Il responsabile Sud del Pd: «Serve un partito autonomo dagli amministratori» Su Bari: «La segretaria sta intervenendo, bisogna rinnovare tutto»
Marco Sarracino, responsabile Sud del Pd. Avete un altro guaio a Bari: un assessore indagato e messo alla porta dal sindaco Decaro. Che succede in Puglia?
Il Pd sta intervenendo con forza nei confronti di episodi e pratiche incompatibili con la linea di rinnovamento emersa in questi mesi. E ora serve una riforma del partito.
Che vuol dire?
I fatti di Palermo (dove un ex consigliere di FdI è stato arrestato per voto di scambio, ndr) dimostrano che nessuno può dichiararsi immune. Ma il Pd è l’unico che ha deciso di intervenire rispetto alla selezione delle classi dirigenti: diciamo basta all’idea per cui le persone vengono selezionate in base al numero di preferenze che portano al politico di turno. La selezione va fatta sulla qualità delle battaglie politiche fatte nella società. Va invertita la tendenza rispetto ai meccanismi di costruzione del consenso, anche quando non sono illegali, ma sono moralmente scorretti. Dopo le europee lanciamo una conferenza organizzativa.
Propositi così, alla vigilia delle europee, non sono rischiosi? Senza “cacicchi” i voti diminuiscono.
Il Pd è impegnato sul salario minimo, contro il premierato e in queste ore alla Camera difende l’unità del paese contro l’autonomia differenziata. Queste sono le nostre priorità nel rapporto con il Paese. Ma un discorso sul partito resta attuale, sia perché c’è da definire le liste per le europee e per le amministrative, sia per rafforzare le ragioni dei nostri interventi in Puglia e Piemonte. Non è affatto detto che si perdano voti. Anzi. La politica deve provare ad arrivare ben prima della magistratura. L’appello di Elly Schlein alla vigilanza degli iscritti va in questa direzione. Se sappiamo che soggetti che fanno il bello e il cattivo tempo sono incompatibili con il nuovo corso.
È un discorso scivoloso.
Per questo serve un modello organizzativo che prevenga questi fenomeni. Dobbiamo dirci che negli anni è anche successo che chi denunciava pratiche opache alla fine finiva in condizioni di isolamento e si allontanava dal partito. E a volte iscritti e dirigenti territoriali rischiano di contare meno rispetto a figure che non hanno mai partecipato a una riunione ma che poi trovi fuori ai circoli nei giorni del tesseramento o del congresso. Questo è intollerabile.
Sulla Puglia, a credere ai pm, le pratiche “intollerabili” sono parecchie.
La segretaria ha chiesto una nuova fase per la maggioranza che sostiene Michele Emiliano, e Emiliano ha recepito. Ma il fenomeno non è solo meridionale, come dimostrano i fatti del Piemonte. Il partito deve tornare ad avere una sua autonomia e non più una dipendenza dagli amministratori.
Il famoso “partito degli amministratori”?
Mi pare una linea superata dall’ultimo congresso. Concentrare tutto nelle loro mani sarebbe sbagliato. Lo vediamo anche oggi. Poniamoci invece il tema di come poter risultare utili alla società, di come essere strumento di autorappresentanza per chi oggi vuole combattere la destra e cerca un luogo in cui farlo.
Giuseppe Conte vi ordina una crociata contro il trasformismo.
Il trasformismo non riguarda solo noi. Quando hai partiti deboli, ti ritrovi circondato da pezzi di autoproclamato civismo, che talvolta sono singoli soggetti politici che non hanno una sola idea se non quella di stare al potere e pur di restarci un giorno stanno con la destra e l’altro con la sinistra. È un fenomeno che va contrastato. Ma Conte non ha la credibilità per farci un’accusa del genere. La più grande operazione di trasformismo politico si è verificata nella scorsa legislatura. Ma oggi francamente il punto non è farci le pulci fra noi ma affrontare insieme il problema.
Domenica va al voto la Basilicata, dove avete bruciato molti candidati. La sindrome lucana ha contagiato Bari?
A Bari si sta facendo di tutto per trovare una soluzione unitaria. Anche perché fino a qualche giorno fa Pd e M5s governavano insieme la regione, e non è detto che non riaccada presto. E in tanti comuni pugliesi governiamo bene insieme.
Schlein dice: «Il campo largo non è morto».
Credo sia prioritario fare di tutto per costruire un’alternativa credibile e competitiva contro la destra. Sostengo lo sforzo della segretaria di unire le opposizioni. Giorgia Meloni non ha vinto da sola: è a capo di una coalizione di tre forze politiche, e solo questa somma le ha fatto vincere le elezioni. Se nel 2022 avessimo costruito una coalizione non ci ritroveremmo con questi numeri.
Conte dice che se prenderà più voti del Pd non reclamerà la premiership dell’alleanza.
Magari fossimo già alla fase in cui dobbiamo discutere del premier. Ma siamo noi il primo partito di opposizione. Lo saremo anche dopo le europee.
La tessera del Pd del 2024 ha la foto di Enrico Berlinguer. Gli ex Dc del Pd devono morire berlingueriani?
Berlinguer è un patrimonio della storia del paese, e del Pd tutto. Quando per la prima volta sono entrata nella federazione di Napoli, c’era un bellissimo quadro di Aldo Moro. E io, che pure venivo dai movimenti studenteschi, mi sono sentito a casa. Siamo tutti orgogliosi delle storie che hanno fatto nascere il Pd: tutte.
La direzione del partito è stata convocata per il 21 aprile. Non siete in ritardo sulle liste per le europee?
Arriveranno a breve. Si lavora a liste che siano lo specchio della società che vogliamo costruire, che parlino non solo al Pd ma anche a potenziali mondi che in questi anni ci hanno voltato le spalle. Sono anche quei mondi che sono venuti a votarci alle primarie.
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