- La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano conferma la volontà del governo di riaprire le scuole: «Avremmo voluto tornare al 75 per cento e invece abbiamo accolto il suggerimento del 50 per cento».
- «La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza», spiega Azzolina.
- Perché non riaprire il 18 gennaio o ad aprile? «È il solito balletto delle date», risponde la ministra, «ogni volta che sta per arrivare la scadenza stabilita».
«Posso confermare la volontà del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni. Poi avremmo voluto tornare al 75 per cento e invece abbiamo accolto il suggerimento del 50 per cento». Così la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, intervistata da Il Fatto Quotidiano.
«La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza», spiega Azzolina.
Perché non riaprire il 18 gennaio o ad aprile? «È il solito balletto delle date», risponde la ministra, «ogni volta che sta per arrivare la scadenza stabilita, c'è qualcuno che lancia la palla più lontano, senza ragionevoli motivazioni. E non mi si dica di guardare quello che ruota attorno alla scuola», incalza l'esponente pentastellata. «Con le scuole chiuse gli studenti non stanno casa h24: tanto vale che stiano a scuola, un luogo protetto e con regole da rispettare».
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