Di elettrico? «Ho solo il phon». La Vespa? «Più emette meglio è». I monopattini? «Non ci saranno più in giro». La moto? «Ho un’Harley che inquina più di Chernobyl». E giù con le risate.

Non sono quattro amici al bar che chiacchierano davanti a una birra, ma sono Matteo Salvini – professione: vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – e alcuni suoi fedelissimi leghisti. C’è il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’ex ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio.

Tra un selfie e un taglio del nastro

Il palcoscenico è l’Eicma, il cinque novembre scorso, all’esposizione di Milano del ciclo e del motociclo, la fiera per gli appassionati delle due ruote che in sei giorni ha accolto più di 600 mila visitatori e ha generato per il capoluogo lombardo un indotto di oltre 100 milioni di euro.

Tra una stretta di mano, un selfie e un taglio del nastro, per Salvini è stata l’occasione per interpretare alla perfezione una certa opinione pubblica «vecchia maniera» che odia – non necessariamente in quest’ordine – l’elettrico, la transizione energetica, i monopattini, le aree B e C, Greta Thunberg, il Green deal (e un po’ anche l’Unione europea).

Un’interpretazione – ricostruita in un collage di video condiviso da The Journalai – degna di Nanni Moretti, anche se il segretario della Lega si offende quando viene paragonato al regista e attore. «Nanni Moretti lo dici a qualcun altro», risponde a chi gli fa notare una (vaghissima) somiglianza, quando il ministro si fa fotografare in sella a una Vespa rossa. Troppo di sinistra? Ma il cantante preferito di Salvini – lo ripete spesso – è Fabrizio De André. E sul pratone fangoso di Pontida anche quest’anno si sono pompati a pieno volume Gaber e Vecchioni.

«Di elettrico ho solo microonde e phone»

Cinema e musica, in realtà, nella passerella di Salvini all’Eicma non c’entrano niente. In qualità di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è abbastanza naturale che vada alla principale fiera di un settore che in Italia, secondo l’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori (Ancma), vale quasi 15 miliardi di euro e che è cresciuto del 41 per cento solo negli ultimi tre anni. Ma forse perché a suo agio nella città dove è nato e cresciuto, Salvini era di buon umore e ha sfruttato l’occasione anche per lasciarsi andare a battute che solleticano la pancia di un certo elettorato: il suo.

Il numero uno della Lega e i suoi danno il meglio di sé quando si parla di elettrico. In fondo, la transizione energetica – per le quattro e per le due ruote – è il tema dei temi ed è entrata ormai da anni nel dibattito pubblico. I motori elettrici, per ora, per prezzo e performance non sono ancora competitivi con quelli tradizionali, ma all’Eicma praticamente tutte le case produttrici hanno portato propri modelli.

Ma Salvini, sul palco con Fontana, ci scherza su. «Te ce l’hai il motorino elettrico da ricaricare?», chiede ironicamente al presidente della Lombardia, un tempo culla del leghismo ma che tra due anni potrebbero cedere il passo a Fratelli d’Italia.

«Io di elettrico ho solo il taglia barba», risponde il governatore. Ma Salvini alza il tiro: «Di più cazzo, il phon. Di elettrico ho il microonde e il phon, basta». Poi una voce fuoricampo: «Siete due monelli». Risate.

E quando gli fanno provare una Vespa rossa scintillante lo rassicurano che «non è elettrica». Bene, «più emette, meglio è», risponde il leader della Lega.

«Le moto non causano il riscaldamento climatico»

Il secondo tempo è con Gian Marco Centinaio. L’ex ministro dell’Agricoltura ora deputato tra gli stand della fiera ammette di avere «un’Harley a carburatore che inquina più della centrale di Chernobyl». Letta con lenti più psico-antropologiche che politiche, il non detto di quest’affermazione è che l’elettrico sia «da sfigati».

Dopo un po’ Salvini dice la sua a dialogo con alcuni imprenditori: «Ma dai, non puoi rompere le palle ai motorini. Sto facendo una battaglia anche per le Vespa storiche. Non è quello che fa il riscaldamento globale», sottolinea improvvisandosi esperto di cambiamento climatico. Secondo l’Oms ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento quasi sette milioni di persone e nell’Unione europea il 12 per cento delle emissioni totali di CO2 dipende dai trasporti privati.

«I monopattini non ci saranno più»

Una delle «battaglie da bar» è quella contro i monopattini, che spesso sfrecciano pericolosamente per le strade delle città. Solo a Milano quelli sharing sono più di seimila. Gli automobilisti sono imbestialiti (qualche volta hanno anche ragione). E i produttori di motorini e automobili anche.

«Tranquillo, il problema lo risolviamo alla radice – risponde a chi gli chiede qualcosa su questi mezzi che, dal Covid in poi, hanno rivoluzionato la mobilità di molte persone –. Il monopattino non ci sarà più in giro». Detto con il sorriso di chi ha il potere di farlo e se ne compiace.

Sarà anche per questo che ha riformato il codice della strada? Tra le modifiche targate Salvini (che a dire il vero hanno fatto arrabbiare molti suoi elettori), alcune riguardano appunto i monopattini: dovranno avere una targa e un’assicurazione Rc, i conducenti dovranno avere almeno 14 anni, se minorenni dovranno indossare il casco (dove lo metteranno quelli sharing che sono giorno e notte per strada?), non potranno portare altre persone e non dovranno superare i 20 chilometri orari, che diventano sei per le aree pedonali. Sono norme che sicuramente puntano a limitare i tanti incidenti che si verificano, spesso dovuti a un uso imprudente del mezzo, ma che – secondo le associazioni di categoria – anche per il loro possibile effetto deterrente finiranno per tagliare le gambe agli operatori del settore.

Un pizzico di sessismo

E non poteva mancare un pizzico di sessismo in questa passerella di Salvini. Salendo su un’Aprilia bianca e nuova di zecca, circondato da soli uomini pronti a scattare una foto con i loro smartphone, ecco la battuta: «Meglio le ragazze eh, rispetto a un ministro in giacca e cravatta… Secondo me avrà più successo qualcun altro». Risate.

Una ragazza giovane e bella in sella a una moto, meglio se scosciata e scollata (all’Eicma non mancano): la combo perfetta per un uomo a cui piace il rombo assordante dei motori. Però non quelli elettrici, loro non fanno rumore.

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