- Nemmeno il nuovo governo parla di razionamento del metano, ma mentre la crisi ucraina prosegue e i prezzi dell’energia fanno su e giù, i comuni di Milano e Firenze si sono presi di coraggio, e i sindaci Beppe Sala e Dario Nardella hanno varato i piani di risparmio di energia che prenderanno il via proprio in questi giorni.
- In altre città il problema è ugualmente sentito, ma sulla soluzione si tentenna. Napoli ha chiesto alle scuole di spegnere le luci di notte, Palermo ha allestito una task force ma non vuole spegnere i lampioni.
- Gualtieri aveva annunciato un piano a marzo, ma al momento è in lavorazione con Acea. Tra le misure prese in considerazione lo spegnimento dei monumenti e delle luci in alcune strade. Fra due settimane potrebbe arrivare una delibera, nessuna restrizione piace.
Nemmeno il nuovo governo, come il vecchio, parla di razionamento del metano, ma mentre la crisi ucraina prosegue e i prezzi dell’energia fanno su e giù, i comuni di Milano e Firenze hanno preso coraggio, e i sindaci Beppe Sala e Dario Nardella hanno varato i piani di risparmio di energia che prenderanno il via proprio in questi giorni. In altre città il problema è ugualmente sentito, ma sulla soluzione si tentenna. A Roma il piano annunciato a marzo del 2022 da Roberto Gualtieri con il coinvolgimento di Acea non è ancora arrivato. A Palermo il sindaco Roberto Lagalla ha deciso che comunque vada non interverrà sull’illuminazione pubblica. A Napoli si è attivata una task force e per ora sono arrivate le raccomandazioni alle scuole.
Oltre alle grandi città si stanno muovendo i piccoli comuni, per esempio l’amministrazione Sala riferisce che sta ricevendo richieste di informazioni dai comuni limitrofi. E sull’ipotesi di spegnimento delle luminarie di Natale finora si parla al massimo di «sobrietà».
Milano
Il primo ad annunciare risparmi è stato Sala. Con un video sui social il sindaco di Milano il 12 ottobre ha impresso una svolta alla consapevolezza pubblica sulle bollette, e ha anticipato le misure che partiranno venerdì prossimo. La riduzione dei consumi è stata definita in accordo con A2A e Atm. Sui bus elettrici, sui tram e sui convogli della linea metropolitana M2 la temperatura sarà abbassata di due gradi. Dal 28 ottobre il periodo di accensione dei lampioni sarà diminuito di un’ora al giorno, 10 minuti in meno la sera e 50 minuti in meno al mattino.
Alcune sedi comunali resteranno chiuse a partire da venerdì 4 novembre: «Il venerdì così da essere a ridosso del weekend e prolungare l'effetto positivo dello spegnimento degli impianti», ha aggiunto il sindaco, spiegando di aver «definito la formula con i sindacati». Una decisione che «riguarderà in modo limitatissimo gli uffici aperti al pubblico». Chi non potrà usufruire del lavoro agile, «sarà dislocato near working, nelle sedi che resteranno sempre aperte».
Sui negozi ancora non è stata presa nessuna decisione, ma il sindaco sta lavorando con la Camera di commercio allo spegnimento delle insegne e delle vetrine di notte. Perché «come sempre - conclude Sala - è bene che ognuno faccia la sua parte».
Firenze
Il 18 ottobre la giunta di Firenze, guidata da Dario Nardella (Pd) ha approvato due delibere «per far fronte alla drammatica situazione energetica». Il primo punto è lo spegnimento di alcuni lampioni dell’illuminazione pubblica «su meno del 10 per cento del territorio fiorentino», dal tramonto fino alle 23.15. Come a Milano, fissato il lavoro ‘agile’ il venerdì, ma con l’esclusione di anagrafe e ufficio relazioni col pubblico. In dettaglio, l’amministrazione valuta che avrà un risparmio di 800mila euro per i prossimi sei mesi e oltre un milione in un anno. Chi non vuole lavoare da casa, è destinato ai coworking. Sui negozi: «Abbiamo intenzione di aprire un tavolo tecnico» per lo spegnimento dei cartelloni pubblicitari durante la notte. Per ora non si parla di monumenti.
Palermo
Mentre Firenze e Milano fanno il grande salto, Palermo va per la sua strada. Il comune, ha detto all’Adnkronos il sindaco di centrodestra, Roberto Lagalla, non ha intenzione di intervenire sui lampioni: «Non spegneremo gli impianti dell’illuminazione pubblica nelle strade perché metteremmo a rischio la sicurezza dei cittadini, né spegneremo i monumenti perché arrecheremmo un danno al turismo che per noi, anche nel periodo natalizio, è fonte di ricchezza». L’idea è quella di utilizzare «led per le luminarie natalizie» e individuare «misure sostenibili per il contenimento della spesa energetica, attraverso soluzioni innovative». All’opera «un gruppo di lavoro formato da personale del comune e dell'Azienda del gas».
Napoli
Napoli per ora prende tempo. Il sindaco, Gaetano Manfredi (Pd), si legge sul Mattino aspetta indicazioni dal nuovo governo. Ha fatto notizia la nota dell’assessora Maura Striano, che ha avvertito le scuole di non tenere le luci accese la notte e starebbe trovando resistenze. Napoli non vuole rinunciare al Natale: «Stiamo valutando sia sull’illuminazione dei monumenti che sull’illuminazione natalizia di avere maggiore sobrietà dando solo dei segni e senza eccedere», ha detto Manfredi. Il comune ha istituito un “Tavolo sull’energia”, che «ci ha dato dei suggerimenti a breve termine sulla riorganizzazione dei nostri uffici».
Roma
Anche la capitale finora non si è mossa, se non sullo smartworking, prorogato per evitare la ribellione dei dipendenti e non per risparmiare. A quanto risulta a Domani, sono in corso le valutazioni di Acea per arrivare a misure di contenimento dei consumi, e in settimana ci sarà una riunione sulle simulazioni per arrivare a una decisione nel giro di due settimane. A Roma è stato stimato un aumento di costi di 80 milioni annuali tra elettricità e riscaldamento. Acea sta inserendo nei possibili scenari anche lo spegnimento di tutti i monumenti, e la riduzione delle luci in alcune strade. Ma per i vecchi sistemi di illuminazione, non è facile gestire i tempi di spegnimento, e nelle settimane scorse è stato chiesto un supplemento di indagine. Per quanto riguarda i monumenti, dal Colosseo al Pantheon, il comune vorrebbe spegnere la luce solo in situazioni di emergenza.
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