne. Una nuova strategia di politiche per l'infanzia è cruciale per invertire il declino di fecondità e natalità. I giovani beneficiano dei progetti nei campi dell'istruzione e della ricerca, del ricambio generazionale nella pubblica amministrazione e del rafforzamento del Servizio civile universale».
«Per i ragazzi e le ragazze – si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi – sono stanziati fondi per l'estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive a scuola. In particolare, è promossa l'attività motoria nella scuola primaria, anche in funzione di contrasto alla dispersione scolastica. Per quanto riguarda le donne, il Piano prevede misure di sostegno all'imprenditoria femminile e investimenti nelle competenze tecnico-scientifiche delle studentesse. Inoltre, l'ampliamento dell'offerta di asili, il potenziamento della scuola per l'infanzia e il miglioramento dell'assistenza ad anziani e disabili aiuteranno indirettamente le donne, che spesso devono sostenere la maggior parte del carico assistenziale delle famiglie. Per perseguire le finalità relative alle pari opportunità – generazionali e di genere – il Governo intende inserire per le imprese che parteciperanno ai progetti finanziati dal Next generation Eu previsioni dirette a condizionare l'esecuzione dei progetti all'assunzione di giovani e donne».
Il governo prevede infatti che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. La governance del Piano prevede una responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse. È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro. Il Ministero dell’economia e delle finanze dovrà monitorare e controllare il progresso nell’attuazione di riforme e investimenti. Il testo del Piano, 337 pagine, è visibile sul sito di Montecitorio.
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