- La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, durante il Question time alla Camera, coglie l’occasione per rivolgersi ancora alle Regioni. «Collaborate con senso della misura e grande responsabilità», invoca.
- E si richiama al «disorientamento» e allo «sconforto» di famiglie, forze sociali, presidi e insegnanti davanti ad «alcune ordinanze». Il ritorno in classe per tutti è l'obiettivo finale.
- «Tutti gli studi concordano sul fatto che l'apertura delle scuole non abbia avuto un ruolo determinante nell'aumento dei casi generali». Diritto alla salute e diritto all'istruzione, insiste, «non sono in contrapposizione».
L'appello di Lucia Azzolina è, ora e ancora, alle Regioni. «Collaborate con senso della misura e grande responsabilità», invoca. Vuole scongiurare altre decisioni "unilaterali" sulla chiusura degli istituti.
Il confronto è avviato con la maggior parte dei governatori, anche se ha più volte dichiarato di avere difficoltà con il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Alle Regioni la ministra chiede che ogni decisione sia preceduta «quantomeno da scambi informativi completi», per arrivare poi a soluzioni condivise, rispettose della Costituzione, delle prerogative di Stato, Regioni ed Enti locali, del «principio cardine di proporzionalità e adeguatezza delle misure da adottare, nonché dell'autonomia delle istituzioni scolastiche».
Le scelte individuali, avverte, «rischiano di accentuare la dispersione scolastica e le forme di disuguaglianza e di divario che, invece, è nostro dovere contrastare». E si richiama al «disorientamento» e allo «sconforto» di famiglie, forze sociali, presidi e insegnanti davanti ad «alcune ordinanze».
Il ritorno in classe per tutti è l'obiettivo finale e sarà graduale, in base alla curva epidemiologica. Ma il problema sicurezza per la ministra non c'è: «A scuola ci sono delle regole ferree che abbiamo pensato quest'estate. Ci sono degli adulti che fanno rispettare le regole. Tutti gli studi concordano che l'apertura delle scuole non abbia avuto un ruolo determinante nell'aumento dei casi generali». Diritto alla salute e diritto all'istruzione, insiste, «non sono in contrapposizione».
Anche se le lezioni torneranno a essere in presenza, gli investimenti fatti per la didattica digitale non andranno perduti. Perché il digitale è una sfida per «ripensare la scuola del futuro». Le risorse investite per la banda ultra-larga ammontano a 413,9 milioni, per potenziare la connettività delle scuole, sostenere i costi strutturali portando in 35.470 plessi una capacità di 1 gigabyte al secondo.
Il processo di innovazione non finirà con la pandemia, assicura il Movimento 5 Stelle. Le risorse stanziate per offrire a tutti l'accesso all'istruzione anche da casa sono un investimento enorme. In manovra poi c'è uno stanziamo da 1,5 miliardi a partire dal 2021 per l'edilizia, che consentirà di contrastare le 'classi pollaio'.
Risultati che la titolare di Viale Trastevere rivendica con orgoglio: «Ci stiamo impegnando duramente per recuperare in poco tempo il terreno perduto nel corso degli anni». Anni di tagli, ricorda, che riguardano stagioni che la scuola italiana «ha fretta di dimenticare», perché rappresentano «una ferita troppo grande per la comunità».
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