Il ministro della Cultura in audizione al parlamento spiega le sue intenzioni parla di «un pericolo che non possiamo sottovalutare» e di «una pseudocultura» che «vorrebbe mettere all’indice»
Il nuovo nemico del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è la cancel culture. Nella presentazione delle linee programmatiche che ha intenzione di seguire per la gestione del suo ministero, dedica a questa «pseudocultura» le conclusioni del suo discorso.
«Ci sono opere d’arte, libri e monumenti che, proprio per questo, una pseudocultura vorrebbe mettere all’indice. La cancel culture e l’iconoclastia non sono il frutto di un male interpretato rispetto delle diverse sensibilità ma, nei fatti, una scusa per eliminare le identità locali e nazionali» ha detto Sangiuliano in commissione promettendo di opporsi a «qualunque forma di vandalizzazione, imbrattamento» di opere. Il riferimento alle azioni di Ultima generazione, che nelle scorse settimane ha più volte imbrattato opere d’arte in giro per il mondo, è chiaro.
La speranza che il ministro esprime al termine della sua relazione lunga più di un’ora e mezza e costellata di riferimenti culturali (si va dalla «polis che valorizza il civis» – sic – ai «biglietti che Alessandro Manzoni mandava a Giuseppe Verdi» che secondo il ministro sarebbe opportuno che i giovani leggessero) è che la cultura crei «un nuovo rinascimento» nel contesto di un «nuovo immaginario italiano».
Per rendere chiaro a tutti cosa ha in mente, spiega che «l’identità della nazione è soprattutto identità culturale, oltre che linguistica e geografica» e chiama in causa la Canzone all’Italia di Giacomo Leopardi, oltre al classico «Fatti non foste a viver come bruti» di Dante, ma anche la Letteratura e vita nazionale di Antonio Gramsci (che il ministro sottolinea di possedere nell’edizione di Einaudi del 1954).
Carabinieri che vigilano sul Pnrr
Nel resto della sua relazione, Sangiuliano ha spiegato di voler mantenere in servizio al ministero l’unità dei Carabinieri «posta alle dirette dipendenze del ministro, che ha curato il Grande progetto Pompei, ora concluso, e che tuttora segue alcuni altri interventi».
«Si tratta di una struttura snella, guidata da un generale dei Carabinieri, che ha funzionato con grande efficienza nel controllo dei lavori a Pompei, registrando un solo caso, tra tutti gli appalti affidati ed eseguiti, di infiltrazione criminale. Ebbene, è mia intenzione ampliare il mandato di questa struttura al controllo della realizzazione degli interventi del Pnrr».
Tax credit e artisti italiani
Toccando vari temi, Sangiuliano ha introdotto la soluzione del tax credit per numerose realtà che dipendono dal ministero: dai videogiochi al teatro, passando per detrazioni e tagli dell’Iva per i consumi culturali e gli incentivi ai comuni che affittino locali per i librai.
Per favorire la cultura italiana, poi, secondo il ministro, è ora di mettere in piedi una legge che garantisca una presenza minima di artisti italiani in radio, come quella che esiste già in Francia: «Bisogna studiare meccanismi di tutela per gli artisti italiani e per le etichette indipendenti nazionali attraverso una congrua presenza nella diffusione radiofonica e televisiva, così come avviene in altri paesi europei» ha detto.
Sangiuliano spera anche in una maggiora valorizzazione del patrimonio museale: con tutte le opere conservate nei depositi, ha spiegato il ministro, si potrebbero raddoppiare alcune realtà, come per esempio gli Uffizi. Per renderli anche più redditizi, Sangiuliano non esclude di intervenire sul costo dei biglietti, come quello per il Pantheon, attualmente gratuito.
«Un accordo del 2016 con la diocesi di Roma aveva previsto l'introduzione di un biglietto d'ingresso di soli due euro, nel pieno rispetto delle funzioni di culto del luogo, che da millequattrocento anni è anche una chiesa: quell'accordo, che avrebbe potuto portare risorse preziose per il restauro di questo e di altri monumenti, non è mai stato attuato».
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