In ballo giustizia e fisco. Lo ha detto in un’intervista a Repubblica. Nonostante questo si dice «convintamente al fianco di Draghi»: «Per noi, se lui fosse d'accordo, il prossimo capo dello Stato sarà lui». Il segretario del Pd Letta chiede ancora una volta che lasci la maggioranza: «Lasci. E lasci che le riforme le faccia Draghi con chi le vuole»
«Ma su, siamo realisti: non sarà questa maggioranza a fare la riforma della giustizia e del fisco» ha detto il leader della Lega Matteo Salvini in un’intervista a Repubblica. E il segretario del Pd Enrico Letta gli ha chiesto con un tweet di lasciare la maggioranza: «Leggo che #Salvini non vuole che questo governo faccia le riforme della giustizia e del fisco. Mi chiedo su quale discorso programmatico abbia dato la sua fiducia a Draghi a febbraio. Lasci. E lasci che le riforme le faccia #Draghi con chi le vuole».
Le interviste
Il gup del tribunale di Catania, Nunzio Sarpietro, ha stabilito il non luogo a procedere contro Salvini per il caso Gregoretti, che lo vedeva indagato per sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di 131 migranti nel 2019, quando era ministro dell’Interno. Per l’analogo caso Open Arms, invece, a settembre partirà il processo. Il leader del Carroccio si è comunque detto soddisfatto della decisione del tribunale di Catania, e ha parlato a lungo con i giornalisti, non solo di Repubblica, ma anche del Corriere della Sera. Se da una parte non vede riforme, per lui il presidente del Consiglio Mario Draghi è un ottimo candidato per il Quirinale: «Me lo faccia ripetere: se Draghi dovesse ritenere, la Lega lo sosterrà per il Quirinale con convinzione», ha detto al Corriere. «Per noi, se lui fosse d'accordo, il prossimo capo dello Stato sarà Draghi. Certo, il problema è per il Pd, che di candidati pullula...». Su Repubblica: «Se Draghi intenderà candidarsi, avrà nella Lega un sostegno totale: non lo stesso appoggio, credo, troverà da parte del Pd che ha almeno dieci pretendenti al Colle...».
«Ma tanto non sarà questa maggioranza a riformare giustizia e fisco. La ministra Cartabia può avere le idee chiare, ma se se sei in Parlamento con Pd e M5s, per i quali chiunque passa lì accanto è un presunto colpevole, è dura» ha detto il leader della Lega a Repubblica e al Corriere si è detto pronto a rilanciare i referendum sulla giustizia: «Se il parlamento approverà qualcosa di serio e di adeguato, benissimo, altrimenti daremo voce ai cittadini». Nonostante questo, continua a dirsi «convintamente dalla parte di Draghi».
Lontanissimi i tempi in cui diceva che l’ex presidente della Bce era «complice di chi massacra gli italiani».
La reazione Pd
Il segretario del Pd se da una parte ha subito Twittato in reazione alle parole del leader del Carroccio, dall’altra continua a seguire una linea precisa che parte già dalle scorse settimane: il 25 aprile, quando Salvini si era alleato con Giorgia Meloni nella campagna #nocoprifuoco, aveva invitato la Lega a lasciare la maggioranza: «Se non vuole stare al governo non stia al governo». Entrambi, il 12 maggio, erano saliti insieme a Roma sul palco al Portico d'Ottavia per partecipare alla manifestazione di solidarietà per il popolo israeliano organizzata dalla comunità ebraica.
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