La segretaria dem risponde a distanza al presidente emiliano: «Credo che sia sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, ma se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per l'ambiente, i diritti e il lavoro di qualità, allora forse l'indirizzo lo aveva sbagliato prima»
La segretaria del Pd, Elly Schlein, risponde a distanza all’esodo dei dirigenti dem in Liguria e anche al suo presidente, Stefano Bonaccini.
Non tende la mano nè cerca di richiamarli, ma dice che«Credo che sia sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, ma se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per l'ambiente, i diritti e il lavoro di qualità, allora forse l'indirizzo lo aveva sbagliato prima».
Bonaccini aveva detto a Domani che «un Pd piccolo e radicale non serve», invitando a non sottovalutare i malumori interni, ma la segretaria sembra pensarla diversamente e guarda al futuro in altra chiave.
«Abbiamo svolto un congresso dopo una sconfitta molto dura alle politiche dell'anno scorso. Molti ipotizzavano addirittura la morte del Pd, così non è stato», è la premessa e e «ci rendiamo conto che qualcuno puo' non sentirsi a casa in un Partito democratico che si batte per il salario minimo, l'ambiente, i diritti e il lavoro di qualità, allora forse l'indirizzo era sbagliato prima».
Salario minimo
Sul salario minimo la segretaria ha ribadito che «Sono molto felice che insieme alle altre opposizioni siamo riusciti a fare una proposta unitaria per far sì che in Italia la parola lavoro e la parola povero non devono stare nella stessa frase. Una cameriera di albergo mi diceva l'altro giorno che la stanza che pulisce ha quadruplicato il suo costo, ma il suo stipendio rimane di otto euro l'ora. Dobbiamo fare come in Spagna dove il governo si è seduto con i sindacati e ha contrattato una giusta retribuzione».
Allarme sicurezza
«Siamo disponibili a ragionare insieme sulla parte della repressione, ma la repressione non basta. Bisogna partire dalla prevenzione, con l'educazione alle differenze e al rispetto partendo dalle scuole. Ho detto a Giorgia Meloni, prima premier donna, che siamo disponibili a lavorare insieme su questo: occorre cambiare la mentalità a partire dall'educazione scolastica. Quando non c'è consenso è sempre reato, e questo Paese lo deve capire», è il commento di Schelin sulla presunta emergenza sicurezza.
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