Il leader di Forza Italia rinuncia alla candidatura: «I numeri c’erano ma è un passo di responsabilità nazionale». E manda Tajani e Ronzulli all’incontro con gli alleati. La linea emersa all’incontro di partito è che il governo rimanga come è
I leader del centrodestra si stanno vedendo oline per decidere una candidatura unitaria per il Quirinale. Silvio Berlusconi all’ultimo ha deciso di mandare al suo posto Antonio Tajani e Licia Ronzulli e ha annunciato con una nota un passo indietro: si ritira dalla corsa al Quirinale. E lo fa in perfetto stile Berlusconi: «I numeri c’erano», recita la nota che ha fatto leggere da Ronzulli al vertice, ma il mio è un passo di «responsabilità nazionale».
Ecco un passaggio della nota:
Sono davvero grato, dal profondo del cuore, alle molte migliaia di italiane e italiani che, in questi giorni, mi hanno manifestato affetto, sostegno e incoraggiamento da quando il mio nome è stato indicato per la Presidenza della Repubblica.
Sono grato in particolare alle forze politiche del centro-destra che hanno voluto formulare la mia candidatura, ai tanti parlamentari di tutti gli schieramenti che hanno espresso il loro appoggio e il loro consenso, agli importanti esponenti politici stranieri, in particolare ai vertici del Partito Popolare Europeo, che si sono pronunciati a favore di questa proposta.
Dopo innumerevoli incontri con parlamentari e delegati regionali, anche e soprattutto appartenenti a schieramenti diversi della coalizione di centro-destra, ho verificato l'esistenza di numeri sufficienti per l'elezione. È un'indicazione che mi ha onorato e commosso: la Presidenza della Repubblica è la più Alta carica delle nostre istituzioni, rappresenta l'Unità della Nazione, del Paese che amo e al servizio del quale mi sono posto da trent'anni, con tutte le mie energie, le mie capacità, le mie competenze
L’ex premier aveva proseguito nell’operazione di raccolta voti, parlamentare dopo parlamentare, a 48 ore dall’inizio delle votazioni per eleggere il successore di Sergio Mattarella. E dall’incontro che ha convocato con i ministri e i dirigenti del suo partito Berlusconi ha ricevuto sostegno incondizionato sulle sue decisioni e un no al passaggio di Mario Draghi al Quirinale. Il governo, è la linea, deve restare così come è, senza neanche prevedere rimpasti, leggi l’ingresso di Coraggio Italia nell’esecutivo.
I dubbi sui numeri
Alle 16.30 Berlusconi ha riunito ministri, sottosegretari e dirigenti di Forza Italia sempre online per fare il punto prima del vertice con tutto il centrodestra.
Dal suo partito ha ottenuto la risposta che desiderava: saremo al tuo fianco qualunque cosa tu decisa. Anche se nel corso della riunione, la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, avrebbe comunque espresso qualche preoccupazione sui numeri utili all'elezione. La ministra del Sud, Mara Carfagna, avrebbe ricordato che i numeri di oggi sono diversi, e meno entusiasmanti, di quelli rilevati rilevati prima di Natale.
A pochi minuti dall’inizio del vertice di coalizione fonti di Forza Italia hanno riferito le parole di Antonio Tajani: la linea di Forza Italia è che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi e che non ci siano rimpasti e nuovi ingressi nell’esecutivo. Linea che è stata subito ripresa da Fratelli d’Italia.
Lo scontro sulla durata del governo
A questo punto è iniziato il vertice del centrodestra dove Ronzulli ha letto il comunicato di Berlvusconi in cui l’ex premier spiegava la scelta di ritirarsi e si augurava si trovasse un consenso ampio in tempi brevi su un nome unitario.
«Scelta decisiva e fondamentale, Berlusconi rende un grande servizio all'Italia e al centrodestra», ha detto Matteo Salvini.
Giorgia Meloni aveva preteso un incontro chiarificatore tra gli alleati e alla fine ieri era arrivata la convocazione da parte di Salvini che sta cercando di fare il regista sulla partita del Colle.
I due erano pronti anche a partire per Arcore pur di avere un confronto con il leader forzista. Alla fine invece Fratelli d’Italia ha sposato subito la linea forzista di Draghi resti premier, le tensioni invece sono emerse sul fatto che Berlusconi nel suo comunicato sottolinea che Draghi deve rimanere e fino alla fine della legislatura. Proprio per questo la nota congiunta prevista è saltata.
Prima del vertice di Forza Italia, sembrava che la coalizione potesse valutare l’appoggio a Draghi, discutendo quindi anche i destini del futuro governo, ma Berlusconi ha di fatto bloccato l’ipotesi di una salita al Colle dell’ex banchiere centrale.
Nelle utime ore sono salite le quotazioni, come possibile nome condiviso dal centrodestra, di Elisabetta Belloni, la capa del Dis, su cui sembrerebbero convergere le diverse anime della coalizione.
Nei giorni scorsi circolavano anche i nomi dell’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, oggi però eletto con il Partito democratico e quello della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Alla fine della riunione la Lega ha assicurato che quelli del centrodestra saranno nomi di «alto profilo».
Il ritiro di Berlusconi è stato accolto con favore anche da Partito democratico e Movimento cinque stelle. L'ex premier Giuseppe Conte ha scritto:
Il calendario degli incontri
Salvini ha visto anche il fondatore della Lega, Umberto Bossi. Oggi anche l’incotro tra i grandi elettori di Italia Viva, il partito dell’ex premier Matteo Renzi. Mentre Conte ha convocato i grandi elettori del M5s per domenica sera alle 21 e quelli di Forza Italia e dell’Udc sono stati convocati da Antonio Tajani e Lorenzo Cesa per lunedì alle 13.15.
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