All’uscita dall’udienza sul caso Gregoretti il leader della lega ha parlato dei vaccini e della situazione politica dicendo che non prevede una corsa elettorale «a febbraio-marzo, in piena campagna vaccinale». Però non esclude niente prima di luglio: «mai dire mai». Poi partirà il semestre bianco prima del rinnovo del presidente della Repubblica: «Avrà un contributo fondamentale della Lega»
All’uscita dalla seconda udienza sul caso Gregoretti, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha voluto parlare anche di elezioni. Salvini ha legato la situazione politica ai vaccini dicendo che non prevede una corsa elettorale «a febbraio-marzo, in piena campagna vaccinale». Gli italiani, ha detto ancora, «non possono votare in emergenza sanitaria, mi pare evidente».
Se da una parte ha allontanato le elezioni, ha chiesto una squadra di governo diversa: «se ci fosse una squadra più compatta e coerente sarebbe meglio». E ha aggiunto che per il vaccino è «preoccupato»: «Non vorremmo che l’Italia restasse l’ultima nella corsa ai vaccini» per problemi di organizzazione. Intervistato dai giornalisti siciliani, ha detto che si aspetta che la Lega crescerà: «Adesso abbiamo tre deputati del parlamento siciliano e un assessore e spero fra tre anni che saremo alla guida della Regione. Ci sono tante persone che si stanno avvicinando alla Lega».
Nei prossimi mesi «la via maestra è il voto ma votare con gli ospedali pieni non si può». Un governo di centrodestra «sarebbe la soluzione migliore ma a differenza di quello che stanno facendo Renzi, Conte, Di Maio, Salvini, Zingaretti che pensano ai rimpasti noi pensiamo alla legge di bilancio. Famiglie, tasse e lavoro».
Salvini ha aggiunto però che non vuole che la situazione «si trascini fino al 2022 per votare il presidente della Repubblica». Il prossimo presidente «deve essere un presidente di tutti, mentre da Renzi o dal Pd qualcuno parla del Quirinale come se fosse casa sua». La nomina del prossimo presidente per lui «avrà un contributo fondamentale della Lega».
Il semestre bianco, ovvero in cui non si potranno tenere elezioni in attesa del rinnovo del presidente della Repubblica, partirà a luglio, prima di allora «mai dire mai».
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