Il vicepremier ha querelato lo scrittore cinque anni fa perché lo ha definito “ministro della malavita”. Oggi avrebbe dovuto deporre. Saviano sarà comunque presente in tribunale
Matteo Salvini non è andato in tribunale per testimoniare nella causa contro lo scrittore Roberto Saviano: questa sera, si legge nella sua agenda ufficiale, deve essere a Milano per la prima della Scala alle 18. A sorpresa, ha aggiunto un pranzo benefico nel capoluogo meneghino. Il processo è stato così rinviato al 10 luglio. Salvini ha fatto pervenire una dichiarazione di legittimo impedimento a essere presente in aula.
Salvini aveva querelato il giornalista nel 2018 perché lo aveva definito «ministro della malavita». Lo scrittore si è comunque presentato. Per Saviano quella del vicepremier è una grave mancanza di responsabilità.
Saviano ha commentato: «È evidente che Salvini stia scappando - ha commentato lasciando il tribunale capitolino -. Mi sta portando a processo da 5 anni: le sue sono querele fatte esclusivamente per intimidire, mandare messaggi: una azione preventiva contro chi reputa suoi nemici. Oggi ha presentato una giustificazione affermando che doveva presenziare ad una riunione in videocollegamento, dimenticando che poteva farlo da Roma, e per un pranzo di beneficenza a Milano». Tenutosi prima dello spettacolo della sera.
Il caso
Il processo parte dalla querela di Salvini depositata quando era ministro dell’Interno e presentata su carta intestata del Viminale. Adesso è ministro ancora. Le diffamazioni, secondo Salvini, consisterebbero in alcuni post social pubblicati a giugno di quell’anno in cui Saviano lo accusava di essere «un bandito» perché si era rifiutato di aiutare i migranti salvati dalla nave Aquarius, con donne e bambini a bordo.
Oltre a questo, ci sono i video in cui Saviano chiamava Salvini ministro della “Mala vita” per i suoi rapporti al sud. Da alcune inchieste dell’Espresso era emerso che subito dopo la campagna elettorale avevano partecipato a un comizio del segretario della Lega a Rosarno affiliati della ‘ndrangheta, persone della cosca Bellocco e imparentate con i Pesce. Come raccontato da Domani, nel 2021, ritornato a Rosarno, Salvini aveva alle sue spalle, durante il comizio, il candidato al consiglio regionale della Lega Enzo Cusato, consuocero del boss Rocco Bellocco. Articolo finito tra i documenti della difesa.
L’avvocato Antonio Nobile ha chiesto che per la difesa parlino il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il fondatore di Open Arms, Oscar Camps e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Salvini invece ha chiesto che venga ascoltato il suo ufficio stampa.
Mai presenti
Quella di oggi sarà la terza udienza. Alle scorse Salvini non si è mai presentato. Una scena che ricorda un altro processo, quello della presidente del Consiglio Giorgia Meloni contro lo scrittore. Una causa finita di recente in una condanna pecuniaria a carico del giornalista. Meloni aveva querelato Saviano perché aveva definito lei e Salvini «bastardi» in relazione alla loro posizione sui migranti. Un accorato discorso che arrivava dopo la morte del piccolo Yusuf, vittima di un viaggio nelle acque del Mediterraneo con la sua mamma, che lo ha visto spegnersi nonostante i soccorsi della Ong Open Arms.
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