Il caso vuole che in una delle prime foto insieme in vista delle amministrative di Roma, il candidato del Pd Roberto Gualtieri guardi di sbieco Elly Schlein, la vice presidente dell’Emilia Romagna.

Da sinistra: Elly Schlein, Roberto Gualtieri e Giovanni Caudo (Foto di Vanessa Ricciardi)
Da sinistra: Elly Schlein, Roberto Gualtieri e Giovanni Caudo (Foto di Vanessa Ricciardi)

È arrivata sabato 4 settembre nella capitale per presentare “Roma Futura” la lista “Femminista, egualitaria ed ecologista” (da non confondere con “Liberare Roma”, “civica ed ecologista” vicina all’europarlamentare Massimiliano Smeriglio).

Schlein, che infiamma i cuori di parte del centrosinistra, come dimostra il gruppo da oltre 37mila membri “Fare rete con Elly Schlein” sorto in suo onore, ha parlato a sostegno della compagine che appoggia Gualtieri, ma in maniera critica. Sfondo fuxia ma capolista maschio (Giovanni Caudo l’ex candidato delle primarie) la lista femminista vede come primo sponsor Rossella Muroni, deputata di FacciamoEco e parte di Green Italia, ed è stata lanciata dalla presidente di POP idee in Movimento e capogruppo della Lista Civica Zingaretti al Consiglio regionale del Lazio, Marta Bonafoni, dalla co-portavoce di Green Italia, Annalisa Corrado, e alcune delle candidate: Tiziana Biolghini, Isabella Borrelli, Daniela Patti, Claudia Pratelli, Martina Testa, Francesca Tolino e Maria Assunta Vitelli.

Da sinistra: Annalisa Corrado, Rossella Muroni, Elly Schlein e Maria Assunta Vitelli

La lista è composta da Possibile Roma, Volt Roma, Pop, Green Italia, Radicali Roma, Socialisti europei e reti civiche, e ha messo in campo 240 candidate e candidati «di cui la metà donne. Nel pieno rispetto della parità di genere» recita il comunicato diffuso nel pomeriggio.

Leadership femminista

La star della giornata è stata “Elly”: «Ho accettato con grande gioia di passare a sostegno della lista: femminista, egualitaria ed ecologista. Non posso che sentirmi a casa». Siamo «spingitori di candidati», ha detto citando il comico Corrado Guzzanti e provocando le risate della sala.

Loro vogliono rappresentare una società «intersezionale» e «non binaria», ma soprattutto puntano a una «leadership femminista». Il primo riferimento è contro la sindaca Virginia Raggi: «Non ce ne facciamo niente di una sindaca donna se non si batte per le donne». Ma non solo: «Non ce ne facciamo niente di una segretaria donna di un partito se quel partito porta avanti un’idea di futuro che vuole relegare le donne costantemente ad essere welfare». Per questo «dobbiamo fare rete ed avanzare insieme».

Non nel Pd, assicura a Domani.

Questa lista «è una forza autonoma o alleata in forza di un programma che ci siamo accordati di portare avanti insieme, e devo dire che si può lavorare bene». Il Partito democratico «non è il mio partito, ci sono tante cose su cui andiamo d’accordo ma ce ne sono altre su cui continuiamo a essere diversi e distanti ma su cui si può trovare un equilibrio».

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